«Quando arrivano?» chiedo a Gabriel.
È in piedi davanti ai fornelli, deciso a trovare qualcosa da preparare a pranzo.
Si gira verso di me. «Verso le quattro, tra mezz'ora circa.»
«Allora perché stai facendo da mangiare?»
«Non sto facendo da mangiare, perché non so cosa fare.» dice. «Il frigo è vuoto, e ogni mensola di questa cucina sembra sia stata attaccata da animali. Uno di quelli sono proprio io.»È da un po' di giorni che la situazione è critica. Gabriel mi ha detto che i soldi cominciano a diventare un problema e i costi dell'appartamento gli portano via la maggior parte della paga.
«Ordino una pizza.» dichiaro, prendendo il suo telefono dal tavolino del soggiorno.
Si strofina gli occhi coi palmi delle mani, venendo a sedersi al mio fianco, stanco e demoralizzato. «Non ho soldi per pagarla.»
Vorrei aiutarlo in qualche modo, perché non riesco nemmeno a immaginare quanto sia dura pagare l'affitto di un appartamento con un piccolo lavoro a un pub e un capo poco generoso. Gabriel trascorre ogni notte e fine settimana a lavorare, ma nonostante questo le spese alimentari stanno cominciando a diventare un problema.
«Non importa. Offro io.»
Mio padre non mi ha mai dato la paghetta, perci i soldi che racimolo sono quelli che, in alcune occasioni, mi lascia sul tavolo per procurarmi qualcosa da mangiare quando il cibo a casa finisce. Cerco sempre di non spenderli tutti e di risparmiare qualcosa per casi estremi. Non ho una grande somma, per adesso.
«Non devi, Soph.» mi guarda.
«Ma voglio.»Chiamo la pizzeria e ordino per noi due. Kyle sicuramente avrà già pranzato, e Corinne... beh, di lei non mi importa granché.
Ha insistito tanto per venire a vedere questo maledetto film con noi. Siamo tutti a conoscenza del fatto che il suo obbiettivo fosse rimanere sola con Gabriel, ma non c'è stato verso di dissuadere Kyle.
Frugo nel mio zaino alla ricerca dei soldi per la pizza e li appoggio sul tavolo, per poi sospirare.
«Aspettiamo.» gli restituisco il telefono, buttandomi nel divano accanto a lui.
Nel sedermi, le nostre mani si sfiorano involontariamente, dandomi una breve scossa che mi fa ritrarre di scatto la mia.
Da questa mattina ho ridotto ancor più le nostre conversazioni, limitandole allo studio e all'incontro con Kyle e Corinne. Da parte sua non c'è stata nessuna protesta, in ogni caso. La nostra discussione è stata lasciata da parte e non ho intenzione di riaprire l'argomento. Mi volto a guardarlo, trovando i suoi occhi già fissi su di me.
«Cosa c'è?»
«Niente.» risponde, tranquillo. «Tu cos'hai?»
«Nulla.» dico, tornando a posare il mio sguardo disattento sulla tv.
Il volume basso di esso permette ai nostri respiri di creare un silenzio imbarazzante e da cui vorrei tanto fuggire. Dove sarà finito il telecomando?
«Guardami un secondo.» lo sento chiedere.
«Sì?» mi giro verso di lui. Il suo viso si è fatto più vicino, a un punto tale in cui non capisco più quale sia il mio respiro, e i suoi occhi mi paiono l'unica cosa bella da guardare.Questa inesistente distanza mi permette anche di notare le due profonde borse sotto i suoi occhi.
Se voleva dirmi qualcosa, sembra dimenticarsene appena sollevo una mano e carezzo con le dita la pelle violacea.
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Difficult
RomanceCOMPLETA «Tu non hai paura?» Mi volto verso di lui, accigliandomi. «Di cosa?» «Di me.» Sophie Devis è entusiasta di ritornare a scuola, dopo le interminabili vacanze natalizie che l'hanno costretta a casa. Da sempre motivo di disapprovazione e criti...