51. Il mio amore segreto

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Non so come siamo finiti in questa situazione. Credevo di star per impazzire e dare di matto quando Gabriel se ne è uscito con un "Devo partire."

C'ero quasi, ma sono stata interrotta.
E forse è stata la cosa migliore.

Quando ho visto Kyle entrare dalla porta, però, stavo per impazzire nuovamente. Il dottore gli aveva esplicitamente detto di rimanere a letto ed evitare qualsiasi sforzo, e ovviamente lui pensa di poter fare tutto con le sue armi magiche: le stampelle.

Ora è sdraiato accanto a Gabriel. L'iniziale sorpresa provata appena lo ha visto sveglio ora non c'è più. Sembra tutto normale. Credo che se entrasse il dottore e lo trovasse qui probabilmente darebbe di matto anche lui. Mi chiedo dove siano i signori Thompson, da non essersi accorti che loro figlio è sgattaiolato via.

Ma non è questo che ha reso l'atmosfera imbarazzante. La porta si è aperta una seconda volta, e la paura che fosse un'infermiera a dare una bella sgridata a tutti e tre mi ha fatta scattare in piedi.

Ma così non è stato. A fare la sua apparizione è stata la sorella di Gabriel, ora immobile davanti alla porta.

È bella come lo era la prima volta che l'ho incontrata. Tiene i lunghi capelli neri legati in una coda alta, un leggero trucco definisce i lineamenti dolci del viso, mentre gli occhi azzurri come il cielo simili a quelli del padre, ci fissano straniti.

C'è un silenzio tombale da quando è entrata e nessuno ha intenzione di fiatare.

Eccetto Gabe. «Leila! Che sorpresa vederti qui. Non abbracci il tuo caro fratellino?»

Lei solleva un sopracciglio, guardandolo ancora stranita, prima di avvicinarsi a lui nel lato in cui prima ero seduta io. Kyle sembra divertito, per qualche ragione.

Vado a prendere posto ai piedi del letto, cercando di pensare a un modo per rendermi presentabile. Non le faccio sicuramente una bella impressione così. Anche perché credo di sembrare uno zombie: avrò sicuramente dei capelli inguardabili, gli indumenti che porto sono spiegazzati e strappati, e il sangue sulla felpa bianca è ben visibile.

«Sono confusa.» dice Leila, sedendosi accanto al fratello e guardandolo con un misto tra perplessità e preoccupazione. «Papà mi ha chiamata dicendomi che eri finito in ospedale e che potevi morire. Io ti trovo piuttosto bene, invece.»

Gabriel ruota gli occhi al cielo. «Papà esagera. Sto benissimo.»

«Oh, giusto!» esclama improvvisamente Kyle, come se si fosse appena ricordato di qualcosa di importante. «Come stai, amico? Te lo avrei chiesto prima, ma eri occupato a fare chissà cosa con la mia piccola Soph.»

«La tua piccola Soph? Farò finta di non aver sentito.»

«Ehi!» lo guardo male. «Non stavamo facendo niente! Anzi, ero piuttosto incazzata.» punto l'indice verso Gabriel, che fa finta di niente. «Tu mi devi delle spiegazioni.»

«Io?» chiede innocentemente.

«Proprio tu.»

«Gabri.» lo chiama Kyle sottovoce, attirando la sua attenzione. «Non farla arrabbiare. La preferisco quando è felice e parla dei tuoi addominali.»

Strabuzzo gli occhi e lancio a Kyle uno sguardo di fuoco, trattenendomi dall'andare lì e strangolarlo con le mie mani. «Io non ho mai parlato dei suoi addominali! Certo, tranne quando a te interessavano i dettagli.»

Soddisfatta, guardo la sua espressione allibita.

«Ah, ma davvero?» Gabriel alterna lo sguardo tra noi due, un sorrisetto compiaciuto sul volto. «I vostri argomenti diventano più interessanti ora. Cos'altro dici di me, ragazzina?»

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