33. Non sono insicuro

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Dopo quella rivelazione, Gabriel se ne è andato a casa. La mia iniziale sorpresa lo aveva allarmato, come aveva dimostrato la sua ostinazione a rimanere, e spiegare, ma era troppo tardi e c'era un enorme rischio che mio padre tornasse mentre lui era ancora lì.

Gli ho promesso di ascoltarlo, oggi, dopo scuola, ma per le prime due lezioni non c'è stato, quella seguente è rimasto in disparte, mentre ora è impegnato a parlare con Kyle.

O meglio, Kyle sta tentando di parlare con lui.

Mi fermo fuori dall'uscio della porta, reggendo i dolci appena acquistati dalla macchinetta e sporgendomi un po' per sbirciare.

«Che cosa vuoi?» chiede la voce seccata di Gabriel. È seduto al suo posto, le braccia conserte e i piedi incrociati sopra al banco vuoto. «Ho molto sonno e poca voglia di parlare con te.»

Kyle, il quale è seduto nella sedia del posto accanto a quello suo, si volta interamente nella sua direzione e appoggia i gomiti sulle ginocchia. «Parlarti. Di Soph.»

«Non mi va.»

«Non m'interessa.» replica. «A che gioco stai giocando? Perché mi pare tanto che tu la stia solo prendendo in giro.»

Gabriel serra i pugni. Ha attirato la sua attenzione. «Questi non sono affari tuoi.»

«Invece sì.» ribatte il mio amico, deciso. «Sophie è mia sorella. Non mi sta bene che tu la faccia stare male in questo modo.»

Gabriel porta lo sguardo oltre la finestra posta dall'altra parte dell'aula, strappando un sospiro esausto a Kyle.

«Amico, so che c'è qualcosa che non va. Se hai bisogno di parlare con qualcuno...»
«Ho bisogno che tu mi lasci in pace.»
«E riguardo a quello che mi hai detto a Parigi?»

Gabriel trasalisce. Le parole di Kyle mi confondono, ma lui sembra capire bene a cosa si sta riferendo.

Che cosa gli ha detto a Parigi?

Lui continua, a soddisfazione della mia curiosità. «Parlare di lei come hai fatto tu... pensi che sia da tutti?»

«Ho solo detto che è importante per me.» borbotta lui, prima di voltarsi a guardarlo. «A che scopo me ne stai parlando, ora? Tu non sai neppure cosa sta succedendo.»

«Voglio solo che tu non faccia soffrire Sophie. Lei sta già male per...» Kyle si blocca immediatamente, quando si rende conto di ciò che ha appena rivelato.

Serro le labbra, appoggiando la testa contro il muro.
Prevedo guai.

«Cosa significa che sta male?» scatta Gabriel, sporgendosi automaticamente verso di lui. «Che vuol dire?»

«No, niente.» si affretta a rispondere il mio amico, grattandosi la nuca. «Intendevo dire...»

«Amico.» lo sguardo di Gabriel è la rappresentazione astratta di due divampanti fiamme, pronte a scatenare un incendio. «Dimmelo, o giuro che ti stacco la testa in questo preciso istante.»

Kyle alza le mani in segno di resa, ridacchiando lievemente. «Rilassati, Gabriel. Non penso che a Sophie farà piacere ritrovare il suo migliore amico senza testa.»

«Parla.»

«Dico solo che Soph sta male per quello che stai facendo.» spiega lui. «E anche tu. È chiaro come l'acqua. Che cosa ti spaventa?»

Gabriel contrae la mascella.

«Perché qualcosa ti spaventa, se hai deciso di lasciarla fuori dalla tua vita.» continua lui.

Gabriel rimane in silenzio, prima di abbassare lo sguardo sull'anello che porta nel mignolo e rigirarselo col pollice. «Lei non mi vorrà.»

Apro delicatamente un pacchetto di M&Ms, cominciando a mangiarle lentamente. Mi rilasso al dolce gusto della cioccolata mista alla nocciola.
Mi migliorano l'umore.

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