Sono passate quasi due settimane in cui la presenza di Kyle è tramutata in leggenda. Non è stata la mia lite con Diana ad allontanarlo, non essendosi arrabbiato per aver preso le parti di Gabriel, bensì Diana stessa, ormai colma d'irritazione verso di me, la quale ha fatto in modo di tenerlo lontano a ogni costo.
Con ottimi risultati, tra l'altro.
Alla fine, i miei timori sono diventati reali.Oggi avevo pensato di invitarlo da me per un pomeriggio dedicato ai film, come facevamo spesso, ma alla fine delle lezioni era già andato via e il suo cellulare era irraggiungibile.
Ora mi trovo in camera mia a contemplare il silenzio che dà libero sfogo ai miei pensieri. L'idea di andare da Gabriel mi ha già attraversato la mente, ma l'ho respinta un paio di volte per paura che non fosse una buona decisione.
Ma per quale motivo non dovrebbe esserlo?
Stando a ciò che ho detto a Diana, siamo amici, quindi non c'è nulla di insolito a voler passare il tempo insieme.
Arrivo a casa sua in circa venti minuti, ritrovandomi davanti alla sua porta con nuovamente la testa piena di dubbi.
Esito prima di bussare.Se non fosse a casa? O volesse riposare? O stesse studiando? Ma chi prendo in giro.
Alla fine, busso, aspettandomi di vederlo apparire dietro la porta.Rimango sorpresa quando non è lui a presentarsi davanti a me.
La ragazza che sbuca sulla soglia - sguardo seducente, capelli neri e lunghi, occhi azzurri come l'oceano e corpo da favola - mi osserva da capo a piedi, incuriosita.
«Ciao.» mi saluta. «Posso aiutarti?»
«Oh.» Ma che ci faccio qui? «Sì. Cercavo Gabriel.»
La ragazza mi sorride gentilmente. «Al momento non c'è. Gli dirò che sei passata.»
«Grazie.»
Tornata a casa, fortunatamente ancora vuota, mi chiudo in camera mia e tiro le coperte fin sotto il mento.
Qualche volta penso che, se alla fine mi ritrovo qui, rannicchiata in questo letto, è perché il mio desiderio di sentirmi speciale per qualcuno è talmente forzato da risultare, forse, immeritato.
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Finito di applicarmi il cerotto sulla ferita al fianco e di sciacquarmi il volto per eliminare le lacrime, sospiro ed esco dal bagno. Raggiungo il mio armadio e prendo una grande felpa larga, infilandomela con cautela.
Oggi mio padre era più arrabbiato del solito, come ho potuto notare dalle ferite che mi ha procurato solo questa sera.
Controllo l'ora sul mio cellulare e sbuffo nel vedere che è mezzanotte e io non ho ancora cominciato a studiare.Guardo il mio letto e in seguito la scrivania dove i quaderni e i libri sono sistemati in posizione d'attacco, indecisa se dormire o farmi trovare preparata domani, così da non pagarne le conseguenze.
Di malavoglia, mi accomodo alla scrivania, quando un rumore proveniente dalla finestra mi fa sussultare.
Rimango immobile.
Sono indecisa se avvicinarmi come farebbe la protagonista di un film horror, oppure scappare in Giamaica.
La sagoma che intravedo bussa con le nocche, prima di abbassare il volto e mostrarmi un sorriso.
Rilascio il respiro trattenuto e vado ad aprire. Il vento gelido di gennaio che si intrufola nella stanza mi fa accapponare la pelle scoperta a causa del tessuto sottile dei miei pantaloni del pigiama.
Gabriel atterra sul parquette della mia stanza, provocando un rumore abbastanza forte da indurmi a temere che mio padre possa sentirlo.
«Fermo.» gli intimo. Mi affretto a chiudere la finestra e, questa volta, anche la tenda, prima di aspettare qualche secondo in più per capire se mio padre si sia accorto o meno di qualcosa.
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Difficult
RomanceCOMPLETA «Tu non hai paura?» Mi volto verso di lui, accigliandomi. «Di cosa?» «Di me.» Sophie Devis è entusiasta di ritornare a scuola, dopo le interminabili vacanze natalizie che l'hanno costretta a casa. Da sempre motivo di disapprovazione e criti...