L'angelo nella notte

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Quando si svegliò era piena notte. Il suo orologio digitale connesso con il clock di Matrix segnava le 2:23. Gli rimanevano sette minuti da vivere: il tempo che Matrix avrebbe impiegato per individuarlo. Doveva sbrigarsi se voleva consegnare la lettera a Trinity. Sapeva esattamente dove si trovava casa sua, a poco meno di un isolato. Era una notte calda e la sua giacca di pelle nera svolazzava nel buio al tiepido vento. Era tanto tempo che non entrava in Matrix, troppo tempo che non vedeva quella che chiamavano l'immagine residua di sé. Affrettò il passo indispettito da alcune sirene lontane.

MATRIX E' CONTROLLO.

Lui sarebbe morto in catene, ma sapeva che da qualche parte un altro Morpheus era sveglio e insonne in una camera d'albergo cercando di tutto su Trinity: l'avrebbe liberata due o al massimo tre anni più tardi. Ormai era arrivato: controllò l'ora, 2:26, quattro minuti, saltò sulla tettoia della casa e aggirò il balcone. La bimba dormiva tranquilla nel suo letto con tutte le coperte scomposte. Morpheus entrò e si guardò intorno.

Si rese subito conto che non si trovava nella cameretta di una bimba qualunque di dieci anni: alle pareti c'erano moltissimi articoli di giornale su Hacker famosi e sui loro colpi, migliaia di note su post-it gialli spuntavano un po' dovunque sopra gli scaffali. Sulla scrivania si ergeva un computer un po' vecchiotto, doveva essere il suo primo calcolatore.  Poi si avvicinò a lei. Al rumore di passi la bimba si svegliò. Si drizzò a sedere soffocando un urlo e lo squadrò con quei suoi occhi scuri grandi e profondi. C'era in quella bimba già un accenno della donna che sarebbe stata.

- Non avere paura, io non ti farò del male, sono qui solo per darti una cosa molto preziosa e importante che non dovrai mai perdere - disse con voce rassicurante Morpheus. La  bimba si alzò dal letto incuriosita. Sembrava non avere più paura.

- Si tratta di una lettera - aggiunse Morpheus e così dicendo la estrasse dalla tasca della giacca.

- Chi sei tu? Ti avverto che frequento un corso di karate a scuola!- lo minacciò la bambina.

- Io sono un angelo, vengo da un altro mondo che presto conoscerei anche tu - disse lentamente Morpheus.

- E' bello, il tuo mondo?- chiese Trinity. Morpheus sorrise per la franchezza.

- Ti prometto che se conserverai questa lettera per me, ti ci accompagnerò io stesso e se ti piacerà ti prometto che ci potrai restare per sempre - rispose scegliendo attentamente le parole.

La bimba sorrise e venne a prendere la lettera. Mancavano una decina di secondi, ma Morpheus non guardò l'orologio, prese il viso della bimba tra le sue mani e le baciò la fronte.La bimba sorrise, poi Morpheus lesse il terrore nel suo volto infantile. Vide la sua mano allungarsi verso di lui.

– No, non te ne andare! - urlò la bimba, ma ormai intorno a lei non c'era che buio e silenzio.

Teneva in mano quella lettera incerta se aprirla. Quell'uomo strano non aveva detto nulla in proposito. Decise di lasciarla chiusa e di nasconderla nel posto più segreto al mondo. Si intrufolò sotto il letto, si avvicinò al muro, aprì un battente di legno che si confondeva col battiscopa, dietro c'era un piccolo scafandro coi suoi ricordi più preziosi, ci mise la lettera e tornò sotto le coperte. Sarebbe davvero tornato? Quando sarebbe accaduto? Da quale mondo veniva? Tormentata da quelle domande non riuscì a chiudere occhio per un'ora buona poi il sonno la vinse.

Strana la mente dei bambini, per un po' di tempo si ricordano tutto come se l'avessero vissuto il giorno prima, poi una mattina si svegliano ed è come se non avessero mai saputo nulla, magari si ricorderanno di tutto dieci anni dopo o forse di più, con una lucidità impressionante, ma sul momento sembra che cancellino la lavagna dei loro pensieri. Così quella lista rimase lì per molti e molti anni.

Cinque anni dopo, il nuovo Morpheus convinse una quindicenne triste, arrabbiata col mondo e molto, molto talentuosa a venire con lui. Per lei, il signore vestito di nero e la sua lettera era come se non fossero mai esistiti. Morpheus divenne il padre che avrebbe sempre voluto avere. Come tutte le ragazzine cominciò a cercare l'amore per il mondo libero e non, finché l'oracolo non gli predisse che l'uomo di cui si sarebbe innamorata sarebbe stato l'eletto. Morpheus trovò Neo. Neo venne liberato: lei capì che era l'eletto perché il suo cuore davanti a lui perdeva ogni punto di riferimento, come una bussola impazzita.

Neo liberò Morpheus, affrontò le guardie e la salvò dallo schianto con l'elicottero contro il palazzo. Poi tornarono dall'oracolo, trovarono il fabbricante di chiavi che mostrò a Neo la porta della sorgente. Neo scelse di rinunciare al suo intento di distruggere Matrix per salvarla, poi per proteggerli da una sentinella usò tutto il suo potere e sfinito si perse tra le nebbie di una lontana stazione ai confini tra Matrix e un altro mondo. Lei e Morpheus lo liberarono e infine giunsero a Zion: lei, l'eletto e Morpheus.

Grande festa fecero per loro. Intanto la lettera era sempre là, nascosta e nascosta giaceva la salvezza degli uomini e la mia, perché in quella lista c'era scritto il mio nome. Strano il tempo, conserva le cose più fragili e abbatte anche le più forti, sembra che decida così senza senso cosa tenere e cosa no, ma questo è il tempo umano. Il tempo di Matrix è finito, predeterminato e programmato, non può decidere cosa tenere e cosa no: ha semplicemente abbastanza memoria per un certo numero di vite in Matrix, poi ricomincia da capo. IA non poteva sapere di possedere la chiave per garantirsi eterna vita, bastava distruggere la lettera, bastava farla sparire o cancellare tale ricordo nella mente di Trinity. Però IA è una macchina e come tale essa non potrà mai fare, pensare, credere e ragionare come gli uomini. Questo ci ha reso più forti di lei anche se numericamente inferiori o privi di mezzi, seppur attaccati a una speranza così tenue.

Matrix the endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora