La lettera

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La professoressa Caster era piombata nell'appertamento come un uragano il mattino successivo svegliando i ragazzi ancora addormentati. Mary Jane aveva due occhiaie: sembrava non aver affatto dormito eppure era carica come al solito. Liz si era nascosta sotto al cuscino, mentre io mi ero trascinata stancamente in bagno. Ero rimasta per molto tempo a guardarmi il collo livido. Più della pancia era quello a farmi senso, come se avessi ancora le dita di quella guardia addosso. Quando uscii dal bagno, Liz stava ancora a letto. Non capivo se stesse dormendo o facesse finta per non parlarmi. Sospiri ed uscii dalla stanza.

- Non voglio discutere stamattina, non è aria - stava dicendo la Caster.

- Non può modificare il mio virus senza nemmeno dirmi come. Non è giusto - protestò Michael.

- Giusto? Perchè era giusto costruirlo o usare i server della scuola per nasconderlo? Hai messo a rischio l'intera scuola per questa tua bravata! - aggiunse la Caster. 

-Guarda caso questa mia bravata vi serve- puntualizzò lui orgoglioso.

-Giuro, che non capisco davvero, cosa possa trovarci in te ...- sospirò la Caster. Lui spalancò gli occhi stupito.

-Chi?- chiese.

-Lascia stare- aggiunse la Caster.

- La signorina Sullivan si è alzata?- chiese al gruppo. Si riferiva a Liz.

- Non ancora - risposi soltanto.

-Sono qui- disse una voce addormentata dalla porta facendo irruzione nella stanza. Michael la guardò e scoppiò a ridere.

-Che vuoi?- disse Liz spingendolo via.

-Elizabeth, vai a darti una pettinata, ok?- disse solo la Caster sorridendo. Lei fece spallucce. -Allora oggi dovremmo andare a vedere il centro di calcolo per valutare cosa manca o cosa ci serve per fare il programma di Stand by e Link vorrebbe farvi provare alcune simulazioni di volo per vedere se c'è qualcuno di voi che è portato per guidare una nave - aggiunse la professoressa. Jason non potè nascondere il suo entusiasmo.

- E poi c'è quel virus. Michael forse potresti rispondere a qualche domanda del team che lo sta sistemando e dar loro una mano?- aggiunse . Michael sorrise.

- Ok, prima però: uno, due e tre. Avete qualcosa da chiarire se non sbaglio - disse indicando prima me , poi Liz e infine anche Michael. Io rimasi allibita. Avevo capito che dovevo parlare con Liz, non anche con Michael. Così eravamo due contro uno. Sospirai. Liz la guardò stranita e poi aggiunse :- io non ho nulla da dire-.

- Non mi importa, non uscirete di qui finchè non avete riportato tutto come prima. Se ci mettete un'ora o un giorno o dieci a me non interessa - fece la Caster.

- Ma io dovevo andare a spiegare il mio virus al team! - protestò Michael.

- Allora ti conviene chiarire in fretta - sorrise la professoressa. Dennis mi battè sulla spalla come segno di incoraggiamento. Io gli feci un sorriso e lo salutai. Li guardammo uscire in silenzio dietro la Caster. Michael si mise a sedere sul divano, si accorse di avere la console sotto. La prese e la gettò via con stizza. Mi guardava con rabbia.

- Odio la Caster, ma come sapeva di questo? - mi chiese mente Liz era sparita in bagno a pettinarsi.

- Mi dispiace, mi ha costretto a dirle qual'era il probelma tra me e Liz - cercai di giustificarmi.

- Capirai... potevi evitare di infilarmi in mezzo però! - protestò lui.

- E' stata lei a capire che c'era un ragazzo di mezzo - cercai di giustificarmi.  Mi misi seduta sulla poltrona davanti a lui.   

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