La stanza di Trinity

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La casa di Trinity era situata in un vecchio quartiere appena fuori New York. Quando accostarono la macchina al marciapiede, Trinity pensò da quanto tempo non metteva più piede in quella casetta: dieci anni, una vita intera. Aveva avuto così fretta di scappare! Non si era mai voltata indietro, ma ora si sentiva un po' di colpa nei confronti della madre.

- Tutto ok ?- chiese Neo.

- Sì, entriamo - disse decisa. Morpheus rimase in macchina. Lei scese dall'auto sbattendo la portiera. Neo la precedeva. Saltarono sul tetto, aggirarono il balcone, proprio come era entrato Morpheus quasi quindici anni prima.- E' entrato di qui - disse lei. La stanza di Trinity era esattamente come l'aveva lasciata. Era sconvolgente.

- Aiutami a spostare il letto - disse Trinity.

Senza discutere i due sollevarono di un metro da terra il lettuccio, producendo il minimo di rumore.

- Un tempo mi infilavo qui sotto senza sollevarlo di un centimetro, ma non penso che oggi ci riuscirei - sorrise lasciandosi andare ai ricordi per un attimo.

Neo sorrise al pensiero della ragazzina che aveva vissuto in quella stanza: la guardò sgattaiolare sotto il letto, aprire nel muro un piccolo rifugio sotto il battiscopa e tirare fuori una lettera dalla carta ingiallita. Stava per tirarla fuori, quando Neo la fermò, con lo sguardo.

- Non diamo troppo vantaggio ai nostri avversari!- disse soltanto.Compose il numero sul telefonino e lo passò a Trinity che lo nascose nel nascondiglio insieme alla lettera, poi poggiarono il letto e uscirono silenziosamente. La BMW sgommò nella notte.

- Stanno arrivando, lo sento - disse Neo appena voltarono l'angolo. Trinity chiamò Link: - cerca di sbrigati, ci inseguono - disse soltanto.

- Dirigetevi sulla West Side, il pesce ha quasi abboccato all'amo - rispose lui soltanto.

Trinity fece segno a Morpheus la direzione da prendere. Una decina di auto della polizia si materializzarono al loro inseguimento. La strada era deserta, non ci avrebbe messo molto a raggiungerli.- Non ci voleva - ringhiò Morpheus pigiando sull'acceleratore.

- Al mio segnale svolta a destra - gli suggerì Neo, Morpheus lo guardò scettico.

- Ti fidi di me? - gli chiese Neo.Non serviva aggiungere altro.

- Ora! - urlò Neo: Morpheus sgommò a destra, schivando due bidoni sulla strada.

- Ora cerca solo di non urtare nulla - aggiunse Neo sorridendo.

- Perché non ci hanno seguito, non capisco erano a cinquanta metri, non possono non averci visti!- disse Trinity.

- siamo invisibili, almeno finché non riveliamo il trucco prendendo qualcosa - concluse Neo lanciando a Morpheus uno sguardo di intesa. Cinque minuti dopo erano fuori. Link era ancora a scartabellare col calcolatore. Si misero a sedere a poca distanza da lui, ma nessuno osò disturbarlo finché alzò la testa e disse: - Signori, Matrix è proprio un elefante, grasso, lento e stupido.Prima che eliminassi la lettera ha resettato la stanza come era prima che vi entrassimo, poi se n'è andata e io ho eliminato la nuova copia, tanto ormai sapevo la locazione - disse orgoglioso.

- Link sei forte - si complimentò Trinity.

- La copia della lettera sta uscendo ora dalla stampa - aggiunse.

Quando Neo lesse le prime righe della lettera restò senza parole: era lui stesso l'autore. Eppure ogni parola che leggeva si sentiva più leggero. Come se un nodo insolubile si sciogliesse davanti a lui. Sapeva già di non essere il primo e probabilmente nemmeno l'ultimo. Sapeva di poter fallire. Gli altri avevano fallito. Lui faceva parte di quella equazione, Matrix. Lui bilanciava il karma, lo yin e lo yan. Doveva esistere, doveva combattere Matrix perché Matrix potesse esistere. Allora come poteva opporsi? Sarebbe stato disposto a dare la vita per Zion. Quello non era in discussione.

Anche Trinity stava sbirciando la lettera dietro di lui. Quando lesse il suo nome fece un profondo respiro e si sedette. Non lesse oltre. Aspettò solo che Neo terminasse.

- Matrix non sa leggerla - questo disse solo Link.

- La seconda parte intendo, è scritta a mano, è come se fossero immagini, non sa cosa significhi! - aggiunse colpito.

- Ora sappiamo perché non l'ha distrutta - sospirò Morpheus. 

- Mettiamo che non sia stato Morpheus a darti questa lettera, non questo per lo meno - disse Neo annuendo. Trinity lo guardò stupita.

- Un messaggio che così di fatto ha resistito al reset e agli anni seguenti -  annuì Link. 

- Se ignoriamo questa lettera sappiamo come finirà, ma Morpheus ha dato la sua vita perché arrivasse a noi!- disse convinto Neo. 

-E per quanto ho di più caro a questo mondo lo rifarei - ammise lui. Nessuno osò leggere ad alta voce le ultima parole della lettera, ma non c'era bisogno che venissero pronunciate. Erano impresse a chiare lettere nei loro cuori.  Calò un silenzio di tomba nella sala, Morpheus abbracciò Neo e Trinity, poi disse:

- Stavolta sarà diverso! Ti sei ricordata. Questa volta Matrix finirà, ma prima c'è un po' di lavoro da fare - sospirò Morpheus.

- Io direi, molto - disse Link guardando la lista.

- Fai un confronto incrociato tra le persone libere e quelle da liberare, se la lettera ha ragione non abbiamo molto tempo, perciò dirama avvisi a tutte le astronavi, che si diano da fare a cercare questa gente!- ordinò Morpheus. Link annuì e scattò verso la console.

- Noi dove andiamo?- chiese Trinity. Neo sfogliò attentamente la lista e poi indicò un nome. Trinity lesse.

- Mary Jane Caster, non mi dice nulla - allargò le braccia.

-E' la persona senza cui non sarei qui, quella che ha capito cosa potevo fare con una tastiera in mano.- spiegò Neo.

- La tua insegnante all'High School?- intuì Morpheus leggendo i dettagli su di lei. 

- Non mi stupisce che ci siano molti suoi allievi nella lista, vedrai ti piacerà! - Neo batté sulla spalla di Morpheus.



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