In infermeria

20 2 6
                                    

Quando riaprii gli occhi ero sdraiata sul lettino dell'infermeria. La Caster era addormentata in una poltrona non troppo distante. Guardai fuori dall'oblò sopra di me e vidi immensi tubi di acciaio e cemento perdersi nel buio. Per la prima volta pensai a quello che avevo perso, che avevamo perso tutti per essere lì. Matrix poteva distruggere o creare e chiaramente non era giusta, ma in fondo a me non era andata così male prima di quella lettera. Pensai alla mia casetta di Staten Islands, ai vialetti ordinati, ai gerani del giardino, al mio cane che scodinzolava digrignando il pupazzo tra i denti. Probabilmente non esisteva nemmeno. Che importava pensarci? Non ci potevo più tornare. Mi bastava mettere piede in Matrix per avere una guardia alle calcagna. Mi bastava che qualche mio familiare mi vedesse e una guardia si sarebbe impossessata di lui per arrivare a me. Avevo distrutto tutte le loro vite con quella pillolina rossa.  Era una grossa scommessa pensare che tutto potesse funzionare come la Caster aveva preventivato, ma era l'unico modo che avevo per poter rivedere la mia famiglia. Era un mondo in guerra. Io non ero mai vissuta in un mondo in guerra, almeno non consapevolmente.

- Claire, sei sveglia? Come va? - mi disse Trinity entrando.

- sì, mi sento così frastornata. Pensavo che una volta tornata avrei dimenticato tutto, come un brutto sogno, ma non è così - confessai.

- ci vorrà tempo, molto tempo. Ti va di raccontarmi cosa è successo?- disse Trinity.  - Sul tetto intendi o dopo? - le chiesi titubante.

- con Dennis mi sembra di aver capito. Comunque avete messo il sensore, è andato tutto come prestabilito, giusto?- disse Trinity.

- Già, eravamo così soddisfatti. E' stato dopo che tutto è precipitato, Janis non doveva vedermi, sono stata stupida a fermarmi. Dovevo fingere di non averla vista.Non ho pensato che potessero... - aggiunsi scoppiando a piangere. Trinity mi aiutò a sedermi e mi prese tra le sue braccia. 

- Ero pietrificata, avete speso così tanto tempo ad addestrarmi e io ero... impotente, come se avessi dimenticato tutto - aggiunsi tra le lacrime.

- Matrix è un'altra cosa dall'allenamento in un programma di simulazione. Non è facile affrontare una guardia. Prima di Neo nessuno era mai sopravvissuto per raccontarlo. Dopo abbiamo faticosamente imparato ad affrontarle, ma è stata dura e ci vogliono anni di addestramento e una gran dose di fortuna. Ricordati però che è sempre meglio non essere soli - mi disse asciugando le mie lacrime. Io annuii. Avevo sbagliato a dire Dennis di andare ad avvertire gli altri. C'era un motivo se eravamo in coppia. 

- In fondo è andato tutto bene, abbiamo il virus e arriveremo presto a Zion - disse Trinity sospirando. - Sei stata molta brava a clonare quella pareti - si complimentò sorridendo e spettinandomi i capelli. La Caster si stirò e si alzò dalla poltrona. Quando mi vide seduta con Trinity mi sorrise e si avvicinò.

- Liz come sta? - le chiesi.

- E' chiusa in camera principalmente, ma la capisco. A togliersi quella scena dagli occhi ci metterà un po'. Il preside è morto - aggiunse poi l'insegnante senza ulteriori preamboli. Io la guardai allibita.

- Janis è morta e anche tu potevi morire... Nessuno metterà più piede in Matrix finché non saremo pronti per scatenare quel virus - mi promise.  - Non possiamo più sbagliare adesso - aggiunse guardando Trinity. Lei annuì.

- Mi servite concentrati, abbiamo poco tempo e un sacco di lavoro da fare. - disse decisa la Caster.

- Ok, ma prof, come possiamo aiutare noi?-  chiesi perplessa.

- A tempo debito vi spiegherò. Ma mi serve che adesso tu e Liz risolviate il casino che c'è stato tra di voi - intimò guardandomi dritta negli occhi.

Matrix the endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora