CAP 7

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CAP 7

Mi trovavo a ripercorrere passo dopo passo la strada che quella gentile signora mi aveva spiegato con dovizia di particolari.

Eccomi lì ad andare in contro al mio avvenire, il signor Berruto mi aspettava in qualla sala enorme da solo.

Più facile per me rapportarmi con lui e spiegare la mia presenza li.

Un uomo davvero garbato e a modo.

Un uomo che mi aveva trasmesso subito tranquillità e sicurezza.

Adesso avevo la certezza che questo lavoro sarebbe partito con il piede giusto.

-Buon giorno, lei deve essere la giornalista che ci seguirà per un paio di mesi, esatto?

-Si piacere, signor Berruto....mi chiamo Gioia Roberti.

-Togli pure il signore, qui siamo una grande famiglia, i chiamiamo tutti per nome.

Fuori dal campo per i ragazzi sono Berruto e basta, dentro al campo sono signor mister. Ma per te sono semplicemente Mauro!

-Come vuole lei!

-No forse non ci siamo capiti, togli pure anche il lei. Io per te sono Mauro con tu per me per sei Gioia, sempre se non ci sono problemi?

-Certo che no, dovrò solo abituarmici, sai con il mio lavoro sono abituata a mantenere le distanze.

-Ti capisco, ma qua ti assicuro che non sarà un lavoro, sarà come una vacanza in famiglia! Appena ti i sarai ambientata mi darai ragione!

-Speriamo anche perché forse non dovrei dirlo, ma questo incarico mi agita e non poco! Voglio fare un buon lavoro e non so se ne sono in grado!

-Sono sicuro che il risultato sarà ottimo, vedrai!

-Grazie mille!

- Ora parliamo di cose serie i ragazzi arriveranno a breve e vorrei fossi tu a spiegargli la tua presenza.

- Io? Sicuro?

-Sicurissimo, scommetto che ascolteranno più te che me!

-Se lo dice lei, cioè se lo dici tu ci credo.

......

Eravamo rientrati negli alloggi che bene o male ci eravamo ritrovati tutti all'ingresso.

Ci era stato detto che dovevamo trovarci nella sala conferenze che dovevano vistar i di una cosa. 

Di cosa non si sa, ma era richiesta la nostra presenza in divisa.

Ci avviammo tutti ordinatamente verso la sala conferenza e ci sedemmo nelle prime file.

Sul piccolo palchetto davanti a noi c'erano mister Berruto e una donna che parlavano fitti.

All'inizio non si accorsero di noi per quanto fossero presi a parlare.

Non si riusciva a capire chi fosse la donna dato che era di spalle.

Forse la solita giornalista per qualche intervista.

Chi lo sa....

Sta di fatto che capitan Birarelli richiamò l'attenzione del mister....

-Mister noi saremmo arrivati tutti! Perché voleva vederci?

-Bene ragazzi, sedetevi ordinatamente che ci sono un paio di cose di cui dove informarvi, anzi meglio lo farà la signorina Gioia.

...........

Andai verso la cattedra che aveva il microfono per farmi sentire bene da tutti.

Lo stomaco era un groviglio.

Troppa agitazione, troppa ansia.

Non sapevo cosa dire, non mi ero preparata nulla.

Sicuramente l'emozione mi avrebbe giocato un brutto scherzo.

L'unica era concentrarmi e non pensare ad altro.

Chi l'ha detto che quando si sta davanti ad un pubblico e si deve parlare, pensare alle persone che sono lì in intimo ti rende meno insicura?

Calzata! Grandissima cazzata!

Appena alzai gli occhi vidi dei fusti niente male.

Cosa che averli pensati in mutande mi rese più imbarazzata che mai.

Così meglio tenere lo sguardo puntato su un giocatore a caso.

Il primo della fila, cresta biondissima, ecco chi avevo puntato.

Lui era quello che avrei guardato per tutto il tempo, per non farmi mettere in soggezione dagli altri atleti.

Dovevo gestire la voce, un tono calmo e la voce non doveva assolutamente tremare,

Così inizia a parlare.

-Buon giorno ragazzi, io mi chiamo Gioia Roberti, e sono una giornalista sportiva.

Avevo iniziato bene, calma e decisa.

-Sono qui per dirvi che da oggi fino alla fine della World League vi seguirò in ogni vostra attività , sportiva si intende, che svolgerete in Italia e all'estero.nlo scopo di passare così tanto tempo con voi è quello di poter far un'articolo sul quotidiano per cui lavoro.

Un articolo di bene quattro pagine che vi racconterà, racconterà ogni particolare e ogni fuori onda, se vogliamo chiamarli così, di questa nazionale.

Io ho sempre seguito altri sport, e per me è la prima volta che mi approccio al mondo della pallavolo, quindi vi chiedo clemenza se sbaglierò.

Confido in voi.

Io ho concluso, se qualcuno di voi a qualche domanda da fare, prego di porla ora..

Così possiamo toglierci ogni dubbio.

Ero stata fenomenale.

Me l'ero cavata più che bene!

Non avevo avuto esitazioni e la mia voce non aveva mai tremato.

Forse mi avevano preso per una psicopatica, avevo fossato quel povero ragazzo per tutto il tempo, ma poco mi importava!

Forse non se n'era accorto nessuno!

.......

Non ci potevo credere.

Quella sul palco era la sconosciuta che mi ero portato a letto quella sera che avevamo festeggiato da Gino?

Quante probabilità avrei avuto nella vita di rincontrarla?

E non dico a Macerata cosa più plausibile, ma a Roma e per di più sarebbe rimasta in ritiro con noi fino alla fine della World League.

Cose da pazzi....

Non avevo fatto in tempo a farmi tutti I miei ragionamenti che una gomitata mi aveva svegliato dai miei pensieri.

Il Bara aveva rischiato grosso.

-Oh Jiri....ma quella la con i mister è mica quella che.....

Non gli avevo fatto neanche finire la frase che gli feci di si col la testa.

Almeno la sconosciuta adesso aveva un nome.

Gioia.

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