CAP 8

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CAP 8

Vederla li su quel palco non so dire che effetto mi abbia fatto.

Un misto tra contentezza e delusione.

Rivederla mi aveva rallegrato la giornata.

Pensare di ripetere quello che c'era stato tra di noi mi esaltava e non poco.

Ma un pensiero mi tormentava.

Mi assillava e non poco...

Era un combattimento tra ciò che mi diceva la ragione e ciò che mi suggeriva 

l'istinto.

Ero finito proprio in un bel guaio!

Il Bara continuava a rompermi le scatole sfottendomi.

Fortuna che dalla parte seduta vicino a me avevo Vettori, tanto attento a seguire tutto il discorso che non si era accorto di nulla!

Forse un po' troppo attento, però!

-Luca guarda che se vai avanti a guardarla così, la sciupi!

-Jiri, ma cosa stai dicendo?

-La stai fissando praticamente da quando ha iniziato a parlare.

-Ma no, non è che la fisso è che mi sembra di conoscerla ma non riesco a capire dove posso averla vista...forse abiterà a Piacenza?!?

-No è di Macerata!

-Ah la conosci?

Bravo stupido di un Jiri Kovar, antisgamo proprio è!

-Ma l'ho vista una sera in un pub a Macerata e l'ho accompagnata a casa che le si era rotta la macchina, niente di che.....

-Ah okok, beh mi varrà in mente prima o poi perché mi sembra di conoscerla...sennò chiederò a lei e risolvo il problema!

......

Finito il mio monologo, Berruto congedò i ragazzi per la cena.

Cena che si sarebbe tenuta nel ristorante del residence.

Rotte le righe i ragazzi si diressero nella mia direzione per venirsi a presentare.

Imbranata come sono e per evitare di fare figuracce preferivo guardare le mie scarpe piuttosto che negli occhi quel ragazzoni.

Mi ritenevo una persona forte e caparbia, ma certe situazioni mi mettevano a disagio.

E quella era una situazione di quelle.

Il primo che si venne a presentare fu il palleggiatore, almeno così si presentò!

Travica qualcosa....

Spavaldo e con la battuta pronta, ci aveva provato fin dalla prima parola che era uscita dalla sua bocca.

-buonasera signorina, le faccio i piaceri di casa, io sono il palleggiatore più forte di questa nazionale ed è per questo che sono il titolare.

-piacere mio! Io sono Gioia.

Che stretta di mano poderosa.

La mia mano era scomparsa nella sua per quanto era piccola in confronto.

-Dragan la smetti di importunare la giornalista?

Un ragazzo alto, (e chi non lo era lì dentro?)si stava dirigendo verso la nostra posizione, interrompendo il palleggiatore che stava parlando con me.

-Capitano, io non importuno nessuno, al limite faccio due chiacchiere per far conoscenza!

-Drago le tue due chiacchiere sono famose fino in Russia!

-Ma ce l'avete tutti con me stasera? Giovi tu cosa ti intrometti a fare?

Così il fantomatico palleggiatore fece le presentazioni.

-Allora mia Cara Gioia, il primo ragazzone che ci ha interrotto è il capitano della nazionale Emanuele Birarelli, mentre l'altro quello bassino, è il nostro libero Andrea Giovi.

Tra varie strette di mano stavo a poco poco facendo la conoscenza di tutto il gruppo.

Ad un tratto dietro a Drago, così mi aveva ripetuto più volte di chiamarlo, sentii una voce che mi sembrava abbastanza famigliare.

Non feci in tempo a spostarmi per vedere chi fosse che un altro ragazzo mi si parò davanti per presentarsi.

-Piacere, io sono Michele Baranowicz, ma io è te ci conoscano già....

-Scusa? Ma mi sembra proprio di non averti mai visto, non vorrei proprio fare una gaffe...

-No beh, diciamo che io ti conosco di vista, il mio amico Jiri ti conosce!

Jiri?....

-Dimmi bara che vuoi?

-Non vieni a salutare la tua amica?

Non feci in tempo a capire la situazione che quando il tipo girato di spalle si girò verso la mia direzione, non capii più nulla.

Cioè lui era il ragazzo del pub?

Quello con cui io avevo passato la notte a casa sua?

Quello che non avrei più dovuto rivedere?

Si, esatto avevo davanti proprio lui....

Da quello che avevo capito lui era Jiri Kovar.

Quello che lo aveva fatto girare sicuramente era uno di quelli seduti al tavolo con lui quella sera.

Non poteva essere diversamente..

Ma lui cosa cavolo ci faceva lì?

Non doveva essere un fotomodello, un modello di intimo o qualcosa del genere?

Doveva essere per forza un pallavolista, e per di più della nazionale italiana con quel nome che si ritrovava?

Solo imbarazzo per me.

Lui era li davanti a me immobile aspettando che io dicessi qualcosa per prima.

Io invece aspettavo la cosa contraria, perché non parlava? Doveva essere lui il primo!

Invece nulla due stupidi che si guardavano così senza dirsi nulla.

Troppo sorpresi ed increduli di trovarsi nella stessa stanza a chilometri di distanza da casa.

Così a porre fine a quella situazione veramente al limite del paradossale ci pensò un altro ragazzo.

Moro, si poteva notare un capello curato, fresco di taglio nuovo, occhiali....

Giusto, era quel troglodita che mi aveva quasi investito con al valigia nel pomeriggio.

Ci era mancato poco che mi mandasse a gambe all'aria!

Ecco perché mi sembrava di averlo già visto.....

Mi allungò la mano per presentarsi.

-Piacere io sono Luca Vettori.

Un sorriso disarmante.

Un sorriso che mi sapeva già di visto.

Ma dove?

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