CAP 48

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CAP 48

Non succede quasi mai a due come noi

di credere che sia possibile

Trovare un complice in questo disordine

Tracciare un’orbita nell’atmosfera

Amore mio la logica non è sincera

Chissà se amare è una cosa vera.....

Mentre correvo verso l'infermiera l'unica cosa che la mia testa riusciva a formulare era la strofa di questa canzone.

Una canzone che mi aveva riportato ad un momento preciso.

Il momento in cui avevo conosciuto Jiri.

Non ci avevo mai fatto caso fino al quel momento,  e non sapevo neanche di preciso perché mi fosse tornata in mente proprio ora.

Come un flash avevo rivissuto il primo nostro incontro.

La borsetta in testa che gli avevo tirato,  la sua strafottente arroganza,  tutto di quella sera mi era apparso davanti agli occhi così chiaramente da offuscare tutti gli altri pensieri.

La sera,  anzi la nottata trascorsa assieme e poi quello stupidissimo messaggio che gli avevo lasciato il mattino dopo.

Buona vita....

Ma cosa mi era passato per la testa?

Che io poi mica dovevo più rincontrarlo, per me era e doveva restare una cosa così....

Bella,  estremamente bella ma doveva rimanere solo quella....

Ed invece il destino me lo aveva messo sul mio cammino.

Non aveva avuto pietà di me.

E adesso che stavo correndo per quei corridoi asettici del palazzetto non riuscivo ad immaginare la mia vita senza di lui.

Per tutto il resto ci avrei pensato dopo,  ora la preoccupazione più grande era sapere delle sue condizioni.

Finalmemte ero arrivata davanti a quella porta grigia con scritto infermeria.

La mano stringeva tanto forte la maniglia che quasi mi stavo facendo male.

Dovevo entrare e basta.

Gioia non pensare,  per una volta nella vita fai quello che ti senti di fare e al diavolo tutto e tutti quanti!

........

Ero sdraiato su quel cavolo di lettino in attesa del medico per andare all'ospedale per la risonanza e altri esami del caso.

Lo stavo che doveva essere qualcosa di grave....

Nessuno si era degnato di spiegarmi che cosa fosse realmente successo,  tutti si guardavano in faccia gli uni con gli altri senza parlare.

Ma io avevo già capito.

Il dolore che avevo sentito mi era bastato per togliermi ogni dubbio.

La mia final Six era terminata con quella partita....

Ma la domanda che mi assilava da quando ero arrivato in quella stanza era se avessi recuperato in tempo per il mondiale in Polonia.

Quello mi interessava sapere,  le altre cose per ora potevano anche mandarle al diavolo.

La porta si stava aprendo,  finalmente qualcuno si degnava di venirmi a vedere,  e di spiegarmi finalmente quello che mi era successo!

Ma che cosa ci faceva lei.....

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