CAP 36
Poi ti trovi a mettere sul piatto della bilancia tutti gli ultimi avvenimenti della tua vita.
Ti trovi a chiederti se le scelte che hai fatto ti hanno portato ad essere la persona che gli altri vedono, o che gli altri vorrebbero tu fossi.
Domande amletiche.
Domande che ti destabilizzano e non poco.
Io ero arrivata a quel punto, ad un punto dove devi metterti seduta con una penna in mano prendere un foglio dividerlo in due colonne e scrivere i pro e i contro.
Così avevo fatto.
La sera stessa che ero tornare a casa mi ero sdraiata a letto con questo foglio vuoto appoggiato sulle gambe.
Un foglio che era rimasto bianco, un foglio sul quale non ero riuscita a scrivere nulla, se non un bel titolo scritto a caratteri cubitali, Jiri si, Jiri no.....
Quello era quello che avevo scritto e quello era rimasto solo quello che il liquido del l'inchiostro aveva lasciato su quel pezzo di carta!
Ci avevo pensato fino ad addormentarmici su quel maledetto foglio...
Una notte travagliata, una notte con incubi con ripensamenti su ripensamenti, anche se la mia scelta l'avevo fatta!
Dovevo solo comunicarla al diretto interessato.
.......
Avevo pensato a tutto per il suo rientro.
Non mi sarei fatto cogliere impreparato.
Avevo progettato tutto per bene, fino dalle prime ore del suo risveglio.
E cosa c'era di meglio di farle recapitare a casa una colazione bella che pronta......?
Si perché nel mentre ero riuscito a recuperare anche il suo indirizzo....
Travica aveva dato ancora sfoggio delle sue doti da spia mancata, aveva chiamato la redazione del giornale di Gioia, ed aveva recuperato il suo indirizzo, ma non ho voluto sapere come ci sia riuscito....
Non volevo diventare suo complice, io alla mia carriera ci tenevo, mentre il palleggiatore l'avrei visto bene in carcere a tentare di evadere con il cucchiaio portato dal suo fido amico inseparabile Buti che si scavava il tunnel dietro il letto per tentare la fuga.
Ritorniamo alla vita reale.
Avevo chiamato il bar del centro che portava le colazioni a domicilio e avevo ordinato una colazione da far recapitare al suo indirizzo.
Brioches, tornine, biscotti di pasticceria, cappuccino, succhi... Chi più ne ha più ne metta.....
Avevo ordinato un servizio completo per lei, così si chiamava.
Doveva essere come quelle colazioni che si fanno in albergo, quelle belle colazioni che non smetteresti mai di mangiare, tante cose buone ci sono....
.........
Il campanello suonava insistentemente....
Io di alzarmi non ne avevo voglia....
Ma dato che non smetteva, mi armai di forza e coraggio e andai a vedere chi disturbava il mio riposo.
Guardai dallo spioncino della mia porta, ma il ragazzo che c'era al di là non lo conoscevo per nulla..... Chi poteva mai essere?
Aprii che ero ancora in pigiama, ma non me ne fregava più di tanto....
-Salve lei è la signorina Gioia?
-Si, scusi lei chi è?
-Mi scusi, ho una consegna per lei.... Dovrebbe farmi entrare che devo sistemare le cose....
-Sistemare cosa?
-Non posso dirglielo prima, sennò che sorpresa sarebbe...?
-Prego su accomodi.....
Si era accomodato come se fosse a casa sua, aveva appoggiato il giubbino sul divano all'entrata.
Con Le borse che aveva in mano si era diretto in cucina e aveva iniziato a disfare.
Mi aveva chiuso la porta dicendo che mi chiamava lui quando sarebbe stato tutto pronto.
Ma chi era questo?
Meglio tenersi qualcosa di pesante in mano, caso mai fosse stato un ladro....
A ripensarci dopo, mentre mi stavo strafogando con il ricco buffet che avevo trovato preparato sul mio tavolo, mi era scappata una risata....
Possibile che Jiri anche dopo il messaggio che gli avevo mandato nel pieno della notte aveva fatto questo per me?
..........
Mi ero svegliato con il sorriso sul viso pensando alla sorpresa che Gioia avrebbe trovato al suo risveglio.
A togliermi il sorriso ben presto ci aveva pensato proprio lei, con messaggio sul cellulare.
" ciao Jiri, scusa se ti scrivo ora.... Ma non riuscivo ad addormentarmi se non ti scrivevo prima.
Le cose sono un po' complicate, e certe volte non sempre tutto e bello e semplice come si vede, quindi dopo averci pensato e ripensato sono arrivata ad una conclusione su di noi.
So che non potrà mai funzionare, siamo troppo diversi.
Mi spiace. Non avercela con me.
Capirò se non mi vorrai più parlare.
Ciao. Un abbraccio.."
Così mi aveva scritto.
Poche parole che mi buttava ancora più giù di quanto potevo essere mai stato.
Pensavo che con quei messaggi di averle fatto capire il vero me, di averle fatto capire che ci tenevo veramente a lei....
Che per un malinteso del piffero avevamo passato troppi giorni distanti, perché come io sapevo di volerla glielo leggevo negli occhi lo stesso pensiero.
Con me non poteva negare o fingere.
Lei era come uno specchio, i suoi occhi avevo imparato a conoscerlo fin troppo bene.
Se veramente non voleva stare con me, me lo doveva dire in faccia.
Dovrà dirmelo guardandomi dritto negli occhi.
Io non le avevo mai promesso che sarebbe stata una cosa facile, anche perché conoscendomi lo sapevo già in partenza che non lo sarebbe mai stato.
Ma le volevo promettere di porci dividere le vite.
E chi lo sa che poi non sarebbe andata anche bene?
Forse il nostro poteva essere l'amore degli amori....
Ma nessuno lo avrebbe mai saputo, perché lei in noi non ci aveva mai creduto.
Ma a me non bastava quel semplice messaggio, non mi sarebbero mai bastate delle poche righe per farmi abbattere così tanto.
Quelle parole dovevano uscire dalla sua bocca.
Doveva dirmele davanti e non nascondersi dietro ad una bustina di un messaggino.
Solo li mi sarei arreso, solo quelle parole me le avesse sputate addosso.
Solo in quel caso avrei incassato il colpo e mi sarei fatto da parte.