CAP 44

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CAP 44

Cosa non andava in me?

Cosa avevo di tanto sbagliato da non piacere all'unica persona al mondo a cui volessi piacere veramente?

Proprio non riuscivo a spiegarmelo.

E cosa fare di meglio che farla ingelosire maledettamente.

Avevo invitato Asia sia alla partita di Bologna e sia al forum a Milano,  dandole il mio pass per sedersi nei posti privilegiati riservati allo staff.

E se mi fosse andata anche bene sarebbero potute trovarsi a sedere vicino.

Perché in fondo io lo sapevo che anche se stava con Luca avevo ancora un certo ascendente su di lei.

L'avevo trovata più volte a guardare nella mia direzione.

Ma ogni qual volta mi giravo lei distoglieva lo sguardo tanto velocemente da poter entrare nel guinnes dei primati,  senza nessuna difficoltà.

Ritornava a scherzare con Luca e gli altri come se  nulla fosse,  come se, io non ci fossi!

Certo che fargliela pagare facendo venire Asia alle partite mi sembrava abbastanza infantile anche se l'idea era stata mia.

Ma non avevo altro modo per spronarla.

Dovevo farla reagire in qualsiasi modo e se quello doveva essere,  quello sarebbe stato!

L'avrei baciata e l'avrei stretta a me come se non ci fosse un domani,  come se avessi trovato l'amore della vita in lei,  e il capitolo Gioia fosse definitivamente archiviato.

Mi sarei comportato da stronzo nei confronti di Asia,  ma sapendo che anche a lei non gli importava nulla del sottoscritto,  potevo usarla per far ingelosire la mia bella giornalista.

L'avevo informata dopo quella sera alla pizzeria del mio piano diabolico,  e lei quasi era felice di intraprendere questo teatrino per aiutarmi.

Stare troppo con Travica mi aveva indotto a ragionare come lui,  e non so se fosse una cosa poi del tutto positiva.

Chissà dove mi avrebbe portato anche questa volta la mia ostinazione.

Chissà dove sarei finito.

Mi ero ripromesso di non pensare più a lei,  di non calcolarla mai più.

E poi per quanto tempo ci ero riuscito?

Una mezza giornata si è no....

Direi proprio dei passi da gigante!

Ma alla fine la mia testardaggine sapevo mi avrebbe portato da lei.

........

Vada che Jiri è un mio compagno di squadra....

Vada che è un ragazzo come me....

Ma questo suo comportamento nei miei confronti mi stava portando all'esasperazione.

L'allenamento era una vera e propria tortura sia fisica che mentale.

Non passava secondo che kovar non mi mettesse alla prova.

La mia pazienza aveva un limite e stava piano piano esaurendosi.

Non lo sopportavo più.

Le continue frecciatine,  i palloni che mi arrivavano addosso alla velocità della luce durante le partitelle tra noi erano solo la minima parte.

Ero arrivato alla conclusione che quel deficiente pensasse che tra me Gioia il rapporto non si fermasse alla sola amicizia.

Poteva essere l'unica motivazione per quel comportamento da bambino delle scuole elementari,  o forse meglio dell'asilo!

Volevo andare da lui per parlargli faccia a faccia....

Ma poi che ne sarebbe stato?

Sarebbe ritornato all'attacco con lei non capendo che lei non voleva star con lui per delle giuste motivazioni?

Che bella situazione del cavolo.

Non mi erano mai piaciuti i segreti o non poter dire le cose che mi venivano riportate.

Volevo essere libero di dire ciò che volevo e pensavo in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione potessi trovarmi.

Ma in quel caso non potevo spiegare la motivazione a Jiri per cui Gioia lo aveva liquidato così su due piedi.

Non spettava a me.

Non ne avevo il diritto.....

Se un giorno avesse voluto spiegarglielo lo avrebbe fatto lei.

.......

La situazione era alquanto tesa.

L'aria che si respirava era satura.

L'elettricità tra Jiri e Luca era evidente ad occhio nudo.

Lo schiacciatore non mi aveva più rivolto parola da quando era sceso dal pullman per vedere come stavo.

Ma non perdeva occasione per tirare continue frecciatine a Vettori.

Il povero Luca incassava ogni vota per non creare problemi inutili con gli altri ragazzi della nazionale.

Se poi queste voci fosse per disgrazia arrivate al mister sarebbero stati cacchio amari per tutti quanti.

Non  potevo permettere che Luca ci finisse di mezzo per una questione tra me e quello stupido.

Che se poi si facesse una ragione del mio no,  tutto risulterebbe più facile per tutti!

No,  invece lui doveva insistere....

Doveva farmi star male più di quando non mi sentissi in colpa.

Ma prendere di mira anche Luca,  proprio non lo accettavo.

Luca prendeva solo effetto collaterale negativo di tutta quella situazione.

La sera stessa dell'arrivo a Bologna avevo parlato con il Vetto di tutta questa situazione.

Lui mi aveva detto di lasciare perdere e di non dire nulla,  che tanto poi alla fine Kovar si sarebbe stancato da solo del suo giochino.

Io non ero proprio d'accordo con lui,  volevo andare da lo schiacciatore e insultarlo fino a quante ne sapevo....

E il risultato quale sarebbe stato?

Fomentare ancora di più la sua,  come volgiamo definirla,  vendetta?

Possibile,  quella reazione poteva essere la sua,  per quanto potevo averlo conosciuto.

Così di comune accordo avevamo pesato di lasciare le cose così....

E di stare attenti a non cadere nei suoi tranelli malefici.

Forse aveva ragione Luca,  prima o poi si sarebbe stancato di comportarsi come una persona che ha solo un neurone e neanche del tutto sviluppato!

Voleva farmi star male?

Volevo ferirmi?

Quello stupido non aveva capito che ci stavo male già per conto mio.

Non serviva che lui si comportasse così, non serviva proprio.

Era tanto concentrato su se stesso che non vedeva al di là del palmo della sua mano.

Peggio che un cavolo con indosso il paraocchi!

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