Capitolo 13: Ragnatela

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Alle sei di sera, Estate cercava di specchiarsi come meglio poteva con un pezzo di vetro. Si era lavato con l'acqua gelida del ruscello e si era sciolto la treccia nera, in modo che gli ricadesse in due ciocche su ogni spalla.Studiò quel poco del suo riflesso che riusciva a vedere, poi si rifece la solita acconciatura con uno sbuffo di frustrazione. Indossò la tunica da schiavo prestatagli da Fukayna, la quale, purtroppo, non era affatto immacolata, e si strofinò dietro le orecchie alcuni petali di ninfea, tentando di estrarne un po' di profumo.

Era pronto e per niente soddisfatto del risultato.

Estate si lascio cadere sul suo sacco per dormire. Sapeva che Tigre lo avrebbe desiderato in qualunque modo si fosse presentato all'appuntamento, ma voleva comunque farsi bello. Voleva mostrarle quanto fosse più affascinante di quel principino viziato che cercava di portargliela via. Ma uno schiavo non possedeva gingilli né vestiti.

"Pronto per la bella serata?" gli chiese Fukayna, entrando nella stanza dove venivano ammassati tutti i sacchi per dormire degli schiavi. Il suo era posto esattamente accanto a quello di Estate.

Il mezzosangue le rispose con un grugnito.

"Che ti prende? Credevo di entrare e sorprenderti a ballare dalla gioia, invece hai il muso lungo" osservò Fukayna.Estate si rimise seduto "Sono semplicemente io" mugugnò.

La schiava lo guardò senza capire.

"Questa sera avrò il mio primo appuntamento con Tigre. È una serata speciale per me!" le spiegò Estate con foga "Vorrei essere più... presentabile".

Fukayna sorrise, intenerita, e nella mente le si formò un'idea "Forse possiamo rimediare".Lo trascinò per i corridoi sino a che non si infilarono in una anonima stanzetta "Fukayna, questo è il ripostiglio" protestò Estate. Lei accese una candela "Qui vengono tutte le schiavette di palazzo per farsi belle quando hanno un appuntamento desiderato" rivelò, strizzandogli l'occhio.Estate sbatté le palpebre "Come mai io non lo sapevo?".La schiava rise "Sai, ogni tanto dovresti ricordarti di essere un maschio".Estate arrossì, ma sorrise.

Fukayna lo fece sedere su uno sgabello "Allora per prima cosa: il vestito" disse. Svanì dietro ad un armadio e lui la sentì frugare dentro qualcosa.

"Cosa te ne pare di questa?" gli chiese, tornando da lui con una tunica.Estate sbarrò gli occhi "Sei sicura che posso prenderla?".

Il vestito era pulito e senza scuciture, quindi, per uno schiavo, era davvero splendido.Fukayna annuì "Qui tutti i vestiti, i trucchi, i profumi e i gioielli sono usati in comunità. Basta che fai attenzione a non rovinarla".

Mentre si cambiava, Estate si disse che doveva ricordarsi di dire a Tigre di non usare gli artigli, quella notte; non voleva che la tunica si danneggiasse.Quella veste era davvero adatta a lui, si rese conto. Color castano, la stoffa assecondava, affiatata, la forma flessuosa del suo corpo e presentava sul fianco destro uno studiato spacco, il quale lasciava intravedere la linea del bacino. Gli arrivava sino a metà coscia e sull'orlo erano state cucite delle piccole piume pendenti.

Fukayna applaudì quando lui fece una giravolta su se stesso. "Ora, vediamo... Trovata!" esclamò la schiava, mostrandogli un piccolo cerchietto con una goccia di vetro ambrato da far ricadere fra gli occhi.Glielo mise "Questo è perché hai degli occhi splendidi, piccolo. Ne sottolineerà la lucentezza".

Estate arrossì e le sorrise "Grazie, Fukayna". Poi la fennec lo studiò "Hai avuto una buona idea a strofinarti i petali di ninfea dietro alle orecchie, ma così facendo il profumo non resterà per molto tempo".

Andò a prendere una scodella e un pestello. Vi triturò dentro altri petali di ninfea sino a che non ebbe ottenuto una pasta umida. Poi vi immerse due dita e inumidì la pelliccia di Estate dietro alle orecchie, sotto le ascelle, nell'ombelico, nella parte interna dei gomiti e dietro alle ginocchia.In seguito, slegò la treccia di Estate, pettinò la cascata nera di pelliccia con un pettine precedentemente immerso nella pasta umida di ninfea, e poi rifece l'acconciatura insinuando fra la pelliccia un nastro dorato.

L'amante di Maestra TigreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora