Capitolo 23: Vento di Cina

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"Hak!" gridò Fukayna, entrando nella stanza dove dormiva l'equipaggio. In molti si voltarono ad osservarla.

"Ehi, ragazzi, guardate chi è venuto a trovarci!" disse un ghepardo, alzandosi dalla sua amaca per tagliarle la strada.

Fukayna indietreggiò "Sto cercando Hak. Per favore, è un'emergenza!".

"Allora perché non vieni a sederti con noi, cara? Così ci racconti tutto".

Quando il ghepardo l'agguantò per un polso, Fukayna fece un balzo indietro, liberandosi.

"Lascia stare la schiava, Duma" intervenne un anziano bufalo.

"Hak!" esclamò Fukayna, agitata "Tigre è nei guai. Si è gettata fuori bordo per prendere Estate e ci sono degli squali!".

Il bufalo la prese per un braccio, sollevandola da terra. "Ehi!".

"Vieni con me. Se resti qui, non credo che farebbero i galantuomini".

Fukayna smise di protestare e gli fece un sorriso, seppur agitato. Hak la lasciò andare non appena giunsero sul ponte. Prese una corda e la legò a un gancio che si trovava sul parapetto.

"Tieniti pronta a tirare" l'avvertì. Poi lanciò la corda oltre il parapetto.


L'impatto con l'acqua gelida era stato terribile, Estate non aveva avuto nemmeno il tempo di trattenere il fiato. Il sopra divenne il sotto, disorientandolo. L'acqua salata gli invase il naso e la gola, costringendolo a rigettarla solo per ingoiarne altra. Stava affogando.Il mare era buio, pieno di movimenti. Mentre il mezzosangue cercava di guadagnare la superficie, qualcosa di grande si mosse accanto a lui.

Estate si agitò. Aveva bisogno di ossigeno, ma allo stesso tempo temeva il momento in cui avrebbe perso di vista lo squalo per respirare.Mentre cercava di non attirare con movimenti bruschi l'attenzione di quella bestia, Estate si rese conto di come fosse brutto quello squalo. Il corpo era tozzo, color marrone slavato. Il muso era appuntito, la bocca aperta a mostrare una chiostra di denti appuntiti e irregolari.

I polmoni bruciavano a causa della mancanza d'ossigeno, la debolezza invase le membra di Estate. Solo pensare a Tigre gli diede la forza di continuare le sue bracciate; non voleva lasciarla così, dopo aver litigato.

Lo squalo si avvicinò così tanto che, se Estate avesse allungato un braccio, sarebbe riuscito a toccarlo. Credette di essere spacciato, ma la bestia si allontanò di scatto da lui. Perché?

All'improvviso una grande zampa lo afferrò per il polso, traendolo a sé, e lui riconobbe la sua guerriera. Tigre volò verso la superficie, rompendola con foga. Estate cominciò a vomitare acqua da sopra la sua spalla, richiamando aria nella gola irritata.

"Tigre..." tossì, avvinghiandosi al suo collo. Voleva avvertirla dello squalo, ma non ci riuscì. Tigre gli disse di tenersi forte e lo spostò in modo che fosse sdraiato sulla sua schiena. Poi prese a nuotare, lunghe e forti bracciate, regolari e veloci, ma la nave si stava allontanando troppo in fretta. C'era buon vento, quella sera.

La maestra stava cominciando a disperare quando vide comparire Hak oltre il parapetto. Il bufalo le lanciò una corda, imprimendo nel gesto tutta la forza di cui era capace. Fu così bravo che Tigre dovette solo stendere la zampa e afferrarla. Stringendo forte la presa, lasciò che la trainassero. Una volta arrivati vicino alla chiglia della nave, Estate gridò.Lo squalo aveva deciso di attaccare. Era sbucato accanto a loro con le fauci spalancate. Quella visione da incubo stava per azzannare il fianco di Tigre.La maestra ruotò su se stessa, in modo da premere Estate contro il legno della nave. Lo squalo la prese di striscio, ferendole la carne, ma non riuscì a trascinarla sotto.

L'amante di Maestra TigreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora