Capitolo 59: Epilogo

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Due mesi dopo

"Sei lenta!" gridò Shifu, ridendo mentre cavalcava più veloce attraverso il bosco. Si fermò nella solita radura, nonostante Iside desiderasse correre ancora. La sua giumenta dimostrava ogni giorno di più un caratterino tutto pepe.

Tigre lo raggiunse poco dopo in groppa a Yang. "Lui non è più un giovincello", ribatté, dando una pacca sul collo del cavallo, il quale nitrì come a darle ragione."Dovresti essere più comprensivo con lui, papà", aggiunse la maestra, scoccando un'occhiata maliziosa al maestro.

Shifu emise un verso indispettito. "Io sono giovane dentro."

Smontarono da cavallo di comune accordo per permettere a Yang e Iside di brucare la prima erba primaverile.

"Sei bella", disse Shifu, dopo che si furono seduti su un masso per riposare le gambe.Con ancora il viso rivolto al sole, Tigre sorrise. "Ogni figlia è bella agli occhi del proprio padre", rispose.

Passò qualche minuto prima che dicesse: "Grazie per avermi adottata."

"Sai", rispose Shifu, dopo un momento, "ho cominciato a credere che non avrei potuto farne a meno."

Appoggiarono le spalle, sostenendosi a vicenda sul freddo masso scivoloso. Non ci sarebbero stati abbracci, né baci. Era troppo per anime come le loro, le quali sapevano di essersi trovate e tanto gli bastava.

Tigre e Shifu restarono così sino a che Iside non venne a sospingere il maestro con il muso."Oh, ma insomma! Non puoi essere così gelosa", brontolò Shifu, accarezzando il muso della giumenta, la quale trillò, felice delle sue attenzioni.

Tigre sorrise. "Credo sia il momento di andare. Gli altri ci aspettano per pranzo."

Shifu annuì, issandosi su Iside. "Ma sì, ti ho distratta abbastanza. Credo che ormai sia tutto pronto", disse.

Tigre, che stava per salire in groppa a Yang, guardò Shifu con confusione. "Come?" chiese, ma il maestro si limitò a sorridere, sibillino, prima di allontanarsi al galappo.

"Maledizione", latrò Tigre, affrettandosi. Come tutti i mortali, infatti, ella aveva un punto debole ed era la curiosità. Senza contare che detestava ritenersi all'oscuro di quanto accadeva accanto a lei.

Quando Tigre, finalmente, giunse a palazzo, trovò Iside già sistemata nella stalla. La giovane giumenta stava strofinando il muso contro quello della madre. Di Shifu, nessuna traccia.

"Dannazione", brontolò Tigre. A cosa stava andando incontro?

La maestra tolse la sella a Yang e gli aprì il recinto per permettergli di raggiungere la famiglia.

"Domani porto te?" chiese a Yin, schioccandole un bacio sul muso. La madre emise un lieve nitrito e Tigre sorrise. Forse no, decise, adocchiando il ventre della giumenta. Cominciava a sospettare che ci fosse in serbo un'altra piccola sorpresa.

Tigre rabbrividì quando rientrò nell'ambiente caldo del palazzo. La primavera era quasi esplosa eppure il freddo persisteva. In cucina, venne accolta dal resto della famiglia, mancavano all'appello solo Shifu ed Estate. A Tigre bastò un'occhiata per rendersi conto che tutto sembrava in ordine. Ciò la insospettì, perché ogni singola persona all'interno di quella stanza mantemeva nei suoi confronti un atteggiamento artificioso. Come se non vedessero l'ora che accadesse qualcosa.

Tigre sentì un ringhio solleticarle la gola, ma lo trattenne. Per fortuna soggiunse un altro pensiero a distrarla quando posò gli occhi su sua sorella adottiva.

Fukayna era seduta al tavolo con i gomiti appoggiati al ripiano di legno. Pareva corrucciata perché nessuno le permetteva di rendersi utile, premura che Tigre apprezzò molto, considerata la sua condizione.Fukayna era incinta di tre mesi, ormai. Se davvero anche Yin era in dolce attesa, Tigre avrebbe potuto fare un bel regalo al nascituro. Che poi, si chiese la maestra con sorriso, come avrebbe dovuto definirlo? Fratello o nipote?

Tigre si sedette al tavolo e decise di non dire niente dei suoi sospetti sulla possibile gravidanza di Yin. Prima voleva esserne certa.

Quando finalmente Shifu comparve sulla soglia, il sorriso tornò sulla bocca di Fukayna. I due sposi si salutarono con un casto bacio, poi Shifu accarezzò il ventre della moglie.

"Stai bene?" le chiese, facendo del suo meglio per nascondere la preoccupazione.

Fukayna alzò gli occhi al cielo. "Sto per avere un figlio da un maestro di kung fu", si lamentò. "Temo già il momento in cui comincerà tirarmi i calci."

"Speriamo che sia maschio", borbottò Tigre.

Accanto a Gru, Vipera la guardò male. "Femmina", protestò. "Siamo troppo poche, qui."

"Non voglio un'altra adolescente isterica in giro per il palazzo", rispose Tigre.

"Senti chi parla..."

Fu in quel momento che Estate fece la sua comparsa in cucina e scongiurò un battibecco.

"Dove ti eri cacciato?" chiese Tigre, focalizzando l'attenzione su di lui. Non che avesse altra scelta; ogni volta che Estate entrava nella stanza, la maestra perdeva la facoltà di concentrarsi su qualsiasi cosa all'infuori di lui.

"Ero andato a prepararmi", rispose il mezzosangue con un gran sorriso.

"Questo lo vedo", disse Tigre, perplessa. Estate aveva indossato un abito elegante, un po' fuori dall'ordinario considerati i suoi gusti. Prima che la maestra potesse chiedere cosa diavolo stava succedendo, il resto degli allievi si lasciò sfuggire un brusio eccitato.

Tigre li guardò e sentì la pelliccia del capo incresparsi. Sì, si disse, detestava essere all'oscuro di quanto capitava attorno a lei.

La maestra tornò a guardare Estate quando egli le prese la zampa. Si era inginocchiato e le stava mostrando un anello.

Tigre sbarrò gli occhi, ma la sua sorpresa venne presto rimpiazzata da un primordiale istinto di protezione quando nella sua cucina risuonò un forte schiocco. La maestra trasse Estate a sé mentre un piccolo proiettile si abbatteva sul tavolo, scaraventando via la boccetta di salsa di soia con cui Mantide soleva condire il suo pasto. Scimmia si ritrovò il petto e il viso imbrattato.

"Maledizione, panda!" sbottò Shifu. "Hai stappato la bottiglia troppo presto."

"Mi dispiace!" disse Po, posando il vino per guardarsi la zampa. "Gru, sto sanguinando! Mi sono spezzato un'unghia."

Il volatile alzò gli occhi al cielo mentre Mantide esclamava: "La mia salsa..."

"La mia faccia, piuttosto!" lo redarguì Scimmia, seccato, mentre una ridente Vipera gli porgeva dei tovaglioli.

Tigre osservò tutto questo sino a che Estate non le fece scivolare le braccia attorno al collo, attirando la sua attenzione.

"Amore mio", le disse, a un soffio dal suo viso, guardandola con quei suoi grandi occhi screziati, bui e pieni di speranza quanto un cielo stellato. "Vorresti sposarmi di nuovo? Per bene, questa volta?"

Mentre il resto dei maestri continuava a battibeccare, Tigre sorrise a Estate. "Sei sicuro di voler far parte di questo branco di pazzi?"

Il sorriso entusiasta di Estate, come sempre, fu l'avvenimento più bello della sua giornata.

                                                                                             FINE


Dedico interamente questo breve romanzo a Frecciadifuoco, colei che ha smosso mari e monti per riaverlo a disposizione.

Sei stata una bella sorpresa, Freccia, e sono felice di poter dire, finalmente, che la storia è completa.


L'amante di Maestra TigreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora