Capitolo 26: Predatore

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Tigre si svegliò a causa di una serie di gentili pressioni sulle labbra. Ricambiò i baci di Estate prima in modo assonnato, poi con sempre più ardore, assaporando nella sua bocca gli ultimi strascichi di sonno, tinti dal sapore antico del vino speziato della sera precedente. Si guardarono a lungo, senza parlare, cullati dal calore dei loro corpi.Tigre fece passare una zampa fra la cascata di pelliccia nera di suo marito, portandosela alla bocca e baciandola.

Estate le sorrise. "Forse dovrei tagliarla" mormorò, stirandosi e sospirando.

"No!" esclamò Tigre con veemenza. Lui la guardò, meravigliato di quello sbottò. Tigre modulò il tono della voce. "Mi piace davvero tanto. Non tagliarla, ti prego".

Estate ridacchiò e promise. "Dovremmo metterci in marcia" disse, poi, districandosi dalle sue braccia e voltandosi a prendere il suo maglione. Mentre si rivestiva, sorrise, scovando alcuni segni del passaggio di Tigre sul suo corpo. Avrebbe voluto che non svanissero mai.

All'improvviso il mezzosangue gettò le braccia al collo della sua guerriera, impegnandola in un bacio profondo.

"Oh, no, no, no" protestò Tigre, quando lui fece per denudarla ancora. "Tu stesso hai detto che dobbiamo andare".

Estate insinuò le dita oltre la cintura dei suoi pantaloni. "Sarò veloce" promise.

Tigre gli afferrò i polsi, bloccandolo. "Fuori dalla tenda, razza di polpo" lo redarguì.

Estate mise il broncio. Sarebbe riuscito ad ottenere quello che voleva, se Fukayna non avesse fatto irruzione nella tenda, posizionandosi a gambe larghe alle sue spalle.

"Estate" sibilò, facendolo agghiacciare.Prima che il mezzosangue potesse dire o fare qualcosa, la fennec lo prese per un orecchio, trascinandolo fuori dal tepore della tenda.

"Ahi, ahi, ahi, ahi" si lamentò meccanicamente Estate, seguendola.Tigre uscì ridacchiando, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di suo marito.

"Respirate questa buona aria pura e fredda. Ormai quella che regna nella vostra tenda è satura di feromoni" disse Fukayna, fermandosi accanto al fuoco.

"Sai, ho grandi progetti per quell'orecchio" le fece osservare Estate.Lei vi diede un altro strattone prima di lasciarlo andare.

"E smettila di tentare con le tue grazie il buonsenso di Tigre!" lo rimproverò.

Estate era scioccato. "Io!?" protestò. "Dillo a lei!" disse, indicando Tigre, che rise.

Smantellarono il loro piccolo accampamento dopo aver mangiato qualcosa. Era incredibile come il cibo più semplice acquistasse un sapore così delizioso se mangiato in compagnia di chi ti è caro. Una volta messe le tende e le provviste nelle ceste ai lati del carro, partirono al galoppo. Non avevano fretta ma Tigre percepiva del turbamento nel cuore di Fukayna e sperava che la velocità l'aiutasse a lasciarselo alle spalle.

Non fu così. La fennec seguitò ad essere pensierosa anche quando si fermarono, alle due passate, per pranzare. Tigre si predispose nella preparazione di qualcosa di caldo ed Estate si offrì di andare a raccogliere legna.

"Non allontanarti troppo!" gli gridò Tigre, allarmata, quando lo vide partire di corsa. La maestra temeva che potessero esserci dei lupi nei paraggi o, peggio, degli orsi. Si tranquillizzò quando vide che Estate l'aveva presa in parola, restando sul limitare della boscaglia. Sorrise quando lo vide correre da una parte e dall'altra, la treccia svolazzante dietro di lui.

Fukayna si sedette su una roccia e sospirò, attirando l'attenzione della maestra, che si sedette accanto a lei.

"Cosa ti prende, briciola?" gli chiese, accarezzandole il capo. Fukayna si portò le ginocchia al petto, diventando ancora più minuta di quel che già era.

L'amante di Maestra TigreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora