Capitolo 55: Un arrivo inatteso

38 1 0
                                    


Era immerso nel miele. Non gli veniva paragone migliore per descrivere il modo in cui si sentiva. Un'onda nera, densa e appiccicosa come il miele lo avvolgeva completamente. Solo che non c'era niente di dolce in essa.Cominciò a nuotare verso quella che giudicava essere la superficie. Procedeva lentamente ma era tenace, deciso a raggiungerla perché aveva ancora molto da fare, molto da vivere. Doveva ancora salvare la sua amante dalla prigionia perversa di Aracno.

Più risaliva, più i sensi cominciavano a districarsi della melma nera. Per primo tornò il tatto, comunicandogli che era sdraiato in un letto.

Estate sentì la puntura feroce del bruciore sui polsi, ma gioì di quella sensazione perché gli confermava di essere ancora vivo. In seguito arrivò l'odorato, percepì il sentore di erbe e impacchi ma, soprattutto, sentì odore di fuoco, di legno e di terra riarsa dal sole. Un odore caldo e rassicurante che placò la sua urgenza senza intaccarne la tenacia.

Tigre, riuscì a pensare. Era l'odore della sua guerriera.Del gusto ne avrebbe fatto volentieri a meno; la sua bocca aveva il sapore della sabbia. L'udito, invece, fu il benvenuto. Estate cominciò a sentire un bisbiglio, un filone spesso che si tesseva nell'aria. Poi il filone si divise in fili più piccoli. Riconobbe diversi timbri di voce e poi qualche parola.

"...fortunato" mormorò Mantide.

"Solo... salasso". Gru?

"Estate non è così scemo da salassarsi mentre è immerso nell'acqua calda" disse la voce dura di Fukayna.

Per ultima arrivò la vista. Estate aprì gli occhi lentamente e vide la volta del baldacchino nero. Sbatté le palpebre e la fastidiosa sfocatura disparve.

 "Tigre" chiamò e la sua voce gli suonò debole come le gambe di Iside appena nata.Per un istante ebbe paura che lei non ci sarebbe stata. Invece quel viso che tanto amava comparve davanti a lui, segnato da una paura profonda che ancora affondava gli artigli nel cuore che lui aveva giurato di proteggere. Nemmeno quando era rinvenuto da una quasi ipotermia, Tigre aveva avuto un viso del genere.Era spaventata a morte.

"Ehi, raggio di sole" mormorò Estate, tirandola contro il suo petto. Fu un sollievo sentirla abbandonarsi; le braccia gli pesavano come tronchi.

"Che cosa è successo?" gli chiese Tigre accanto al suo orecchio. Dei, che voce fragile. Ma cosa risponderle?

"Non volevo arrivare a questo" disse Estate "Mi sono sempre lavato con acqua fredda... Non credevo che l'acqua calda...".

All'improvviso Tigre venne spinta via.

"Fesserie!" ruggì Fukayna. Lo afferrò per il bavero della camicia, sollevandolo a sedere senza tanti complimenti. "Dì la verità, imbecille, o te la caverò a forza dalla gola con le tenaglie arroventate!"

Estate sostenne eroicamente il suo sguardo. "Sentivo solo il bisogno di salassarmi. Tutto qui. È stato un incidente".

Si sentì un verme quando incontrò gli occhi di Tigre. In quelle iridi di brace lesse un dolore così profondo che fu tentato di dirle la verità. Ma non poteva farlo: toccava a Estate difenderla dalle brame di Aracno.

Shifu prese Fukayna per le spalle, tirandola indietro e cercando di non attirare su di sé la sua furia. Tigre si sedette nuovamente sulla sponda del letto, prendendo le zampe di Estate fra le sue. Solo in quel momento il mezzosangue vide Aracno. Era appoggiato alla parete, proprio accanto alla porta... e a lui venne in mente il modo in cui l'aveva agguantato proprio quando stava cercando di scappare.

Istintivamente, Estate si irrigidì. Tremò quando Aracno gli sorrise.

"Tentare il suicidio" commentò. "Deplorevole".

L'amante di Maestra TigreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora