Capitolo 37: Una lucertola che si crogiola al sole

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Il silenzio nella Sala dei Guerrieri era tale da anestetizzare le orecchie. Dopo un'ora e mezza che passeggiava lì dentro, Estate si sentì rintronato come se fosse stato al centro di un'arena colma di spettatori urlanti.

Il gioco era semplice: doveva evitare le imboscate di Shifu, ma il maestro era svanito non appena avevano messo piede lì dentro.

Per un po' Estate non aveva fatto altro che rimanere fermo dov'era, i sensi all'erta. Poi, dopo circa mezz'ora, aveva cominciato a camminare in giro per la sala, pensando che, forse, in movimento avrebbe complicato l'assalto di Shifu.

Più passavano i minuti, più il silenzio stagnante gli penetrava nella pelle, più Estate non poteva fare a meno di abbassare la guardia a causa della noia. Era così che Tigre si era allenata per tutti quegli anni? Se sì, strano che non le fosse cresciuta la barba.

Ah, la sua guerriera! Debole e forte, maschio e femmina, yin e yang.All'improvviso si ricordò dei loro due cavalli. Sapeva che Tigre, nel cuore della notte, li andava a trovare per nutrirli, coccolarli e portarli a cavalcare, ma lui non l'aveva mai accompagnata a causa del sonno.

Forse stasera, pensò Estate. C'è la luna piena. Potremmo andare a cavalcare nei boschi e poi fare l'amore.

Estate si sentì felice. Adorava il corpo di Tigre, il modo in cui le sue strisce nere si rincorrevano fra loro. Si sentiva come drogato quando lei lo guardava e ogni giorno anelava il contatto intimo dei loro corpi.

All'improvviso Estate sobbalzò e scosse la testa. Aveva lasciato che la sua mente vagasse per i fatti suoi, distraendosi. Era fortunato che Shifu non avesse scelto proprio quel momento per attaccarlo.

Estate sospirò e quel piccolo suono si centuplicò fra le pareti della grande Sala dei Guerrieri. Mentre trasaliva nel rendersi conto che aveva appena rivelato la sua posizione, la frustrazione salì alle stelle. Shifu aveva intenzione di andare avanti così ancora a lungo?

Estate decise di invertire i ruoli. Sarebbe stato lui a cercare Shifu, di certo sarebbe stata una bella vittoria riuscire a sorprenderlo alle spalle. Cominciò con il guardare dietro le colonne e gli altari, gli unici luoghi che potevano concedere un nascondiglio, ma senza successo. In lui cominciò a germogliare il sospetto che Shifu se ne fosse andato.

Estate si mise di spalle alla pozza d'acqua in fondo alla sala, proprio ai piedi dei due scalini, e lì scrutò l'ambiente attorno a sé. Era stufo, desiderava andarsene, ma decise di tendere una trappola al maestro.

Estate si avviò a passo svelto e deciso verso l'uscita della sala. Proprio come sperava, Shifu gli balzò addosso. Estate non riuscì a schivarlo, ovviamente, e finì per ruzzolare a terra.

Torreggiando su di lui, Shifu lo guardò male. "Come osi andartene?" chiese.

"Ci sei cascato!" gioì Estate, balzando in piedi.

Shifu sbatté le palpebre, perplesso. "Come?".

"Ero stufo di aspettare, così ho fatto finta di andarmene per farti uscire allo scoperto".

Il maestro ammutolì e la sua espressione fu così comica che Estate sogghignò. "Il più grande Maestro di kung fu di tutta la Cina non riesce a capacitarsi di essere stato fregato da un umile schiavo?".

Il viso di Shifu si oscurò. "Piccolo infame" disse. Poi fece scrocchiare le nocche. "D'accordo cambiamo esercizio".

Estate impallidì e fece un passo indietro. "Stai scherzando".

"Affatto. Sei veloce e scaltro. Vediamo come te la cavi con un blando corpo a corpo".

A suon di indietreggiare, Estate sentì che era arrivato sul bordo della piscina. Non voleva combattere contro Shifu, ma gli venne un'idea nel caso egli avesse insistito."Tigre ti sbranerà vivo se glielo racconto" disse il mezzosangue.

L'amante di Maestra TigreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora