Tigre si sentì terribilmente delusa quando, al risveglio, non trovò più il mezzosangue fra le sue braccia. Era buffo, a ben pensarci; lei aveva servito la stessa medicina a tutti i suoi amanti, perché Shifu non avrebbe tollerato di vedere uno dei suoi allievi in ritardo all'allenamento mattutino.
Passandosi una zampa sul viso, Tigre si chiese se non avesse sognato di far l'amore con un tigrotto, ma i segni delle graffiate e dei morsi erano ben visibili sul suo corpo, e la fecero sorridere.Solo quando fu totalmente sveglia si rese conto che teneva nella zampa un biglietto sgualcito. E si sentì felice.
Sì, quel giovane maschio aveva risvegliato in lei un interesse che non pensava avrebbe mai nutrito per qualcuno. Restava da comprendere se fosse opportuno lasciarsi coinvolgere. In fondo, Estate era di Shifu.
Mentre si rivestiva, Tigre sbatté le palpebre, accigliandosi. No, si disse. Estate non apparteneva al suo maestro; era libera di comportarsi come preferiva. Shifu non aveva il diritto di ostacolarla.
Ed era meglio che non ci provasse neppure, pensò la maestra. Senza quasi rendersene conto, le sfuggì un ringhio.
Una volta uscita in strada, superando un gruppetto di ubriachi, Tigre constatò che la festa della sera prima aveva lasciato il segno. Diverse persone erano accasciate contro i muri delle case, addormentate. Un festaiolo, troppo gonfio di cibo e di vino, vomitò in un vaso.
Il sole era sorto da circa un paio d'ore, le restava un po' di tempo prima di recarsi al palazzo reale, così decise di andare a cercare il lago menzionato da Estate nel biglietto, in modo, quella notte, da trovarlo senza complicazioni.
Il luogo predestinato per l'incontro si trovava alle pendici della collina dove si ergeva il palazzo reale. Era isolato, tranquillo e Tigre capì che era quello il motivo per cui era stato scelto dal suo amante. Il suo corpo si accese come un tizzone ardente al pensiero di fare l'amore con lui in un posto meraviglioso come quello, sotto le stelle.
Oh, Dei, come lo voleva. Questa smania non le era nuova; già una volta aveva desiderato fare l'amore più volte con la stessa persona. Tuttavia, con quel maschio, era stata una semplice questione di ormoni. Con Estate, invece... Prima ancora del suo corpo, Tigre voleva risentire la sua voce e il suo odore. Stringerlo forte a sé, baciare i suoi nuovi lividi.E mostrargli il cuore ancora fumante di chi aveva osato ferirlo.
Ascoltando il canto degli uccelli e lo sciabordio dolce del lago, Tigre si rese conto di essere innamorata. Poteva dirlo con certezza, perché era caratteristica dei grandi felini come lei diventare irragionevolmente aggressivi al solo pensiero del proprio amante.Doveva cercare di controllarsi; Estate era uno schiavo, quindi doveva rassegnarsi al fatto di non poterlo tutelare, almeno sino a che non lo portava via da qui.
Le bastò, però, ripensare ai lividi sul corpo del mezzosangue per ritrovarsi con le zanne snudate.
Merda, pensò la maestra, ringhiando. Ora sì che era nei casini.
Una volta trovatasi dinnanzi ai cancelli del maestoso luogo dove risiedeva il faraone, un valletto impettito le venne incontro. Apparteneva ad una specie che per Tigre era quasi sconosciuta, e dovette fare uno sforzo per ricordarne il nome.
Il valletto aveva le sembianze di un'antilope, ma le sue corna erano molto più lunghe, ritorte a spirale. Un addax, ricordò all'improvviso la maestra. Una specie incredibile, capace di restare senza acqua per molto tempo, poiché riusciva a ricavarla direttamente dalle piante di cui si nutriva.
Sai che roba, pensò Tigre, d'umor nero. La sua specie aveva reni capace di gestire pure l'acqua salata. E non era in via d'estinzione.
A quanto pareva, comunque, a Cheope piaceva collezionare specie rare.
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L'amante di Maestra Tigre
FanfictionIn questa fanfiction targata kung fu panda, vedrete i vostri personaggi preferiti muoversi in un nuovo territorio: l'Egitto. Costretto, per motivi politici, a sottostare agli ordini di un sadico faraone, Maestro Shifu non ha altra scelta che inviare...