Capitolo 44: Il santuario

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Non aveva interrotto il suo allenamento. Nonostante dovesse organizzare moltissime cose, Tigre non aveva intenzione di eliminare dai programmi il kung fu. Quella mattina si addestrò con i suoi compagni mentre Estate e Fukayna erano impegnati rispettivamente con Shifu e Oogway.A pranzo mangiò rapidamente e poi corse nella stanza che condivideva con suo marito. Si accorse di star sorridendo mentre prendeva la lista di cose da fare per il matrimonio. All'inizio quell'impegno l'aveva terrorizzata. L'idea di dover creare il matrimonio perfetto per il suo maestro e la sua sorellina adottiva era una responsabilità agghiacciante. Ora, però, ci stava prendendo gusto. Voleva che tutto fosse perfetto, che Shifu e Fukayna vivessero la giornata più bella della loro vita.

"Buh!" esclamò Estate, solleticandole i fianchi.

Tigre sobbalzò, voltandosi. "Non vale sorprendere l'avversario alle spalle" disse, incrociando le braccia sul petto.

Estate gonfiò il petto come se dovesse proclamare qualcosa di importante e alzò un dito verso il soffitto. "Come dice Shifu: Il colpo migliore è sempre quello non visto".

Strillò quando Tigre lo afferrò per i fianchi, facendolo saltare in aria come un cucciolo "Quanta verità in queste parole" gli disse.Si baciarono per qualche minuto, persi l'uno nell'altra. Quando Estate provò a portare le cose su un piano diverso, Tigre se lo staccò di dosso.

"Oh, no, no, no" protestò, allontandosi di qualche passo. "Stai lontano da me. Ho un mucchio di cose da fare e se cominci perderò come minimo due ore".

Estate la guardò, deluso. "Devi proprio stare fuori tutto il pomeriggio?".

"Temo di sì e tu devi andare a lavoro" rispose Tigre. "Ti accompagno. Tanto devo scendere anche io".

"Allora portami in braccio" disse Estate. "Shifu mi ha fatto a pezzetti, questa mattina".

Parlarono del più e del meno durante la discesa al villaggio, ma il mezzosangue continuò a sentirsi frustrato. Non era abituato a sentirsi dire di no da Tigre e passare così poco tempo con lei gli pesava.Si sarebbero rifatti quella sera, però, si disse, quando la maestra lo depose a terra davanti al ristorante di Mr. Ping.

"Passo a prenderti alle sei?" gli chiese.

Sentendosi in colpa per essere così capriccioso, Estate le sorrise. " Solo se ti è congeniale con gli impegni che hai, va bene? Posso anche tornare da solo".

"Farò del mio meglio" promise Tigre, chinandosi per dargli un bacio sulle labbra. "Ti amo".

"Anche io" mormorò Estate, guardandola andare via.Tigre si voltò verso di lui, allegra e sorridente. "E ricordati di chiedere a Mr. Ping se ha già pensato al menù per il matrimonio!".


"Un vestito da sposa che sia adatto a questo tempo invernale" disse Tigre, un'ora più tardi, alla sarta. "Queste sono le misure della femmina".

L'anziana capra prese il foglio che la maestra le stava porgendo e lo studiò con attenzione, avvicinando e allontanando il viso dalla fine scrittura. Tigre si sentì in colpa per aver scritto con caratteri così piccoli.

"Si può fare" disse la sarta, alla fine, dopo qualche colpo di tosse. "Colori?".

"Potrei vedere alcune stoffe?".

La capra le sorrise e annuì, indicandole una stanza adiacente al bancone dove stava cucendo. Tigre vi entrò e si ritrovò investita da così tanti colori e fantasie di decorazioni da restare frastornata. Si aggirò fra le stoffe per ammirarle.Oltre a lei nella stanza c'erano altre persone ma non le prese in considerazione; era troppo concentrata.Dopo essersi fatta venire il mal di testa, Tigre scelse per Shifu un tessuto argentato, dotato di una evanescente sfumatura azzurrina. Gli orli delle maniche e dei pantaloni erano ricamati di un nero brillante e seducente.

L'amante di Maestra TigreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora