Capitolo 10: La festa Sed

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Ogni volta che si alzava per raggiungere Hetepheres, Estate svegliava Fukayna in modo che la schiava potesse occupare il suo posto nel morbido letto matrimoniale. La maestra, quindi, non fu sorpresa di svegliarsi ritrovandosi la giovane fra le braccia.

"Stai comoda?" le chiese Tigre, ironica. Fukayna annuì "Sì, sei calda e morbidosa" ribatté. Divertita, Tigre si alzò, ignorando il grugnito di protesta della giovane. Fu felice di notare che dal cesto di frutta mancavano due mele e mezzo grappolo d'uva nera, perché significava che Estate aveva fatto colazione.

"Al volo" disse, lanciando un arancio a Fukayna. Lei stava sbadigliando di nuovo, ma afferrò il frutto senza nemmeno guardarlo."Bella presa" commentò Tigre, ammirata."Sei di buon umore oggi" constatò la schiava, cominciando a sbucciare il frutto. La maestra fece un sorrisetto "Non ho dubbi riguardo la salvezza del faraone" disse "Sono troppo brava nel mio lavoro per preoccuparmi".

"Non c'è bisogno di parlare fra le righe qua dentro" la rassicurò Fukayna. "Questa è una delle poche stanze del palazzo che non hanno spifferi" continuò "Anche Shifu alloggiava qui. Cheope la utilizza per dare un piccolo vantaggio alle sue prede. Altrimenti vincere, per lui, sarebbe eccessivamente facile".

"Io non sono la preda di Cheope" s'indignò Tigre, mentre si cambiava d'abito.

"Parli come Kephen" ridacchiò la schiava.

"A proposito del principe" disse la maestra all'improvviso "Come vi siete conosciuti?".

Fukayna si strinse nelle spalle "Sono stata comprata poco prima di Estate e per questo diventai la badante del principe. Il tuo amante è stato meno fortunato ed è finito nelle grinfie di Hetepheres".

Tigre tacque per un po'. Desiderava fare una precisa domanda a Fukayna, ma temeva di ferirla, quindi, mentre cercava il coraggio di parlare, si mise a riordinare la stanza."Che cosa ti ha fatto Cheope, briciola?" disse, alla fine, dopo aver rifatto il letto. Fukayna voltò il viso di scatto, guardandola negli occhi. "Beh" commentò, dopo un momento "Sei curiosa come una scimmia".Il paragone non era lusinghiero, ma la maestra si limitò ad attendere una risposta. Quando si rese conto che non avrebbe avuto la possibilità di scantonare, Fukayna sospirò.

"Mio padre non voleva vendermi come schiava" disse, incrociando le gambe sul letto. "Ma Cheope voleva vendicarsi di un qualche torto, così lo costrinse a fare un gioco con lui".Gli occhi di Fukayna erano stranamente inespressivi mentre ella raccontava, ma la maestra riusciva a vedere quanto stesse soffrendo. Desiderava darle conforto, tuttavia era certa che la schiava non avrebbe accettato alcun contatto fisico. Non in questo momento; non avrebbe saputo gestire la compassione.

"Mi ha legata ad un palo" continuò "Al centro di una piccola arena. Mio padre era libero di muoversi. Doveva affrontare due gladiatori. Cheope disse che, per vincere, mio padre doveva morire solo dopo aver ammazzato quei due bestioni. Se fosse caduto prima di loro, sarei diventata una schiava".

"Un gioco buffo" borbottò Fukayna "Che vincesse o perdesse, mio padre sarebbe morto".

"Presto il faraone avrà quel che si merita" disse Tigre. La giovane le sorrise "Se Kephen diventerà faraone, l'Egitto ci guadagnerà, ma io sono una schiava, Tigre. Nulla cambierà per me".Il cuore di Tigre si strinse nell'udire queste parole, perché sapeva che erano vere e detestava l'idea di non poter fare niente.

All'improvviso, Fukayna balzò giù dal letto e si stirò rumorosamente, quasi volesse scrollarsi di dosso il rammarico della sua stessa esistenza"A proposito di Kephen" disse, gaia "Vuole chiederti di diventare sua moglie".

Disorientata dal repentino cambiò d'argomento, Tigre ci mise qualche istante a comprendere il vero significato delle parole di Fukayna.

"Vorrai scherzare" commentò, sentendosi arrossire.

L'amante di Maestra TigreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora