"Seriamente, non so come faceva a piacerti questa vita, schiava" si lamentò Hetepheres, guardando corrucciata il panorama imbiancato. Era tornata dal suo giro in paese nel tardo pomeriggio, dimostrandosi tiepidamente soddisfatta della passeggiata. Ovviamente, però, abituata com'era alla frenetica vita della sua città natale, trovava quella della valle monotona e noiosa.
Tigre non si curò di darle spiegazioni. Non aveva avuto intenzione di ricevere Hetepheres di ritorno dalla sua scampagnata, ma la sfiga ci vedeva bene e mentre la maestra prendeva una boccata d'aria sotto il pesco con Shifu la faraona era intervenuta, scacciando il maestro. Aveva costretto Tigre a restare lì con lei, comunicandole di iniziare a fare i bagagli, perché il giorno dopo sarebbero partite all'alba. Shifu l'aveva guardata male, ma Hetepheres si era limitata a dire che, ormai, con l'avvicinamento dell'ora della partenza, Tigre era sua.Con un'occhiata la maestra aveva comunicato a Shifu di lasciar perdere, di tollerare e di andarsene. Presto, per loro, tutto si sarebbe risolto.
Tigre abbassò gli occhi a terra quando si rese conto che davanti a lei si estendeva una vita di prigionia, sotto un maschio che non desiderava e lontana dalla sua famiglia.
Persa nelle sue meditazioni, Tigre non vide arrivare il ceffone di Hetepheres.
"Non osare ignorarmi" le disse.
L'occhiata furibonda che Tigre le riservò fece sorridere la faraona. Per un attimo, la maestra desiderò spingere Hetepheres giù dal dirupo. Sarebbe stato bello sentirla gridare.
"Desideri ammazzarmi, vero?" domandò la faraona con un sorrisetto. "Avanti, fallo".
Tigre serrò le zampe. Sapeva di non poter fare niente. Hetepheres aveva dato ordine ai suoi sette assassini di aizzare l'esercito contro la valle se a lei fosse capitato qualcosa di male.
"Perché fai tutto questo?" chiese Tigre. "Perché venire oltremare per me? Di cosa vuoi vendicarti?"
Le domande colsero Hetepheres di sorpresa. Fu così che Tigre vide il lampo di dolore e rabbia che le attraversò gli occhi. All'improvviso tutto le fu chiaro.
"Sei venuta per Estate, non per me" disse, irrigidendosi. "Tu lo ami, ma quando hai visto quanto è felice di essersi sbarazzato di te, hai deciso di ferirlo portandomi via".
"L'ho difeso da mio padre con tutte le forze. Volevo invecchiare con lui al mio fianco. E invece tu me lo hai portato via!" latrò Hetepheres, facendo un passo avanti come se volesse colpirla ancora.
"Non ti avrei mai amato" disse una voce dietro di loro.
Entrambe le femmine si voltarono, sorprese di vedere Estate accanto al tronco del pesco. Il mezzosangue stava guardando Hetepheres senza alcuna emozione nello sguardo, proprio come se stesse guardando un sasso. Nemmeno il ricordo di quanto lei gli aveva fatto lo smuoveva. L'aveva del tutto dimenticata e la faraona si rese conto che era stato consolante credere che egli la pensasse, ogni tanto, anche se con paura.
Hetepheres raddrizzò la schiena "Eri uno schiavo. Ti avrei tenuto al mio fianco con o senza il tuo consenso" disse, ostile.
Estate si staccò dal tronco "Sarebbe accaduto, se non avessi incontrato la mia bella moglie" disse, prendendo Tigre sottobraccio e tirandola verso il palazzo. "Speravo di avere un po' di tempo per noi, prima di cena, ma temo che dovremo rimandare le nostre romanticherie, amore mio".
Tigre si costrinse a sorridergli, ma la minaccia di Aracno le invase la mente. Doveva evitare le attenzioni di Estate a tutti i costi.
Il mezzosangue si voltò verso Hetepheres e le sorrise. "Vieni all'ultimo pasto".
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L'amante di Maestra Tigre
FanficIn questa fanfiction targata kung fu panda, vedrete i vostri personaggi preferiti muoversi in un nuovo territorio: l'Egitto. Costretto, per motivi politici, a sottostare agli ordini di un sadico faraone, Maestro Shifu non ha altra scelta che inviare...