Capitolo 46: Tradimento

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Estate non si sedette sulle sue ginocchia quella sera. Preferì restare seduto accanto a Miù, su uno sgabello di fortuna, a parlare con lei del più e del meno. Tigre odiava la confidenza e i sorrisi che quella femmina elargiva a suo marito e detestava anche il fatto che i suoi compagni fossero gentili con lei. Passò la serata contesa fra l'irritazione e il senso di colpa, perché a ogni fitta di gelosia si sentiva un verme. Come poteva dubitare così dell'amore di Estate?

Seduto dinnanzi a lei, Shifu percepiva la tensione della figlia e ne era dispiaciuto. Mettendosi nei suoi panni anche lui avrebbe ribollito. Ma ciò che maggiormente dava pensiero al maestro era lo strano comportamento di Fukayna. Accomodata accanto a lui, la sua futura sposa non aveva ancora detto una parola. Ed era pallida, tesa. Qualcosa la turbava.

Dopo cena, i vestiti di Miù erano asciutti e la lieve bufera era passata. La femmina non aveva più alcun motivo per restare. Così si prodigò in ringraziamenti e tolse il disturbo. Nessuno si azzardò a dire: "Torna presto a trovarci".

La tolleranza di Tigre aveva un limite.

"Ti accompagno" si offrì Estate, indossando il suo cappotto.

Miù scosse la testa "Va bene così, non...".

"Non è prudente che una femmina cammini sola di notte" tagliò corto il mezzosangue.

"E nemmeno tu" intervenne Tigre, allungando una zampa per afferrare la sua giacca.

Estate scrollò le spalle con indifferenza "So cavarmela da solo".

Qualcosa nel suo tono indusse la maestra a lasciar ricadere il braccio. "Siate prudenti" disse, facendo un passo indietro.

Sorpreso, Estate esitò. Non si aspettava che Tigre desistesse davvero dal suo intento di accompagnarlo, ma poi si riscosse e uscì.

Quando la porta si richiuse, Tigre emise un basso brontolio di gola.Mantide le saltò sulla spalla. "Ma cosa vuoi che succeda?" le chiese, divertito. "Ormai tutti sanno che Estate è tuo marito. Nessuno si approccerebbe a lui a cuor leggero".

Tigre non disse ciò che veramente la angustiava: il fatto che suo marito stesse andando a casa di una femmina che, con tutta probabilità, lo desiderava.Una fitta di nausea strinse lo stomaco della maestra.

"Ti senti bene?" chiese Gru.

Tigre fece un sorriso forzato. "Credo che andrò a stendermi" disse.

"Se peggiora, chiamami. Vedremo che cosa fare" l'avvertì il maestro.

Quando Tigre svanì alla vista, gli occhi bassi, Scimmia gli dette di gomito "Non credo che esista una cura per il mal d'amore".

Vipera fece una faccia apprensiva "Sarà meglio andare anche noi a dormire" disse, guidandoli attraverso i corridoi.

Rimasto solo davanti alla porta con Fukayna, Shifu le sfiorò una spalla quando vide che ella fissava l'uscio. Quando la sua femmina, lo guardò, i suoi occhi ardevano. "Dobbiamo parlare" disse.


Dopo il calore piacevole del Palazzo di Giada, l'aria fredda della notte fu uno schiaffo in piena faccia. Estate si strinse nel suo cappotto, rabbrividendo. Il vento infuriato della bufera si era acquietato, il cielo era spaventosamente limpido e privo di luna e le stelle brillavano remote e fredde.Di solito Estate trovava conforto in quelle piccole luci arcane. Quella sera, però, esse gli parvero più osservatori severi che lucciole amichevoli.

"Sono tutti molto simpatici" disse Miù e la sua voce suonò stranamente sferzante nell'oscuro silenzio invernale. "Soprattutto Fukayna" aggiunse con noncuranza. "Tigre, però, non riesco a digerirla".

L'amante di Maestra TigreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora