3. Peanut

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Sento dei passi dietro di me, ma ho paura a girarmi, gli occhi fissi sui miei piedi.
Maledizione, sembrerò davvero stupida in questo momento, a chiunque mi stia guardando da fuori.

Una persona normale come la spiega una cosa del genere?
Come si può chiamare, paura delle persone?
Paura di essere toccata?

Che cosa tremendamente ridicola, vero? Eppure, è l'unica cosa che conta per me.

Non sono una di quelle ragazze la cui unica preoccupazione è truccarsi prima di andare a scuola, per cercare di fare colpo su quanti più ragazzi possibili.
La mia unica preoccupazione è evitare le persone, stargli alla larga, e mi riesce davvero bene.
Anni di pratica alle spalle.

Le gambe mi tremano, ma non mi spiego perché, e non riesco a formulare più pensieri di senso compiuto.
Non riesco a mettere a fuoco nella mia mente una frase intera.

Qualche secondo dopo, i passi si fermano, e sento una presenza dietro di me.

Mi sento tutti gli occhi della scuola puntati addosso, ma non ne ho paura, ci ho fatto l'abitudine.
Quando le persone passano la vita a giudicare te, per non farlo con se stessi, ti da fastidio, no?
Perché devo essere la loro valvola di sfogo?
Non è giusto per niente, ma bisogna rassegnarsi.
Non possiamo cambiare quello che le persone pensano di noi, non possiamo entrare nelle loro menti.

Temo due occhi in questo momento, sono verdi e, anche se li conosco da pochi istanti, so già che sono pericolosi.

"Guarda dove vai, nocciolina"

Nocciolina?
Nella mia vita me le hanno dette di tutti i colori, ma questa proprio mai.

"Ci senti o sei sorda?", continua, senza curarsi minimamente degli sguardi dei presenti.
Un altro che ci è abituato, anche se per motivi enormemente differenti dai miei.

Poi mi mette una mano sulla spalla per farmi girare.
A quel punto il mio cervello si risveglia improvvisamente e mi giro di scatto,
facendo cadere la sua mano dalla mia spalla.

"Non mi toccare", cerco di dire abbassando la voce, e quando alzo gli occhi incontro i suoi e mi accorgo che è più vicino di quanto pensassi, quindi sicuramente mi ha sentita.

Si avvicina pericolosamente al mio orecchio, come se dovesse sussurrarmi un segreto, e dice piano:
"Altrimenti che fai, mi prendi a pugni?
Con quelle manine non riusciresti neanche a farmi un pompino decente... ", commenta sarcastico vicino al mio orecchio, e quando si sofferma su quella parola con più enfasi la mia schiena è attraversata da un brivido, e sento le lacrime venirmi agli occhi.

So che è stupido, lo penserebbe chiunque, e questa consapevolezza è quella che a volte mi distrugge di più.

Andare in giro e vedere che le persone intorno a me non pensano a queste cose, non si preoccupano perché qualcuno vuole avvicinarle.

Non cercano mai di trovare per forza dei secondi fini dietro un gesto.

A me capita sempre.
A volte, cammino per strada, e se c'è qualcuno dietro di me, accelero.
Mi rendo conto che non ha senso, ma in quei momenti la paura mi assale, e non posso fare a meno di scappare.

Sempre con gli occhi puntati sui miei, si allontana, indugia qualche secondo su di me, squadrandomi da capo a piedi, e aggiunge:
"Ci vediamo al corso di inglese e di educazione fisica, così magari mi puoi far vedere che fai con quelle manine"

Detto questo si stampa un ghigno in faccia, gira i tacchi e se ne va.

In quel momento, dopo quelle ultime parole, le lacrime iniziano a scendere, e per una volta nella mia vita le lascio fare, non mi interessa più quello che la gente potrebbe pensare di me, perché io so che ne ho tutta la ragione.
E poi, sono stanca di dovermi continuamente preoccupare del giudizio degli altri, perché mi sto perdendo le cose belle che ci sono nella mia vita.
Forse poche, ma per fortuna ci sono.

Non mi toccareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora