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"Buongiorno, Ele", mi saluta Paul venendomi incontro sul mio armadietto, appoggiandosi a quello vicino, ed aspettando pazientemente che cambi i miei libri.

"Buongiorno", ricambio, sforzandomi con tutta me stessa di sorridergli.

Quando ha visto che Susan non c'era, e che sarei stata sola tutta la settimana, ha deciso di accompagnarmi ad ogni lezione.
Mi fa davvero piacere che si preoccupi per me, indipendentemente da quello che c'è tra noi, e non solo quando gli pare.

E poi, riesce a distrarmi dai miei pensieri.
Ultimamente, infatti, non ho la minima idea del perché, la gente mi fissa.
Succede a mensa, nei corridoi, perfino in classe, e non capisco davvero il motivo.

Chiudo il mio armadietto e mi aggrappo con le braccia al libro di inglese, mentre ci dirigiamo verso l'aula.
Sono abbastanza nervosa, ormai lo sono sempre all'idea di incontrarlo, ma spero che Paul non lo noti.

"Tutto bene? Sembra che tu stia andando al patibolo", scherza, con gli occhi nocciola chiaro vagamente preoccupati.
I capelli biondi sono più corti del solito, ma gli stanno bene, e i lineamenti del suo viso sono rilassati.

"Si, solo... Ultimamente inglese mi sta dando un po' di problemi", dico, cercando di convincerlo.
In fondo è la verità, ma non è la materia che mi crea così tanti problemi, quanto uno dei miei "compagni" di corso.

"Posso aiutarti io, se vuoi, me la cavo abbastanza bene. Possiamo vederci dopo la scuola", propone, con lo sguardo speranzoso e fiero di se stesso allo stesso tempo.

Paul è un ragazzo d'oro, davvero, e dovrei essere felicissima di avere una persona come lui accanto a me.
Eppure... non so, mi trovo bene con lui.
Ma sento che è un buon amico, tutto qui.
E poi, ritorniamo sempre al punto di partenza.

"Non ha bisogno del tuo aiuto", sento dire alle mie spalle, e mi giro di scatto, seguita da Paul che, appena vede chi è, alza gli occhi al cielo.

In questo momento vorrei solo prenderlo a schiaffi, ma a cosa servirebbe?

Insomma, mi ha detto chiaro e tondo che non gli è mai importato di me.

Sembrerei solo la solita stupida che si è illusa con Tyler Evans.

"Non ti intromettere Tyler, credo che tu abbia già fatto abbastanza", dice Paul tenendo il suo sguardo, gli occhi quasi ridotti a due fessure, per non farsi intimidire dall'avversario davanti a lui.

Vedo che si trattiene dal prenderlo a pugni, e gliene sono grata, ma direi che quello in torto qui è lui.
Non ha motivo di prendersela con Paul.

"Non ho fatto nulla, biondino.
Sei tu che ti stai mettendo in mezzo", ribatte con un ghigno divertito, come se trovasse divertente tutto questo.

Mi avvicino ai due e mi metto davanti a loro, per cercare di farli calmare.

"Smettila Tyler, non ti ha fatto nulla", sussurro, sperando mi senta, con lo sguardo fisso nei suoi occhi che, in questo momento, mi sembrano più vulnerabili che mai.
Non so perché, ma mi danno l'impressione di un cucciolo ferito.

Sta solo cercando qualcuno che si prenda cura di lui, e questo è il suo modo di gridare aiuto: prendersela con gli altri per portarli ad odiarlo e, in questo modo, a farli preoccupare per lui.
Sembra che stia cercando solo qualcuno che lo ami.

Cerco di scacciare via questi stupidi pensieri, perché sicuramente non è il caso della persona davanti a me.

Vedo che si avvicina ancora di più, e cerco di rimanere calma, i miei occhi sempre nei suoi ad ogni centimetro che ci separa.

Non mi toccareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora