21. Scappare

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Sento i suoi occhi muoversi sul mio corpo, e riesco quasi ad immaginare come si muovano.
Eppure, stranamente non mi da fastidio, mi fa quasi piacere, perché mi fa sentire apprezzata.

Da quando lo conosco, tutte le certezze che mi sono costruita in questi anni hanno cominciato a crollare.

È come se, ogni minuto in più che passo con lui, vicino a lui, i muri che con attenzione e pazienza ho costruito, si aprano in crepe ancora più profonde.

E da una parte credo sia un bene, ma dall'altra mi spaventa terribilmente.
Se una persona è in grado di mettere in discussione me stessa, che cosa potrei fare per lui?

Io guardo fisso per terra, ma vorrei ricambiare il suo sguardo, per cercare di capirlo di più.
A volte mi chiedo cosa pensi quando mi guarda.

Mi chiedo se mi veda come una ragazzina in cerca di attenzioni, o se vede qualcosa di più in me.
Non sono mai riuscita a pensare il meglio in questo.

Ho sempre l'impressione che quando la gente mi guarda, veda solo qualcosa di superficiale.
Qualche mese fa, non avrei avuto dubbi su cosa pensare, ma ora, è tutto in confusione.

A volte mi sembra davvero che tutti lo giudichiamo male, che lo abbiamo fatto fin dall'inizio.

Molti si fermano alle apparenze, e non ci provano neanche ad andare fino in fondo, per capire cosa si nasconde dietro la maschera da stronzo e menefreghista che indossa tutti i giorni.

E lo avrei fatto anche io, se solo lui me lo avesse permesso.
E meno male che non lo ha fatto.

"Guardami, nocciolina", dice, cercando il mio sguardo, fisso sulle mie mani.

Non voglio guardarlo, perché i suoi occhi mi fanno sentire al sicuro, ma contemporaneamente mi infondono un senso di inquietudine.

"Non sopporto l'idea che tu non possa neanche più guardarmi in faccia", ammette con voce titubante, e mi si spezza il cuore per la tristezza che sento nella sua voce.

Sta di nuovo fraintendendo tutto.
Come gli viene in mente una cosa del genere?

Come potrei mai odiarlo a tal punto, dopo tutto quello che ha fatto per me?

Forse l'ha fatto inconsciamente, è vero, ma per me ogni volta ha significato davvero.

Tutte le volte che mi ha difesa, le volte che mi ha salvata, quelle che mi ha protetta...
Forse non hanno significato lo stesso che hanno significato per me, ma non per questo perdono valore.

Chissà come sarebbe andata a finire se non ci fosse stato lui.
Anzi, in realtà so bene come sarebbe andata a finire, e non è un'opzione possibile, non più.

E ora come gli viene in mente di pensare che non voglia più guardarlo in faccia?

Dopo tutti questi pensieri mi scende un'altra lacrima, ma questa volta non è di dolore, è un misto di nostalgia e paura.
Paura di perderlo.

Devo affrontarlo, non serve a nulla nascondersi dietro ad uno sguardo perso.

Se ho paura che ne veda la fragilità, allora che faccia pure, non ho più paura.

Perché ho capito che se appaio fragile è perché lo sono, e non c'è bisogno di fingere il contrario.

In questo momento so che molte cose di me rispecchiano la mia fragilità.
Il modo in cui parlo, come mi comporto, e sicuramente il fatto che sto piangendo.
Ma in fondo, perché dovrei cercare di mascherarlo?
Sono così, e non devo fingere il contrario.

"Guardami negli occhi,nocciolina", dice, ma questa volta percepisco serietà nella sua voce, quasi mancanza, come se non ce la facesse più ad andare avanti senza i miei occhi.

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