27. Qualcosa non torna

18.6K 646 65
                                    

"Giuro che da bambino ho preso lezioni di danza classica", dice Paul scherzando mentre va a sbattere contro le persone sulla pista da ballo improvvisata, guadagnandosi insulti ed occhiatacce, di tanto in tanto.

"Lo vedo", scherzo, e lui fa la finta faccia imbronciata.

"Si... mi dispiace, Ele. Sono una frana in queste cose", ammette un po' imbarazzato, mentre si arrende e smette di ballare.

Io faccio la stessa cosa e mi avvio verso il nostro tavolo.
"Tranquillo, come vedi neanche io sono una cima", lo rassicuro, cercando di metterlo a proprio agio.

"Non è vero, invece, sei bravissima", ribatte sorridendomi, e si siede davanti a me, togliendosi la giacca per il calore provocato dal ballo.

"Grazie", dico leggermente imbarazzata, e distolgo lo sguardo.

Vedo, in fondo alla palestra, Tyler e Bridget seduti al loro tavolo, e non posso fare a meno di notare quanto lei sia splendida stasera.

Indossa un vestito corto che le mette in risalto le gambe lunghe, e tiene  i capelli legati in una coda alta.
Per la prima volta da quando la conosco non è truccata esageratamente, e sorride incessantemente, come se quel sorriso fosse stato stampato sul suo volto, e lei non possa più toglierselo dal volto.

Tyler, invece, sembra un po' strano.
Lei le sta parlando e lui ha lo sguardo fisso nei suoi occhi, ma sembra che non la stia ascoltando veramente.

Al contrario di quasi tutti i ragazzi nella sala, non indossa giacca e camicia.
Porta un semplice maglione grigio ed un paio di jeans neri e, anche se non sembrerebbe il ritratto dell'eleganza, a lui stanno elegantemente bene.

"Allora, lo balliamo questo lento si o no?", domanda Paul con un gran sorriso, strappandomi ai miei pensieri.
Noto solo ora che la musica è improvvisamente cambiata, e quasi tutte le coppie sono scese in pista con il proprio partner.

"In realtà... tutti questi balli mi hanno stancata"

"Tranquilla, non fa nulla", dice comprensivo.

"Ti dispiace se vado a prendere una boccata d'aria?", domando.

"Vai pure, ti aspetto qui"

Mi alzo, dirigendomi verso l'uscita.
So che ci è rimasto un po' male, gliel'ho letto negli occhi, ma non sapevo se ce l'avrei fatta.

Mi sto divertendo molto con Paul, mi rende stranamente spensierata.
È sempre gentile con me, e da un valore ad ogni singola parola che mi dice.
Lo apprezzo davvero tanto.
Quando sono con lui, penso soltanto alle cose più belle della mia vita.
Ed è bello ma, dopo un po', diventa stranamente pesante e... noioso.

E questo mi fa pensare a cosa ho fatto.
È stata davvero una buona idea accettare di venire con lui a questa festa?

Forse, anche se involontariamente, gli ho dato un'idea sbagliata.

Con Tyler, per esempio, è tutto il contrario.
Lui fa sorgere dentro di me mille domande, riguardo a cosa sono, cosa voglio, cosa amo veramente, e non riesco mai a darmi pace.

Riesce a riempire la mia mente con i suoi sorrisi, a volte imbarazzati per qualche sua bizzarra dimostrazione di affetto, ed i suoi occhi, in cui ogni volta, inspiegabilmente, riesco a leggere un'emozione diversa, come se riscoprisse se stesso ogni giorno.

Con lui è sempre tutto nuovo e, proprio per questo, molte volte rimango incastrata nel dolore che lui e le sue parole mi provocano, perché sono inaspettate.

Ma credo sia proprio questo che lo rende così... non so, così imprevedibile.

Esco dall'edificio e respiro a pieni polmoni l'aria fredda che mi invade le narici, provocandomi brividi di freddo in tutto il corpo.
Ma in questo momento non mi importa, perché riesce a dimostrarmi da quello che mi passa continuamente per la testa.

Il buio inoltrato illumina la strada su cui si riversa la scuola, e sembra quasi che non ci sia nessuno qui, e che io sia sola.
Solo i lampioni, talvolta, si riflettono su di essa, unendosi al bagliore della luna, e spacciandosi per essa, ingiustamente.

Mi siedo sugli scalini che ci sono nell'ingresso, e rimango ancora qualche minuto ad osservare in cielo.
Quando il freddo comincia a farsi sentire e si insinua fin dentro le mie ossa, decido di alzarmi e tornare dentro da Paul.

Quando mi giro, per poco non vado a sbattere di nuovo contro il petto di Tyler.

Alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi, illuminati dalle luci artificiali della scuola, e messi in risalto da un gran sorriso sul suo volto.
Questa volta però non è un sorriso arrogante, solo sincero, come se gli facesse piacere essere qui fuori con me.

"Da quanto sei qui?", domando brusca, evitando il suo sguardo.

"Non ti stavo spiando, nocciolina. Non sentirti troppo importante", risponde , mettendo le mani nelle tasche dei jeans per tenerle al caldo.

"Non ho voglia di litigare, Tyler.
Torna dalla tua ragazza, ti starà aspettando con ansia", ribatto acida e faccio per sorpassarlo, ma mi blocca la strada, e non posso far altro che fermarmi.

"Come ti sta aspettando il tuo, ballando con un'altra?", dice tranquillamente, come se fosse la cosa più normale del mondo.

"Forse lo farebbe la tua, ma Paul non è fatto così", dico sbuffando.
Crede davvero che pensi una cosa del genere solo perché me l'ha detta lui?

"Controlla tu stessa, allora, non ti mentirei mai", afferma con tono serio, e leggo nei suoi occhi la più totale sincerità.

Mi sembra strano che Paul faccia una cosa del genere ma, da come l'ho abbandonato alla festa non mi sorprende.
Anzi, mi sento quasi sollevata.

"Non lo sapevi, nocciolina? Non si lascia mai il proprio partner da solo", continua lui, avvicinandosi a me.
Mantengo il suo sguardo, non voglio essere la prima a crollare.
Non stavolta.

"Mi sembra che tu abbia fatto lo stesso", rispondo con sguardo di sfida.

"Non mi importa nulla di quello che fa.
Può farsi chi le pare"

"Davvero? E allora perché l'hai invitata?"

Lui distoglie lo sguardo, cosa che mi lascia di stucco, e non poco.

E questa da dove viene?
Tyler Evans che molla la presa?

Decido di continuare a indagare perché, già che ci sto, meglio andare fino in fondo.

"Hai perso le parole, Evans?
Questa si che mi è nuova.
Ho toccato un tasto dolente?", domando con un sorriso sul volto, per vedere la sua reazione, per fargli capire cosa si prova tutte le volte che lui si comporta così con me.

Eppure lui si ostina a non rispondere, e comincio a pensare di aver esagerato.

Eppure non capisco qual'è il problema.
Cioè, alla fine non ho detto niente di male.

Come non detto, sembra riprendersi improvvisamente.
Ripianta i suoi occhi nei miei, e mi preparo al peggio.

"In effetti si, hai ragione. Volevo invitare un'altra ragazza, ma sono stato stupido, e se la sono presa prima di me.
Non c'è da stupirsi, insomma, se tu la vedessi...
Lei è così... bella, fragile, innocente.
Credevo che non mi avrebbe rifiutato così, come uno stupido, mi sono tirato indietro", ammette tristemente, come se solo ripensarci gli facesse male.

Vedo che sta cercando di non mostrarlo ma io, non so perché, lo capisco comunque.

C'è qualcosa che non capisco, però.
Perché ha fatto la proposta a Bridget se voleva farla ad un'altra ragazza?

"E allora perché l'hai chiesto a Bridget?", domanda, cercando nei suoi occhi la risposta alla mia domanda.

Insomma, non ha senso.
E poi, è più che consapevole che a qualunque ragazza l'avesse chiesto, gli avrebbero risposto tutte di si.

"Non sono stato io a chiederglielo, infatti, è stata lei a chiederlo a me, e non ho avuto altra scelta"

Non mi toccareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora