10. Bacio o schiaffo

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"Queste cose sono così stupide", commento, mentre chiudo gli occhi per cercare di facilitare il lavoro a Susan.

"Si, forse è vero, ma l'adolescenza viene una volta sola nella vita. Sono cose da fare almeno una volta, secondo me", risponde, applicando non so che cosa sui miei poveri occhi, che stasera chiederanno sicuramente pietà.

"Infatti questa sarà la mia 'almeno una volta nella vita' "

"Non parlare troppo in fretta, amica mia.
E poi, ricordati il nostro caro Aristotele.
'I giovani sono inclini al desiderio e portati a fare ciò che desiderano'
Aspetta di vedere quanto ti divertirai stasera, e ne riparleremo", commenta ridendo, spalmando qualcosa sulla mia povera pelle.
Non ribatto per questa sua improvvisa citazione di filosofia, e la lascio tranquillamente truccarmi.

"La tortura è finita, puoi riaprire gli occhi", afferma qualche secondo dopo, con un sorriso fiero di se stessa.

"Andiamo, guardati", esclama, indicando lo specchio che, tra l'altro, ho attaccato io a quel muro, mentre lei leggeva un libro.

"Mi fido ciecamente", ribatto.

"Ma ti sta benissimo! Adesso i tuoi occhi verdi si vedono, per fortuna", commenta con un sorriso smagliante, alzandosi da terra e sedendosi sul letto.

"Non hai capito la mia battuta, Sus. Ciecamente... ", la rimprovero, gesticolando cercando di farle capire il nesso.

Si mette una mano sulla fronte per fingersi esasperata, e poi scoppia in una risata isterica, come se l'avesse capita soltanto dopo.

Un'ora dopo siamo entrambe nella macchina di Susan, dirette verso scuola, mentre il buio più totale invade la strada davanti a noi, e la temperatura comincia a scendere pericolosamente.

Sono abbastanza nervosa, e non tanto per la festa, visto che Susan mi ha praticamente costretta ad andarci per non lasciarla sola, facendomi sentire in colpa.
Sono preoccupata all'idea di rivedere Tyler.

Negli ultimi tempi, è come se fossimo completamente estranei, come se neanche ci conoscessimo più, e non valessimo più niente per l'altro.

Volevo allontanarlo, è vero, ma inconsciamente credo di averlo portato ad odiarmi.
Ha detto che odiare è una parola forte, ma non ha detto se era quello che provava.
È una persona molto chiusa, un po' come me, e non ama esternare i suoi sentimenti con le persone che non conosce.

È tornato quello di prima, arrogante e solitario, e dopo aver visto che persona può diventare, mi piange il cuore.

In questi giorni non riesco a smettere di pensare a cosa lo renda così, qual'è la paura che non gli permette di attraversare quel ponte.
Vorrei aiutarlo, come lui ha cercato di fare con me, perché adesso so come ci si sente a non avere qualcuno che possa capirti completamente.

Susan mi è stata molto vicina in quel periodo, soprattutto quando mio padre ha tradito la nostra famiglia, ma ha la sua vita.
Invece sentivo che Tyler fosse l'unico che avrebbe potuto capirmi, anche se non so perché.

Arriviamo prima del previsto, e c'è ancora poca gente.
Ci sediamo sugli spalti e aspettiamo pazientemente l'inizio della partita.

"Quindi, come funziona questa cosa?", domando a Susan, cercando di mascherare il nervosismo.

Lei si sfrega le mani per il freddo e le infila nelle tasche laterali del giacchetto, spostando lo sguardo dal campo a me.

"Entrano in campo le cheerleader, fanno le loro splendide danze poco caste, e poi entrano le due squadre avversarie, che danno inizio alla partita", dice tranquillamente.

Non mi toccareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora