34. Scene inaspettate

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"Cavolo, non ti ho mai visto così in ansia", gli faccio notare con un sorriso.
Non l'ho mai visto così, ma è troppo tenero.

"Sei fortunata allora, nocciolina.
Non mi capita molto spesso", risponde, un po' in imbarazzo.

"Tyler, andrà bene, come sempre.
Sono sicura che vincerete"

"Certo, come l'ultima volta", ribatte sarcastico.

Beh, è vero che hanno perso.
Ma hanno giocato comunque bene a mio parere, e poi, qualche punto in più e avrebbero pareggiato.
Certo, non me ne intendo di sport, ma sono quasi sicura che avrebbero tranquillamente potuto batterli.

"È bello che ti preoccupi così tanto per i tuoi amici, davvero."

"Lo so, ma sono comunque teso.
È come se sentissi il peso del loro futuro sulle mie spalle.
Mi sentirei in colpa se dovessimo perdere, anche se so che non sarebbe del tutto colpa mia"

Apprezzo molto questo lato di Tyler.
A volte credo che sbagli a mostrare alle persone solo il suo lato peggiore, perché so che in fondo è una persona meravigliosa, ma non sa come esprimersi.

Tyler è come un bambino: sa cosa vuole, ma non ha imparato ancora le parole per dirlo.

Quando ci penso, mi sento quasi fortunata ad essere l'unica a conoscerlo in questo modo.

Mi saluta davanti all'entrata della mensa e si dirige verso la palestra, per l'ennesimo allenamento per la partita di domani.

"Cassidy, che succede?
Ti è ritornata la fame?
È da un po' che non ci si vede in giro!", esclama Susan scherzando.

"Mi dispiace davvero ma... ecco...
Tyler ha bisogno di un po' di sostegno morale adesso, è davvero teso"

"Certo, Tyler... ", sussurra Susan in modo persuasivo.
Gli occhi che mi squadrano da capo a piedi, per cercare di trovare qualche indizio che possa suggerirle che non si tratta solo di sostegno morale.

"Tyler Evans che ha bisogno del sostegno di una ragazza...", continua.

"Non è come mostra di essere, te lo posso assicurare.
Anche lui prova dei sentimenti, e so sembra strano, ma è così"

"Che tipo di sentimenti?, domanda Susan maliziosa.

"Basta con questa storia.
Tyler mi vede come un'amica e basta.
È impossibile che sia diversamente"

"Senti Ele, ma tu ne sei proprio sicura? Insomma, ne avete mai parlato?", chiede, ma percepisco serietà nella sua voce.

Si, l'abbiamo fatto, un paio di volte.
Lui mi ha detto che non riusciva a starmi lontano e che gli faceva male vedermi soffrire.
Infatti ora siamo amici, non c'è più nulla da chiarire.
Sono cose che si provano per un amico.

No?

"Si che l'abbiamo fatto, è tutto a posto", dico decisa, ponendo fine alla conversazione.
Non mi va molto di parlare della mia vita sentimentale con le altre persone perché, anche se Susan è la mia migliore amica, ho paura di cosa potrebbe pensare di me.
So che è stupido, ma se poi pensasse che mi sono solo illusa?

"Se lo dici tu... ", sussurra.



Non vedo Tyler da ieri quando mi ha lasciato in mensa per andare ad allenarsi.

Secondo me si allena troppo.
Insomma, una partita non la puoi mica organizzare, come un esame.

Dipende da quello che fanno gli altri giocatori, e non puoi certo prevedere le loro mosse.

Magari c'è qualcosa in più che non so; in fondo non mi sorprenderei, io con lo sport non ho mai avuto un buon rapporto.

Almeno fino a che non sono caduta dal cavallo a quattro anni.
Però non era colpa mia, ma del cavallo che stava male.
Io l'avevo detto, ma nessuno mi aveva creduta.

Non mi toccareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora