38. "Tyler?"

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Ho deciso che devo restituire a Tyler quello che lui ha dato a me.

Come lui ha lottato per me, io voglio lottare per lui.

E si, so bene che Tyler è testardo, e che non si arrenderà facilmente, ma io ce la metterò tutta.

Non ha nessuno con cui parlare, e questo io lo so e lo capisco bene e, soprattutto, credo di doverglielo.

Anche se quando ci siamo conosciuti mi ha trattata davvero male, dopo mi ha aiutata molto, come nessuno ha mai fatto in tutta la mia vita.

L'ho sempre giudicato male, e adesso me ne pento, perché non avrei dovuto.
So che cosa mi ha spinto a farlo: il suo comportamento arrogante e strafottente.

Chiunque direbbe che un ragazzo come lui è da evitare, ma bisogna conoscerlo a fondo.

Secondo me sbaglia a mostrare questo lato di se alle persone, perché credo che sia una persona meravigliosa che ha soltanto bisogno di essere capita.

Forse potrà cercare di distrarsi, ma non può evitare la realtà per sempre, e questa è una cosa che mi ha insegnato lui.

Mi ha dimostrato che vale la pena lottare per qualcosa, lottare per qualcuno.

Oggi è lunedì, e da oggi do ufficialmente il via all' operazione "Lottare per Tyler".

Sto cercando di prenderla un po' sul ridere, perché so che sarà difficile farlo desistere.

E so che sarà difficile anche per me, perché sono una persona molto insicura, che preferisce farsi i fatti suoi, e forse questa settimana dovrò affrontare più persone di quanto non abbia mai fatto in sedici anni di vita.

Mi avvio decisa verso l'aula di inglese e a passo sicuro, questa settimana sono l'ultima che può permettersi di mostrarsi debole.

Vedo che nell'aula c'è solo Tyler, ed è rivolto verso la finestra.
È strano, di solito è l'ultimo ad entrare in classe.

Okay, posso farcela, posso affrontarlo.
Devo solo andare lì e dirgli che...

Oddio, che devo dirgli?

Ero così occupata a pensare di poter far cambiare idea a Tyler, che non ho pensato neanche a cosa avrei dovuto dirgli quando me lo sarei trovata davanti.

Sono proprio stupida, il mio piano sta andando in fumo e...

"Che ci fai qui così presto, nocciolina? Non sono neanche le otto", domanda Tyler girandosi, guardandomi un po' male e quasi abbozzando un sorriso.

"Potrei farti la stessa domanda", affermo decisa, avvicinandomi a lui molto piano.

So che mi sta guardando, ma io distolgo lo sguardo, non voglio che capisca quanto mi costa fare questa cosa.

"Volevo un po' di tranquillità", sussurra, e sembra quasi che non voglia farsi sentire.

"E l'hai trovata?", domando scrutandolo.
Voglio solo capire come si sente in questo momento, per stare più tranquilla, perché so che non me lo direbbe mai.

"Non importa dove io vada. Non la troverò comunque, perché non è il mondo esterno il problema"

"Allora perché sei qui?", chiedo.

So bene perché è qui, ma se lo conosco abbastanza non lo ammetterà mai.

"Sto aspettando la lezione, no?", commenta tranquillamente, appoggiando la schiena al suo banco.

"Okay, aspetterò con te", affermo decisa, mettendomi seduta nel mio banco.

Non voglio lasciarlo solo e, se non mi permetterà di stargli vicino con le buone maniere, dovrò farlo con le cattive, anche a costo di farmi odiare.

Non mi toccareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora