41. Un compleanno diverso

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Oggi per molti è un giorno davvero importante, ma per me è un giorno come un altro.

Quando ero piccola amavo festeggiare il mio compleanno, perché era un momento per stare insieme con tutta la mia famiglia, ed era un momento dove tutti avevano occhi per me, per la festeggiata, e io mi sentivo davvero amata.

Crescendo, soprattutto negli ultimi anni, non amo più fare grandi cose.

E poi, quest'anno non ce l'ho più una famiglia, praticamente.

Negli ultimi giorni sono stata talmente persa tra i miei pensieri che non ci ho pensato molto.

Non ricordo neanche di averlo detto a Tyler.
Forse è meglio così: quando le persone mi fanno delle sorprese inaspettate mi sento sempre tremendamente imbarazzata.

Ma purtroppo nella mia famiglia è importante festeggiare il compleanno, di chiunque esso sia.

Almeno, questo prima della separazione dei miei genitori.
Per questo so che quest'anno sarà diverso.

Scendo al piano di sotto e mi dirigo verso la cucina.
Spero davvero che Marty si sia svegliata con la voglia di cucinare, perché sto morendo di fame.

"Buongiorno", dico, ancora un po' assonnata.

In cucina ci sono solo Marty e Jordy, intenti a mangiare un enorme piatto di pancake.
Almeno uno dei miei desideri questa mattina è stato avverato.

"Auguri sorellina", esclamano in coro.

"Grazie", rispondo sedendomi sullo sgabello e addentando un pezzo di pancake.

"La mamma dov'è?", domando.

"Non so, è uscita presto stamattina", risponde Jordy, mentre mi lancia un'occhiataccia.

Una di quelle in cui vuole dire:
"Evita di parlarne quando c'è Marty con noi, per favore"

Abbasso lo sguardo e continuo a far finta di concentrarmi sul mio piatto.

"Per andare dove?", chiede Marty con la bocca piena.

"Forse è andata a lavoro presto", risponde Jordy con tono indifferente, sperando che la sorella più piccola non faccia più domande.

Ne dubito, mia madre lavora in una catena di uffici che lavorano per le agenzie commerciale di tutta l'America, e sono sicura che non aprano prima delle nove.

È da un po' che a casa non c'è molto spesso, e ho pensato anche che forse sta frequentando qualcuno.
Però non ne sono sicura, perché sono passati a malapena sei mesi dal divorzio con papà, e non so se si è ripresa dopo il suo tradimento.

Non ne abbiamo mai parlato, come sempre in questa casa quando ci sono dei problemi, non si affrontano e si lasciano in sospeso.

A volte io vorrei farlo, ma non so se gli altri sarebbero d'accordo.

So come è fatta la mamma, e quando deve dimenticare qualcosa cerca una distrazione.
Come facciamo tutti d'altronde.

Jordy è grande ormai, va all'università e per lui è indifferente quello che succede in questa casa.

Marty invece è ancora piccola, e non so se potrebbe capire fino in fondo, anche se so che anche lei ci sta male.

Io invece mi ritrovo nel mezzo: vorrei cercare di riunire almeno le uniche persone di questa famiglia che sono rimaste, perché so che papà non tornerà mai.

Sono andata qualche volta a trovarlo, ma la sua nuova casa è fuori città, e preferisco evitare farmi un'ora e mezza di macchina.
E preferisco anche evitare di vederlo.

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