9. Quello sguardo arrabbiato

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L'inverno si sta avvicinando, e comincia a fare davvero freddo.

In queste ultime settimane ho cercato di evitare Tyler il più possibile, e se lo incontro nei corridoi non lo guardo neanche in faccia.
A lezione a malapena ci salutiamo.
So che è un comportamento meschino, perché lui non ha fatto nulla di male nei miei confronti, anzi.
L'unica colpa che ha è quella di aver provato ad aiutarmi, e io l'ho respinto senza motivo per paura.

Da quel giorno in corridoio, non abbiamo più parlato.
Lui è tornato quello di prima, e sto cercando di convincermi che non sia per colpa mia.
Mi dispiace, però, perché la persona che era quando stava con me, anche se è durata poco, era stupenda, e stranamente, mi faceva sentire al sicuro.
La sicurezza per me è sempre stata una cosa irraggiungibile, perché non riesco mai a essere tranquilla e spensierata in compagnia delle persone.
Purtroppo per me, ho sempre paura di quello che potrebbe succedere.

Logicamente, con lui dovrebbe essere così.
Dovrei avere paura di lui, perché è proprio da quelli come lui che cerco di scappare.
Eppure, quando mi sta accanto, mi sento al sicuro.
È stata una bella sensazione, ma è durata poco, e di certo non per colpa sua.

Da quello che vedo, passa molto tempo da solo, o in palestra ad allenarsi.
Sto cercando anche di convincermi che non se la sia presa più di tanto, che non gliene sia mai importato nulla di me.
Ma qualcosa dentro di me mi dice che non è così.

Eppure, mi manca.
Non me lo so spiegare, però ogni volta che finisce la lezione vorrei tornare indietro e potergli stare vicino di nuovo, solo per un po', perché mi fa sentire al sicuro.

Ultimamente sono un po' strana, e lo riconosco.
È solo che ho molte cose a cui pensare.

Mio papà se ne è andato da qualche settimana, e non c'è bisogno che dica che i miei genitori divorzieranno.
È stato chiaro fin da subito, dopo quella sera a cena.
All'inizio me l'ero presa con Jordy, perché sapeva tutto ma non mi aveva detto nulla.
Pensavo che non mi ritenesse abbastanza matura per poter digerire una cosa del genere.
Abbiamo parlato però, e mi ha spiegato che non me l'ha detto perché non spettava a lui farlo, e devo dire che mi sono anche sentita un po' in colpa per essermela presa con lui.
Ho capito il suo punto di vista, ma in quel momento mi sono sentita tradita da una persona fondamentale nella mia vita.

Purtroppo però, Marty ci sta davvero molto male, e ha cominciato a prendere brutti voti a scuola.

Mamma non c'è mai, è sempre a lavoro, e io e Jordy proviamo ad aiutarla, ma non possiamo fare più di tanto.



Prendo i miei libri dall'armadietto e mi avvio verso l'aula di inglese.

Sono un po' felice però, perché so che potrò stare vicino a Tyler, anche se per solo un'ora, e anche se non potrò parlargli.

Mi siedo al mio solito banco e guardo davanti a me, immersa nei miei pensieri, aspettando che arrivi il professor King.

"Hai sentito quello che ho detto si o no?", chiede Tyler con un'espressione piuttosto arrabbiata.

Vengo risvegliata da due occhi verdi che si puntano nei miei, occhi che non vedevo da tanto tempo.
Che mi sono inspiegabilmente mancati.

"No, scusa, ero sovrappensiero",mi giustifico, cercando di rimanere il più calma possibile, per non scoppiare davanti a lui e abbracciarlo.

"Che hai detto?", provo a richiedere, sapendo che si arrabbierà.

Ultimamente lo vedo arrabbiato molto spesso, non so perché.
È irritabile, e cambia umore di continuo.

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