A un'ora di viaggio da Regh, sotto alle cime aspre delle Montagne Alate, sorgeva anche un'altra cittadina, più piccola, che portava il nome di Girkom.
Nei rapporti ufficiali essa era fedele a Tiplak, la capitale, ma fra le sue mura si muovevano spinte d'indipendenza e odio profondissimo verso il regno dei Norem. In memoria del mancato aiuto di Hulgan durante la guerra ai draghi, insieme a Regh aveva incominciato ad astenersi dai rapporti politici e commerciali, rifiutando di nominare i suoi membri al Consiglio delle Armi. Un governo pressoché autonomo era stato costituito oramai da decenni, con il benestare aspro dei monarchi, per evitare di avvampare gli animi. Eppure le rivolte non si contavano, specialmente quando dalla capitale erano calate leggi sgradite, oppure se il re di turno desiderava riportare sotto il suo scettro le due città. Nei primi anni di regno, infatti, Vargan aveva inviato delegazioni per risolvere le controversie, invitando Skull stesso a mediare tra le parti. Ma il generale non aveva trovato terreno fertile in nessuna delle sue visite, così andava proponendo a Vargan di mettere sotto assedio Regh e riportarla all'ordine, senza successo. D'altro canto, il graduato ammirava la coerenza nel tempo di quei Norem, notando come questi fossero tanto rancorosi quanto i draghi che avevano devastato e bruciato le loro case, scendendo dalle montagne.
Alla fine dei conti, però, Regh e Girkom non si erano mai azzardate a muovere guerra contro il regno, limitandosi a delle rivolte contro gli esponenti più sgraditi che entravano talvolta all'interno dei governi autonomi. La pace restava dunque intatta, forse anche per via della distanza fisica dalla capitale e dalle altre città.
Le Montagne Alate s'innalzavano all'estremità orientale di Emeron, in linea d'aria poco più a nord di Hok, mentre Tiplak e gli altri maggiori abitati sorgevano vicini alle foreste degli allevatori. Partendo dalla città maledetta, infatti, l'investigatore mandato da Skull, assieme alla sua scorta di piumati, aveva impiegato quasi sei giorni per trovarsi davanti ai cancelli di Regh. Forte del sostegno del generale, si era ben convinto di correre all'ombra delle vette proibite prima di iniziare le indagini sui krag e le miniere, anche se lungo la strada era andato convincendosi dell'esiguità delle sue forze. Skull gli aveva intimato di non intervenire in favore del ripristino dell'ordine, invitandolo solo a sondare la situazione. Se invece il graduato avesse voluto imporre col ferro l'autorità, avrebbe inviato a Regh un numero cospicuo di soldati, perché dopo la ricostruzione la città dei draghi era divenuta impenetrabile.
All'inquisitore era stato concesso di entrare solo perché la rivolta si era spenta da sé, e i responsabili erano finiti uccisi e in catene. Nonostante i militari fedeli al re fossero pochi, le guardie cittadine spesso non avallavano le cause dei ribelli, per il timore di conseguenze troppo sgradevoli.
Ora quel Norem dall'aria spiacevole, magro, rigirava in alto la testa piccola intorno a sé, correndo con lo sguardo sui bastioni incurvati di Regh, nella piazza che precedeva l'uscita terrificante. Raggruppati nei suoi dintorni, c'erano alcuni piumati avvolti nei mantelli verdi; anche se la città sorgeva in pianura, i venti gelidi dei monti si facevano sentire, e il freddo entrava nelle caviglie al solo guardare le vette inaccessibili screziate dalla neve.
Quattro soldati scrutavano il gruppetto di stranieri con impazienza. Il custode di Regh aveva già nelle mani artigliate le chiavi per richiudere i battenti.
Era un Norem dalla pelle scura come gli aghi di pino, vecchio, con un occhio più grande dell'altro e l'aria da pazzo. La parte destra della sua faccia si muoveva quasi fosse preda di spasmi, mentre i canini smussati erano viscidi di bava.
«Forse volete che vi porti fuori con le armi, investigatore?» chiese il custode.
«Non siate smaniosi» ribatté il Norem dall'alto, guardando schifato il vecchio. «Andremo via quando sarà opportuno, anzi grazie di averci mostrato la strada per i cancelli.»
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Nel nome di Calidan
FantasyL'intramontabile prosperità di Umek è compromessa da un autunno troppo caldo, mentre tutte le miniere d'oro sembrano essersi esaurite. Re Calidan, avvilito dal destino che si prospetta agli occhi della sua gente, è deciso a trovare una soluzione. C...