4 - Sempre il solito Levi

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CLAIRE

Trattenni il respiro, quando gli occhi di Levi si focalizzarono su di me. Non mi ero nemmeno resa conto di cercare quel contatto, ma nel momento in cui avvenne.. mi sentii strana.
Ero incazzata con Levi, per aver abbandonato il fratello così di botto, ma in qualche modo immagino che mi sentissi così perché mi sentivo un po' abbandonata anche io.
Dovetti farmi forza, mentre vedevo quelle iridi stringersi e il cipiglio sul suo volto diventare un'espressione feroce.

"Perché lei è qui?"

Lo disse con così tanta rabbia che sembrò un ringhio. Forse lo era davvero, pensai mentre Kit lo lasciava andare, per voltarsi a sua volta verso di me, un sorriso di scusa sul volto e l'espressione triste. Probabilmente io e suo fratello non saremmo mai andati d'accordo, ma non era colpa di Kit, era una cosa che durava da troppo tempo.

"L'ho invitata io a cena, Levi. Non sapevo ancora che oltre a Kit, saresti tornato anche tu, è molto che manchi da casa" disse Leona, un pizzico di risentimento materno nel tono della voce, sufficiente a far abbassare per un momento lo sguardo al nuovo arrivato.

Jeremy invece non aveva ancora parlato, non aveva nemmeno mosso un muscolo, per quel che ne sapevo io, non mi ero accorta di altro che non fosse lo spazio tra la porta d'ingresso e il corpo di Kit, ancora accanto a quello più massiccio di Levi.

"Dovevo fare delle cose, diventare ciò che devo essere" disse piuttosto criptico per i miei standard, ma sembrava che fossi l'unica ad essere confusa e immagino che questo avesse a che fare con il futuro che il padre voleva per lui. Dopo la decisione di abdicare di Bronn, Jeremy che era il suo Beta aveva avuto l'onore di diventare l'Alpha del branco che stanziava qui e Leona era di conseguenza diventata la Luna. Era probabile che il maggiore dei loro figli, quello che mi aveva rubato il primo bacio della mia vita per poi scomparire per anni, si stesse preparando per divenire il successore del padre.
Sì, decisi, probabilmente è questo che intendeva.

Mi sentii di troppo, soprattutto dopo che il silenzio sembrò ingigantirsi fino a diventare assordante, almeno per me, così spostai rumorosamente la sedia indietro, alzandomi.
"Io credo che tornerò a casa, vi lascio alla vostra riunione di famiglia" dissi.

"No! Claire, resta, sono appena tornato" protestò Kit, ma scossi la testa. Era evidente che Levi non mi voleva lì e probabilmente non ero adatta ad ascoltare le notizie che il ricongiungimento familiare avrebbe portato. Raccolsi la borsa dal divano, mentre mi scusavo con Leona ed evitavo le proteste di Kit.

Scivolai piano accanto a lui e al fratello, la cui aura sembrava ancora più forte, ora che gli ero vicino e mi costrinsi a non inspirare il suo odore, per sentire di cosa sapesse adesso, dopo che per tanto era stato nei miei sogni. Lui mi incenerì con lo sguardo, come aveva sempre fatto, ma ora nei suoi occhi brillava una sorta di furia selvaggia che non conoscevo.

Era pericoloso.. eppure mi attirava. Abbassai gli occhi, timorosa di fargli vedere quanto mi avesse scombussolato la sua vicinanza e mi sporsi ad abbracciare Kit, che mi strinse come al solito.
"Non pensavo andasse così la serata" mormorò lui, ma mi sforzai di sorridere. "Ehi, hai riavuto tuo fratello. Ancora più stronzo, certo, ma aspettavate il suo ritorno da anni, noi ci vediamo domani" dissi.

Levi fece un verso strano, quasi avesse sputato fuori risentimento e mi sentii un peso sullo stomaco.
"Incredibile che tu sia ancora qui a scocciare la mia famiglia, sei stata una piaga fin dall'inizio" soffiò fuori, a voce abbastanza alta perché io lo sentissi. Mi sentii male, perché visto l'udito dei lupi, probabilmente anche i suoi genitori l'avevano sentito, ma rifiutai di incassare l'insulto nelle sue parole.

"Eppure non sono scappata" risposi acida, voltandomi a guardarlo negli occhi, arrabbiata. Non sapeva niente della mia vita, di cosa avevo passato e di come il mio rapporto con Kit e i suoi si fosse stretto dopo l'incidente dei miei. Lui non c'era.
Incassò male la frecciatina, avvicinandosi di un passo e alzando una mano, fermandosi giusto un momento prima di stringere la stoffa della mia maglietta, come uno stupido bullo in cerca di rissa.
"Levi" lo avvertì sua madre, accennando ad alzarsi a sua volta.
Lui gonfiò le guance, trattenendosi dall'aggiungere qualcosa di ancor più sgradevole, giusto per ferirmi quando Kit si parò tra noi, allontanando la sua mano da me e abbracciandomi per le spalle.
"Ti chiamo dopo?" sussurrò.
Annuii e poi me ne andai.

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