12 - Interessante...

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CLAIRE

Ad un certo punto, riuscii ad addormentarmi, non so bene quando, appena prima che albeggiasse. Dopo una manciata di ore però ero in piedi, se possibile ancora più frastornata di quando ero andata a dormire e con la speranza di essermi sognata tutto. Ovviamente era tutto vero, l'orrore della notte appena passata mi investì non appena misi piede in cucina e vidi sul tavolo le due bottiglie di birra vuote. Levi era stato davvero qui, con me, quindi anche tutto il resto della serata era stato reale. Mi sentii male e corsi in bagno a rigettare quel poco che avevo nello stomaco, desiderando chiudermi in casa per almeno un paio di giorni per elaborare tutto. Non potevo fare nemmeno quello, perciò finsi che fosse tutto ok e mi preparai per andare al lavoro. Era un periodo fiacco per i viaggi, ma non potevo certo non andare in ufficio.

Un leggero bussare alla porta mi riscosse dall'apatia.
Sorrisi e attesi che Kit mi raggiungesse. Mi strinse in un abbraccio da stritolare le ossa a qualcuno di meno resistente di un lupo, affondando il mento tra i miei capelli, senza parlare. Non ne aveva bisogno, in quell'abbraccio c'era tutto. Dopo qualche minuto sciolsi l'abbraccio, sentendomi un po' meglio, ma Kit continuava ad osservarmi preoccupato, stringendomi come se potessi andare in pezzi proprio davanti a lui, solo che non avevo davvero voglia di parlarne. "Dean come sta?" chiesi per togliermi dall'imbarazzo.

Lui sospirò, resistendo per un momento al mio tentativo di cambiare argomento, poi cedette. "Meglio, ma ho ancora voglia di pestare a sangue Douglas" confessò.

"Lo immagino. Mi dispiace per ciò che ha dovuto subire, Kit" mormorai.
"Non è stata colpa tua, Claire. Anzi tu me lo hai riportato" disse con calore.
"Tecnicamente è stato Levi" precisai. "Ti rendi conto che si è nascosto nella mia auto?" dissi spalancando gli occhi.

Lui mi guardò storto per un istante. "Sul serio? Avevo capito che era venuto al comando per convincere Doug a lasciarlo andare e aveva incontrato te che avevi già fatto tutto" disse, stupito.
Era questo che gli aveva raccontato Levi?

"Beh, l'ho scaricato a un paio di chilometri dal comando, poi me lo sono ritrovato davanti mentre rilasciavano Dean, tutto qui. Gli ho chiesto di accompagnarlo da te con la mia auto, visto che avevo la ronda" dissi rabbrividendo.

Si fece ancora più serio. "Ho saputo cosa è successo. Mi dispiace tanto Claire" disse cullandomi tra le braccia.
"Non è colpa tua. Sai se l'hanno preso?" Lui sospirò, prendendo ad accarezzare il dorso della mia mano con le dita, come per confortarmi.
Oh, non andava bene, lo sapevo.

"Lo avevano fermato a un posto di blocco ai confini di Mountain Falls, ma è riuscito a sfuggire alla cattura. Mio padre mi ha detto che hanno diramato un mandato di cattura anche nelle contee vicine, ma per ora non risponde nemmeno ai richiami dell'Alpha."

"Come può ignorare un ordine del capo branco?" chiesi. Non riuscivo a comprenderlo, ma non ero ancora parte del branco e potevo solo immaginare come dovesse essere sentire nella propria mente ciò che devi fare, forte come un ceffone in pieno viso e riuscire comunque a ribellarsi. Kit scosse la testa, pensieroso. La carezza gentile sulla mia mano continuò e pian piano mi rilassai, smettendo di stringere convulsamente la presa sulla sua camicia. Lui dovette accorgersi della cosa, perché decise di cambiare argomento.

"Levi ha detto a nostro padre che non sei in grado di trasformarti e presentarti al branco stasera." Oh, allora lo aveva fatto.
"Mi dispiace, ho disobbedito ad un ordine dell'Alpha e dopo andrò da lui a fare ammenda" dissi mordendo l'interno della guancia sinistra.
"Se non l'avessi fatto, ora Dean sarebbe ancora al comando a farsi torturare" disse stringendo i pugni, perso nei suoi pensieri "inoltre hai preso la pastiglia di aconito per evitare di farti scoprire da un gruppo di ragazzi armati ed esaltati, vorrà pur dire qualcosa, no?" Capii che cercava di alleggerire la mia ansia al riguardo, ma non ero sicura che suo padre l'avrebbe vista allo stesso modo. Sospirai contro il suo petto, prima di fare un passo indietro. Avevo la sensazione di essere osservata e un'occhiata appena fuori dall'ufficio mi confermò che non eravamo soli.

The hidden wolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora