44 - Giuro che non so stare senza di te.

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CLAIRE

Se non fossi stata la persona che ero, probabilmente avrei serbato il ricordo di quelle ore di passione sfrenata come il coronamento di un'unione, di un legame, che aspettava la nostra resa da troppo tempo. Più realisticamente, gli istinti carnali di entrambi avevano preso il sopravvento e avevano vinto a mani basse la guerra con il raziocinio. La dolcezza, il trasporto sentimentale erano momentaneamente assopiti, a favore di un desiderio bruciante, lacerante, che ci attirava irrimediabilmente uno verso l'altra.
Leviathan si era finalmente arreso a quel legame che aveva a lungo osteggiato ed io avevo accolto con gioia la sua resa. Scie di pensiero che gli appartenevano avevano danzato nella mia mente, facendomi sentire amata come non credevo potesse essere possibile. Non parlava molto, Levi, ma ciò che pensava, ovvero che nemmeno l'idea che fossi morta era riuscita a estinguere quel trasporto con cui mi amava, mi venerava, con il suo corpo e la sua mente era una rivelazione stordente, dalle cui spire mi ero lasciata avvolgere, come avevo fatto con le sue braccia in quelle ore.

Avevamo fatto l'amore più volte, dapprima in modo brusco, violento, quasi pronti a strapparci la pelle di dosso, mezzi trasformati e poi più rilassati, lentamente, amandoci come se avessimo tutto il tempo del mondo, fregandocene del sole che sorgeva e riluceva tra le fronde degli alberi e dei cespugli che ci coprivano dagli sguardi di chiunque.

E mi aveva marchiata.
Lo aveva fatto durante il nostro primo amplesso, come se avesse il timore che potessi sfuggirgli tra le dita, ora che ero di nuovo con lui completamente, come la prima volta che mi aveva fatta sua.
Ci eravamo guardati negli occhi, mentre lui era sopra di me, tenendosi appena sollevato dal mio corpo con i gomiti, chiedendomi silenziosamente che lo accettassi come compagno. Eravamo diventati bravi a parlarci nella mente, tanto più il legame era forte, tanto più i nostri pensieri erano nitidi e la mia lupa non aspettava altro che essere marchiata dal suo compagno, voleva che il legame fosse dichiarato e desiderava che lui la rivendicasse con il suo corpo e con il suo cuore.
Lasciò che lo mordessi a mia volta, continuando a pompare dentro di me, in un miscuglio di corpi, sangue e menti che mi sembrò perfetto.
Fu come se il cielo di fosse riempito di stelle, come se il sole fosse più splendente, come se fossi una ragazza alla sua prima cotta, invece ero tra le braccia dell'uomo che sarebbe stato mio per il resto della vita, che mi aveva amata e venerata per ore, instancabile e forte.
"Giuro che non so stare senza di te" mi disse molto tempo dopo.
"Ci abbiamo messo un po' ad arrivare a questa considerazione, non trovi?" chiesi stuzzicandolo.
"Immagino che dovremo recuperare il tempo perduto allora" disse tornando sopra di me per ricominciare da capo.

Non so quanto tempo dopo, mi guardò, apparentemente confuso. "Perché hai morso quel deficiente?"
"Ho ricordato una cosa, qualche giorno fa e volevo fargliela pagare, però non volevo ucciderlo. Non mi è piaciuto farlo nemmeno quella notte, non è nella mia natura, immagino. Non sono adatta a fare il capo, avevi ragione tu."
"Cosa ha fatto?" chiese. Poi, visto che non rispondevo, iniziò a pressare la mia mente. Dimmelo.
Non voglio che tu lo uccida risposi nella sua mente.
"Claire..."
"Promettilo" chiesi.
Annuì stancamente e lo guardai negli occhi, mentre lasciavo fluire da me verso di lui il ricordo che aveva scatenato tanta rabbia dentro il mio compagno, anche senza che sapesse i dettagli, che gli fornivo solo in quel momento.
Si alzò di scatto, guardando davanti a sé, furente. "Lo ammazzo!"
"Levi, lo hai promesso" dissi.
"Tieni ancora a lui per caso?" chiese e nel momento in cui mi resi conto che lui era probabilmente incredulo e geloso per il fatto che non l'avevo ucciso, sentii di amarlo ancora di più.
"Ti amo Leviathan. Non avrei mai lasciato che mi marchiassi se non fosse così. Il mio cuore, il mio corpo e la mia anima sono tuoi" dissi poi mi misi in ginocchio, per renderlo solenne, nuda e priva di vergogna. "Giuro fedeltà all'Alpha, che possa disporre di me nel modo che ritiene migliore per il branco. Mi affido a lui in qualità di sua compagna, abbandonando qualsiasi riscatto della mia condizione di figlia di Alpha, scegliendo liberamente di affidare la mia vita a te, Alpha Leviathan."
Finii la mia tirata con le lacrime agli occhi, mentre lui si abbassava al mio livello, gli occhi lucidi per l'emozione.
"Non era necessario, Claire, ti credo."
"Da quando sei Alpha, non ti ho giurato fedeltà, lo avevo fatto a tuo padre. Certo che era necessario."
Ci baciammo, senza l'urgenza bruciante di qualche ora prima, mentre le prime parole d'amore che ci scambiammo volavano tra i nostri pensieri, precluse a tutti tranne che a noi.

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