LEVIATHAN
Tornare a posare i piedi a terra dopo il volo, annusare il profumo degli alberi che portava il vento, respirare l'aria di casa, fu rinfrancante.
Avevo trascorso una settimana con i miei genitori e quelli di Claire, i quali sembravano aver accettato il destino che era toccato alla propria figlia molto meglio di me, cosa che mi fece incazzare più di quel che pensassi e non mi tolse comunque il peso di vedermi guardare con biasimo. Dicevano che lei sapeva cosa faceva e anche papà mi aveva assicurato che la sua scelta, per quanto dolorosa, è stata anche la migliore per il branco.
Come no.
A mio parere invece, è stata la cosa più sciocca che potesse fare e sono ancora arrabbiato per la facilità con cui, a mio avviso, i suoi genitori hanno accettato la sua morte. Erano addolorati, è vero, ma io avrei dato fuoco all'intero Stato se fosse servito a riportarla da me, avrei raso al suolo ogni ettaro di foresta se avessi avuto anche solo il sospetto che si potesse salvare.
Avrei abbandonato il branco al suo destino se avessi potuto scegliere lei.
Ancora dopo mesi, questo non era cambiato.Mia madre mi aveva tenuto occupato per gran parte delle giornate con le nuove scoperte in fatto di armi e aconito da farmi portare a Mountain Falls e papà mi aveva raccontato alcuni aneddoti sulla sua vita di Alpha che pensava che avrei dovuto sapere per guidare al meglio il branco, cosicché le giornate erano volate via, ma le notti, quelle erano state quasi tutte insonni.
La nostalgia di casa era insostenibile ma sapere che i miei genitori erano al sicuro era una rassicurazione enorme per me in quel momento e dovevo tutto a Claire.Spesso rileggevo la sua lettera, lo ammetto non l'avevo lasciata in quel cassetto, decidendo di portarla con me ovunque. Papà mi aveva spiegato inoltre dei passaggi segreti che aveva previsto nella casa nuova che Fontaine e i suoi operai avevano costruito, dato che non erano indicati dalla planimetria e non vedevo l'ora di testarli assieme a mio fratello.
Avevamo rischiato una sola volta, su insistenza di mamma e avevo fatto una video chiamata a Veclan. Una volta assicurato che fosse solo, senza Dean e con le cuffiette per non tradirsi conversando con persone la cui voce non si sarebbe mai più dovuta sentire, mamma e papà avevano preso le redini della telefonata, parlando con lui per qualche minuto.Dovevo incontrare il mio fratellino alla casa nuova, ma mi aveva inviato un messaggio, invitandomi a pranzo al pub in fondo alla strada principale.
Avevo così tanta fame che gli risposi di ordinarmi due cheeseburger con dentro tutto mentre lo raggiungevo.
"Ehi Vec" lo apostrofai lasciandomi cadere sul divanetto di fronte a lui.
"Ehi Levi, sei tornato" mi accolse con un sorriso.
"Già" risposi sorridendo a mia volta, ripensando al tempo passato coi nostri genitori. Era stato davvero un gran viaggio, in più di un senso.
"Ho ordinato anche per te, se non hai cambiato idea" disse e scrollai le spalle. "Ho una fame che mangerei un bufalo e il profumino che viene dalla cucina mi ha fatto aumentare la fame."
"Dici?" chiese e annuii distratto, guardandomi attorno.
"Allora, che si dice?" chiesi.
"Il branco è disciplinato, siamo riusciti ad attivare il programma di gestione dei ragazzi assieme ai volontari che li aiutano a incanalare la rabbia e gli ormoni in qualcosa di utile alla comunità. Le nuove arnie sono già pronte e pitturate" sogghignò, probabilmente pensando ai ragazzini che erano stati incastrati a fare lavoretti manuali invece di uscire fino a tardi e far disperare i genitori.
Ottimo. Avevamo deciso di mettere i più giovani al lavoro per la comunità in modo da inculcargli il valore del lavoro manuale e quanto fosse importante collaborare, all'interno di un branco, nella speranza di non allevare nuovi ribelli ma componenti validi per la crescita e la prosperità della comunità.
Vidi una cameriera aggirarsi per i tavoli. "Voglio anche un frullato" dissi a mio fratello prima di chiamarla, mentre lui si allungava per bloccarmi un polso.
"Che hai?" chiesi stranito, mentre lui controllava le mie mosse senza alcun motivo, dato che avevo fame, ma non intendevo sbranare anche lei.
"Veclan, i panini arrivano tra poco."
Pensai che la testa mi si volesse staccare dal corpo quando sentii quella voce. Il suono melodioso che produceva quando metteva insieme le parole era un balsamo posato sul mio cuore e mi aveva fatto schizzare la testa verso l'alto, verso la fonte di quel suono.
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The hidden wolf
WerewolfGli uomini sono ormai a conoscenza dell'esistenza dei licantropi e ovunque nel mondo si cerca una convivenza pacifica, a volte con successo, più spesso con scontri sanguinari e morti da entrambe le parti. Claire e Kit sono migliori amici da sempre...