5. Betty - Noah

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Percorriamo il solito tragitto che ci porta all'area cani dove Athena potrà giocare con i suoi amici; tutto dritto, poi si attraversa all'incrocio, si prosegue ancora dritto e alla centrale di polizia si svolta a sinistra.
Non proprio vicinissimo ma è un buon motivo per fare un po' di movimento ogni tanto e fare una bella camminata.
Nick e Chuck discutono a quale assurdo sport potranno dedicarsi nei prossimi giorni, uno propone di fare semplicemente un po' di parkour tra i terrazzi delle case, l'altro afferma che lanciarsi da un paracadute sarebbe meglio perché è da tanto che non rischiano davvero. Tutto ciò mi fa rabbrividire.
Logan invece rimane zitto e ascolta la conversazione tra i due, per poi buttare qualche sguardo su di me. Ancora non ci credo che ha provato a farmi cadere ai suoi piedi semplicemente sussurrandomi due paroline idiote all'orecchio, ci vuole ben altro per piegarmi. Magari, se fosse meno imbecille sarebbe già meglio.
Chissà poi di che parlava con suo padre al telefono, che appuntamento ha con gli operai. Forse una casa dove andrà a vivere per conto suo? Spero proprio di sì, almeno potrò avere di nuovo la camera tutta per me.
«Tu vieni a farci compagnia, Betty?» mi chiede Nick distraendomi dai miei pensieri.
«No, grazie. Io e Chuck abbiamo fatto un patto e per un bel po' posso rifiutarmi di venire a vedervi» l'unico lato positivo di avere Logan intorno è proprio quello di evitare di assistere ai tentativi dei miei amici di perdere la vita.
Finalmente arriviamo all'area cani, sciolgo Athena e mi siedo su una panchina insieme agli altri, mi accendo una sigaretta e mi metto comoda.
«Fumi pure?» mi chiede Logan con il solito tono sommesso.

Ma mi ha presa per una suora di clausura?

«Non sempre, lo fa solo quando è particolarmente stressata» interviene Nick.
«Non avevo mai conosciuto una ragazza che avesse bisogno che gli altri parlassero per lei» gli fa notare Logan, e non ha tutti i torti, spesso Nick ha questo atteggiamento da 'ti rispondo io che la conosco meglio di chiunque altro' ma non ci ho mai dato troppo peso perché è sempre stato così e in un certo senso mi fa piacere che mi conosca così bene. Anche se ammetto che gli altri lo potrebbero trovare irritante, soprattutto se ogni volta che viene fatta una domanda a me risponde lui. Questa situazione con Noah mi ha creato non pochi problemi inizialmente, ed è per questo che il primo periodo non sopportava molto Nick. Poi fortunatamente hanno fatto amicizia e le rivalità si sono placate.
«Scusa, che vorresti dire?»
«Dico solo che potrebbe anche rispondere lei» risponde facendo spallucce e si accende una sigaretta anche lui.
«E saresti tu a deciderlo?» ribatte il biondo sfidandolo.
«No, in realtà è lei che deve decidere se rispondermi o meno, non tu al posto suo» non capisco perché Logan sia così infastidito, forse è un po' come me sotto questo punto di vista, odia che gli altri facciano le cose al posto suo o che si intromettano in discorsi in cui non c'entrano niente.
«La conosco abbastanza bene da poterti dire che se fuma è perché è stressata per gli esami e per il lavoro, visto? Non c'è bisogno che ti risponda lei».
Ma che cazzo? Ma perché Nick non si fa gli affari suoi, adesso sta esagerando!
Sto per rispondergli ma Logan mi precede «E fammi capire, deve chiedere il permesso a te per uscire o almeno quello può deciderlo per conto suo?».
«Perché, avevi intenzione di invitarla ad uscire? Non credo che ti direbbe di sì».
«Allora, punto primo io sono qui e vi sento, coglioni» intervengo «Punto secondo, Nick sono capacissima di rispondere da sola e non credo che Logan intendesse dire che mi vuole invitare ad uscire ma semplicemente che ti metti un po' troppo in mezzo. Punto terzo, anche se mi chiedessi di uscire ti direi di no, Logan» dico rivolta a lui, adesso.
Nick sta per rispondere nuovamente,ma interviene Chuck a stemperare i bollenti spiriti dei due maschi alpha «Dai Bro, Logan non ha tutti i torti, ogni tanto puoi evitare di fare l'avvocato difensore di Betty» scherza dandogli una pacca e per qualche minuto rimaniamo tutti in silenzio.
Tranne Nick che ogni tanto borbotta e sbuffa in direzione di Logan che, fortunatamente, lo ignora e per una volta apprezzo il suo rimanere quasi sempre in silenzio.

◊◊◊

Quell'imbarazzo silenzioso viene interrotto dal mio telefono che comincia a squillare.
«Pronto?» chiedo alzandomi e allontanandomi di qualche passo dai ragazzi che ho intorno.
«Sì, salve, la signorina Elizabeth Styles?» domanda la voce dall'altro capo del telefono.
È una bella voce squillante, credo sia quella della ragazza sulla trentina che mi ha fatto il colloquio.
«Sì, sono io».
«Buongiorno, la contatto per il colloquio avuto ieri mattina come commessa al negozio di abbigliamento, ricorda?» mi ricordavo bene. Al mio 'sì' la voce prosegue «Bene, ci tenevo ad informarla che il colloquio ha avuto riscontro positivo e se è ancora disponibile la aspettiamo lunedì alle nove di mattina per iniziare».
«Disponibilissima» rispondo entusiasta.
«Ottimo, lunedì comincia la settimana di prova, verrà affiancata da una delle ragazze che lavora con noi da tempo e le mostrerà bene tutto ciò che dovrà fare» comincia a spiegare la donna a grandi linee «Dopodomani poi le verrà illustrato tutto nel dettaglio. Le ricordo che l'orario di lavoro è su turnazione dalle nove del mattino fino alle undici di sera di sei ore così divise; nove-quindici, quindici-diciannove e diciotto-ventitrè. Infine le ricordo che i turni sono a scalare. Ciò significa che se lei una settimana ha il turno di mattina, quella dopo avrà il pomeridiano e così via salvo diversa segnalazione. I turni poi glieli daranno a lavoro direttamente lunedì e varranno per tutta la settimana, è tutto chiaro?» mi chiede infine.
«Tutto chiarissimo! La ringrazio e le auguro una buona giornata!» esclamo con voce pimpante.
Il mio volto si illumina con un sorriso raggiante e Chuck si avvicina sovrastandomi con il suo metro e ottanta di pura perfezione.
«Buone notizie, tesoro?» mi chiede abbassando il tono della voce, ma in realtà anche Nick e Logan lo hanno sentito. Si abbassa per avvicinarsi col suo viso al mio e osservarmi da più vicino.
«Mi hanno assunta» dico cercando di contenere la gioia.
«Io te lo avevo detto che sei grandiosa in tutto quello che fai» mi sorride e mi abbraccia, per fortuna che ho Chuck che tiene sempre la mia autostima alle stelle altrimenti adesso non saprei che fare.
Anche Nick si complimenta con me dandomi un bacio sulla fronte mentre Logan, com'è giusto che sia, ignora la notizia e lancia un bastoncino ad Athena per farla scorrazzare un altro po'.

È passata un'oretta da quando siamo usciti, cosìdecidiamo di tornare a casa.
Nick si offre di tenere Athena e cammina davanti con Chuck che sta rispondendoad una chiamata.
Io, invece, mi ritrovo a camminare dietro di loro vicino a Logan che tiene lemani in tasca e guarda basso.
«Be' Nick, alla fine hai vinto tu» dice Chuck rivolgendosi al biondo dopo averchiuso la chiamata.
«Cioè?» domanda l'altro non capendo.
«Andiamo a fare parkour, tra circa mezz'ora dobbiamo vederci con i ragazzi acasa di Jackson e partiamo da lì» spiega «Tesoro, ti dispiace se torni a casasenza di noi o preferisci che ti accompagniamo? Tanto alla fine mancano pochimetri» chiede, poi, rivolto a me.
«No, tranquillo conosco la strada» scherzo «Mi raccomando fate attenzione e nonfatevi troppo male» li saluto con un bacio sulla guancia, Nick mi lascia ilguinzaglio di Athena tra le mani e proseguo dritto mentre loro accelerano ilpasso per andare a prendere la macchina sotto casa.
Dopo poco mi rendo conto che Logan è rimasto al mio fianco e che non ha seguitoNick e Chuck.
«Tu rimani con me?» domando sorpresa.
Irrigidisce la mascella, nemmeno lo avessi offeso, e il suo sguardo siassottiglia.
Cosa mai avrò detto.
«No» risponde secco «Non sono venuto qui per stare con te» mi superavelocemente e gira l'angolo.

Ma chi ti ha chiesto di venire infatti.

Sto per urlargli contro ma, quando anche io svolto l'angolo e lo vedo mi simozza il fiato in gola.
Cavolo, è ancora più bello.
Sì, l'ho sentito sempre per messaggio ma sono almeno due settimane che non lovedo di persona e mi fa uno strano effetto. Mi sembra che improvvisamente tuttointorno a me sia sparito, non sento nemmeno più Athena tirare al guinzaglio, èancora qui con me? Sì, c'è ancora.
Sono io che ormai non mi rendo più conto di nulla, probabilmente se la forza digravità non mi tenesse ancorata a terra adesso starei già saltellando da unanuvola all'altra per la contentezza.
Rallento il passo e mi assicuro che non sia un'allucinazione fino a che, quandosiamo a circa un metro e mezzo di distanza, non ho la certezza che sia lui.
«Noah» quasi sospiro.

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