41. Betty e Logan

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Logan

«Ragazzi» dice Nick interrompendo il nostro abbraccio «Ha detto il dottore che possiamo andare a trovarlo, uno alla volta e per poco tempo però perché ha bisogno di riposare» lascio un bacio sulla fronte di Liz e la lascio andare perché tutti sappiamo che la prima persona che vorrà vedere Chuck è proprio lei.
Aspetto con calma il mio turno, nel frattempo anche i genitori sono arrivati in tutta fretta, e l'ultima persona ad entrare in stanza sono proprio io.
Il viso di Chuck è completamente tumefatto e la maggior parte del corpo è bendata o ingessata, mi fa impressione vederlo così.
«Mi tocca stare su questo cazzo di letto almeno quindici giorni, non posso muovermi per niente» dice appena mi vede «Dopo mi portano un etichetta con scritto sopra fragile, e se mi girano si sente pure il rumore delle costole frantumate» ridacchio alla sua espressione e scuoto la testa avvicinandomi a lui. Sembra di buon umore nonostante tutto.
«Sei proprio un coglione, non sai tenerti aperto nemmeno un paracadute» lo prendo in giro prendendo posto sulla sedia vicino al letto.
«Almeno per quindici giorni sicuri non mi avrai tra i piedi, dai che lo so che me l'hai tirata».
«Mh, nah.. mi sarei accontentato di una scazzottata» dico «Ops, già fatto!» scoppiamo entrambi a ridere.
«Cazzo che dolore!» esclama portandosi al petto la mano dell'unico braccio che è solo bendato.
«Elizabeth è distrutta» aggiunge dopo qualche attimo di silenzio.
«Ci credo, ha appena visto il suo migliore amico in un letto d'ospedale e per di più mummificato» ridacchio ma poi torna serio.
«No, Logan. Il suo sguardo, era diverso» spiega provando a mettersi seduto, ma non ci riesce così con un telecomando alza la spalliera del letto «Sai piovere dal cielo mi ha fatto riflettere, ho visto letteralmente tutta la vita passarmi davanti gli occhi».
«E per fortuna che hai ventun'anni, ne avessi avuti trenta, otto metri di volo non ti sarebbero bastati».
«Stronzo» ribatte divertito «In ogni caso, come ti dicevo, ho riflettuto. E ho realizzato ancora di più tutto quando l'ho vista. Io tengo a lei, più di ogni altra cosa al mondo. E lei tiene a me, ma non nello stesso modo in cui tiene a te» ci tiene a precisare «Tu sei un coglione, e non mi è mai piaciuto il modo in cui trattavi Margaret, ma ti vedo cambiato. Anzi, ti vedo innamorato» afferma sicuro delle sue parole «E per quanto mi scocci ammetterlo, io non ho mai visto Betty così presa da qualcuno. Non voglio dire che ti ama, perché non so bene cosa ne pensa, ma ho l'impressione che non sia più io la sua priorità».
«Non è così, sei il suo migliore amico, non può stare senza di te».
«Questo è vero, ma vuole te» insiste «E credo che sarebbe ora di farmi da parte e accettare le cose come stanno» dice, il tono della voce arreso.
«Ah» rispondo sorpreso e senza avere molto altro da aggiungere «Quindi ho la tua benedizione?» chiedo prendendolo un po' in giro, infatti mi lancia un'occhiataccia.
«Sì, ti chiedo solo una cosa. Trattala bene» punta i suoi occhi dritti nei miei, mi sta avvisando, ma non minacciando, e questi si che sono progressi «So che è complicata, è testarda e anche un po' stronza, e soprattutto orgogliosa, ma è solo perché ha sempre paura di rimanerci fregata. Quindi non deluderla, perché si fida ciecamente di te».
Lo saluto con una leggera pacca sulla spalla per non fargli sentire dolore e con calma e molta ansia raggiungo la moto pronto a tornare all'appartamento.
Come apro la porta Athena mi saluta scodinzolante, sapevo che la cagnolona adesso stava nell'appartamento di Noah, perciò deduco che Liz abbia deciso di tornare qui, forse per assistere Chuck quando uscirà dall'ospedale.
Però non la trovo in nessuna stanza e allora capisco che potrebbe trovarsi nel terrazzo condominiale.
Salgo le scale fino all'ultimo piano e apro la porta metallica che conduce al terrazzo comune, ed eccola lì, appoggiare alla ringhiera a guardare il panorama.
Ok, sono pronto.


Betty.

Mi hanno costretta ad allontanarmi dall'ospedale per prendere una boccata d'aria, non volevo farlo, ma alla fine ho ceduto e ho dato retta a loro, e forse ho fatto bene a seguire il loro consiglio. Adesso posso fermarmi un secondo e cercare di rilassarmi, il peggio è passato e non perderò il mio migliore amico, Chuck si riprenderà e tutto tornerà come prima. Almeno spero.
Ho riportato Athena all'appartamento perché ho intenzione di tornare qua e cercare di aggiustare le cose, e soprattutto di affrontare i problemi e trovare un equilibrio per tutti.
«Ciao» la sua voce mi riscuote dai miei pensieri e lentamente mi volto verso di lui.
«Che ci fai qui?» domando avvicinandomi un po' a lui e portando le braccia al petto.
«Sai, ho letto un libro» dice ignorando la mia domanda.
«Fammi indovinare, lo hai rubato da uno dei miei?» chiedo ricordando il primo giorno che l'ho beccato con un mio libro tra le mani.
«No, ma è una di quelle storie che a te piacerebbero» risponde rimanendo fermo sulla sua posizione.
«Ah, quindi un libro trash!» esclamo scherzando.
«Sì, cioè no.. non del tutto. Parla di un ragazzo e una ragazza che si odiano. Più che odiarsi si punzecchiano. Si infastidiscono, si ignorano, litigano, cercano una tregua, non si parlano per giorni. Poi però si ritrovano, si ritrovano sempre. Perchè lui per lei è un po' una muraglia, si sente protetta e si fida di lui nonostante tutto, e lui perché prima di lei non sapeva dire cosa volesse dire tenere a una ragazza» la sue parole mi gelano sul posto, il cuore prende a palpitare velocemente e la mia bocca sembra non avere più saliva. Sta parlando di noi.
«E come continua?» domando cercando di respirare, ma ormai sembra mancare anche il fiato.
«Continua che questi due sono degli stronzi orgogliosi, fraintendono il novanta percento delle cose che succedono, non lasciano che l'altro possa spiegarsi, e non riescono ad esprimere completamente le loro emozioni, lui non lo fa con nessuno e lei evita di farlo con lui per paura di rimanerci scottata» spiega prima di sorridere «Ma finisce bene, alla grande direi».
«Come finisce?» chiedo portandomi una mano sul cuore, se non mi calmo mi prenderà un infarto da un momento all'altro.
«Lui si rende conto che da quando la conosce ha capito cosa significa avere qualcuno con cui condividere le cose, con cui divertirsi, con cui aprirsi e raccontarsi. Ha capito quanto sia bello avere qualcuno a cui raccontare le proprie giornate e con cui passare il tempo. E si rende conto che quando lei non c'è sente la sua mancanza» il suo sguardo è fisso su di me, e studia ogni mia singola mossa, aspetta che io reagisca o che dica qualcosa, ma mi trovo in uno stato che non so spiegare, so solo che mi tremano le gambe e che le farfalle che sento nello stomaco non hanno intenzione di fermarsi.
«E lei è innamorata?» chiedo curiosa di sentire la risposta.
«Questo è lei che dovrebbe dirglielo, ma lui lo spera, perché a fine libro lui le si avvicina, un po' in ansia devo dirlo, fa un grosso respiro – e mentre descrive la scena mima i gesti – e le dice 'Ti amo, so che sono stato un coglione e ci ho messo troppo tempo, ma non voglio nessun'altra che non sia tu'» ormai è davvero a pochissimi centimetri di distanza da me. Riesco a sentire il suo respiro agitato su di me e il petto gli va su e giù velocemente mentre aspetta una risposta, a me sembra di star vivendo un sogno, non posso crede a quello che mi sta dicendo.
«Logan» cerco di rispondere al suo bellissimo discorso, sono pronta ad aprirmi anche io, ma non mi da la possibilità di parlare.
«No Liz, dico davvero. Ti amo, e mi manchi da impazzire» dice prendendomi le mani.
«Anche tu»
«Anche io ti manco?»
«Sì».
«D'accordo» risponde con un tono di voce deluso.
«E anche io».
«Certo che una frase di senso compiuto potresti anche dirla eh» mi fa notare utilizzando un tono scocciato, ma capisco che scherza.
«Mi manchi anche tu e ti amo anche io» rispondo con coraggio e sul suo viso si forma un sorriso così sincero ed emozionato che non gli avevo mai visto prima.
«Cazzo, Liz!» esclama avvolgendo le braccia dietro la mia vita e facendo incontrare i nostri petti.
«Non è che, non so, te ne penti o cambi idea?» gli chiedo per sicurezza.
«No» risponde con lo stesso sorriso.
«Mh, e non è che si materializza improvvisamente Margaret e ti salta addosso come fa di solito?» continuo.
«Margaret può andare beatamente a fanculo».
«Ok, e non è che sbucherà fuori qualche altra ex pazzoide o qualche tipa dal tuo passato a rompere i coglioni?»
«Liz» dice con tono serio.
«Sì?»
«Sta' zitta» afferra la mia nuca dai capelli e mi bacia.
Prima con delicatezza portando una mano sulla mia guancia, poi con più foga facendo vagare le mani per tutto il mio corpo, sembra quasi che mi stia accarezzando anche l'anima, continuiamo a baciarci mentre camminiamo e mi adagia alla porta che conduce al terrazzo e i baci si spostano verso il collo dove lascia un succhiotto ben visibile.
«Ti amo, Liz. Sei tutto ciò che desidero» dice prima di prendermi in braccio per far aderire i nostri bacini, riesco a sentire la sua erezione premere contro la mia intimità e un brivido mi percorre tutta.
«Sei mia» continua prima di fiondarsi nuovamente sulle mie labbra.
«Andiamo in camera da letto» rispondo senza nemmeno rendermene conto, si ferma per un secondo ad osservarmi e, quando vede che non ho intenzione di rimangiarmi una singola parola, mi fa scendere e mi sistema il vestitino delle regionali che ho addosso.
«Questo vestito su di te è troppo sexy» commenta infilando le mani sotto e stringendomi le natiche.
«Andiamo» dice dopo poco, mi prende la mano e silenziosi ed eccitati torniamo al nostro appartamento, e finalmente ho come l'impressione che tutto sia tornato al proprio posto.

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