«Stai bene?» chiede Noah aiutandomi ad alzarmi dalla sedia su cui ormai sono ancorato.
«Va tutto alla grande» rispondo sarcastico scrollandomelo di dosso.
«Ti accompagno all'appartamento, d'accordo?» continua a parlarmi utilizzando un tono fin troppo calmo per i miei gusti, tutta questa finta gentilezza nei miei confronti non fa che irritarmi.
«Ho la moto, e poi perché dovresti farlo?»
«Non lo faccio per te, ma per Elizabeth» spiega semplicemente serrando ripetutamente la mascella in un tic nervoso.
Liz.
Dio, cosa ho combinato. Non avrei dovuto rispondere al colpo di Chuck, avrei dovuto ignorarlo e portarla via per continuare a parlare in santa pace.
Mi chiedo se tutto quello di cui è stata accusata è vero, se è seriamente innamorata di me.
Ho in mente impresso il suo piccolo viso che scoppia a piangere, si è sentita umiliata davanti a tutti ed è anche colpa mia.
Dovrei esserci io adesso al posto di Nick, dovrei essere io quello che riesce a farla stare meglio e che la consola.
«Allora, ti accompagno?» Noah mi riscuote dai miei pensieri quando ormai siamo davanti al parcheggio universitario.
«No, faccio da me» ribatto brusco.
«D'accordo, ti seguo con la macchina» e con un click del telecomando apre lo sportello.
«E perché mai dovresti seguirmi?»
«Perché se ci dovesse essere Chuck all'appartamento vorrei evitare altre risse che farebbero stare Betty ancora peggio di come già non stia» il suo tono di voce è duro e non ammette repliche. Lo fulmino con lo sguardo ma non aggiungo altro perché ha ragione, cazzo.
E odio ammettere che Noah in questo momento sia una persona migliore di me.
Fanculo.
Indosso in fretta il casco, ma me ne pento subito dopo quando mi arriva una forte fitta allo zigomo destro. Ignoro il dolore e monto in sella per poi fare strada a Noah fino a casa, cercando di non correre troppo per non arrivare prima di lui.Come aveva previsto Noah, una volta saliti al terzo piano, troviamo in salotto Chuck con un pacco di piselli surgelati sul naso, ed Emma che gli fa compagnia.
Nessuno fiata, nessuno si saluta nemmeno. Noah mi accompagna in camera e penso a cosa fare guardandomi attorno. Non passano molti secondi prima che anche Chuck irrompa nella stanza.
«Sbrigati a trovare una camera in dormitorio» comincia con tono freddo «Perché se non l'avessi capito, non sarà certo Elizabeth a lasciare questo appartamento».
«Credo tu stia esagerando, dovrebbe essere Betty a decidere se volerlo qui o meno» si intromette Noah, e rimango stupito dal fatto che tenga così tanto a lei da difendere colui che gliel'ha "portata via".
Io mi limito ad annuire, sono sicuro che Liz non mi vorrà qui con lei dopo il casino che è successo e in fretta tiro i borsoni che avevo poggiato sopra l'armadio la prima volta che sono entrato in questa camera.
«Logan ma che stai facendo?» domanda Emma avvicinandosi all'armadio, dice agli altri due di uscire dalla stanza e chiede a Noah di chiudere la porta, sicuramente non vuole che Chuck si impicci del discorso che sta per farmi.
«Cosa vuoi, rossa?» domando, non abbiamo mai parlato da soli e ora vuole farmi la ramanzina?
«Intanto ho un nome» comincia facendo schioccare la lingua sul palato «E poi vedi di stare calmo perché sto solo cercando di aiutarti. Ora ti metti seduto e mi ascolti» ovviamente non obbedisco al suo ordine, devo sbrigarmi a preparare i borsoni, non voglio stare un minuto di più qua dentro.
«Non te ne andare, Logan. Elizabeth ci rimarrebbe di merda».
«Io non credo. Le sto facendo un favore, se me ne vado non avrà problemi con me e soprattutto col uso amichetto del cuore per causa mia» le spiego infilando a casaccio le cose in una delle due borse.
«Ti sbagli, ci resterà malissimo quando scoprirà che hai lasciato l'appartamento. A lei piace stare con te, credimi» il suo tono pacato sembra quasi volermi confortare e mi fermo un attimo a riprendere il respiro perché le sue parole mi fanno piacere e mi feriscono allo stesso tempo.
«Rimanere qui e lasciarla in mezzo a due fuochi? Non potrebbe stare serena, perché se io la guardassi o le rivolgessi la parola andrebbe a finire come oggi, e lei non si sentirebbe libera di comportassi come vorrebbe» cerco di mantenere la voce calma ma le mie tonalità risultano piuttosto alte «Tengo abbastanza a lei da farmi da parte, così non perderà il suo migliore amico».
«Torres, apri gli occhi. Questo casino prima o poi sarebbe successo comunque. Se non con te, prima o poi Chuck avrebbe fatto la stessa sceneggiata ad un altro ragazzo» esclama «E lo vedo da come hai appena assottigliato gli occhi che pensare ad Elizabeth con un altro ragazzo ti sta facendo rodere il culo, perché sei felice di essere tu quella persona che ha creato tutto questo, non negarlo» sto per risponderle che non è così ma riprende subito a parlare «E non sto dicendo che ti è piaciuto fare a botte. Assolutamente. Ma non fingere di non sapere quale è la ragione di tutto questo problema. Perché se Chuck avesse avuto la certezza che ad Elizabeth di te non importa niente, non si sarebbe mai comportato così da quando ti sei presentato in questo appartamento».
«Perché mi dici questo?» domando voltandomi verso di lei.
«Perché Betty con te sta bene, e probabilmente sceglierebbe te ad occhi chiusi se non avesse così paura di ritrovarsi senza il suo migliore amico. È la cosa che la blocca più di tutte, insieme al fatto che ti sei comportato come un coglione per la storia di Margaret» sorridiamo insieme a questa affermazione perché non posso darle torto «E poi dovresti averlo capito da solo che quando si tratta di sentimenti non spiccica mai mezza parola».
Me ne sono reso conto eccome, da che erano le ragazze a cascare ai miei piedi e a dichiarsi è andata a finire che quello melenso che deve sempre cominciare il discorso "sentimenti" sono io.
Sorrido perché finalmente ho la conferma che Elizabeth tiene a me quanto io tengo a lei, almeno spero. Ma è una felicità che passa presto.
«Vado comunque via».
«Logan, se resti Chuck prima o poi dovrà farsene una ragione» prova ancora a trattenermi ma io nel frattempo ho chiuso uno dei due borsoni e sto cominciando a riempire il secondo.
«Non cambia, poi vedrò come comportarmi. Ma di una cosa sono sicuro» prendo fiato guardandomi intorno «Qui non rimetto piede».Non ero mai stato al dormitorio universitario, non ciero nemmeno mai capitato per sbaglio.
Del resto non frequento nessuno che dorma all'università, eccetto Phil che peròincontro sempre fuori.
Busso alla porta del biondo, di cui so la camera solo perché una volta mi avevainvitato a giocare ai videogiochi ma avevo rifiutato per stare con Elizabeth, eattendo con poca pazienza che venga ad aprire.
«Logan, che ci fai qui?» domanda quando mi si para davanti. Vede le mie borse ei lividi che ho sul viso e spalancaimmediatamente la porta per farmi accomodare.
«Ma che è successo?» chiede tirando fuori due birre dal minifrigo che ha nelsalotto in comune con altre due camere. Me ne porge una e la apro con i dentitalmente sono nervoso.
«Un casino» rispondo affossando nel divano e passandomi una mano tra i capelli«Chuck ha scoperto di me e di Elizabeth, ci siamo azzuffati davanti a lei eniente, ora sono qua perché lì non c'è più spazio per me».
«Ti ha cacciato lei?»
«No. Chuck voleva che me ne andassi e ho pensato che fosse la cosa miglioreanche per Liz, le creerò meno problemi» sono sicuro che stia per darmi delcoglione, invece si siede di fianco a me e mi lascia una pacca sulla spalla.
Non sto a raccontargli i dettagli di quello che è successo e decido di tenereper me anche le recenti scoperte sui sentimenti che Liz proverebbe per me, hobisogno di staccare un po' la testa e pensare bene a cosa fare.
«Dovresti parlare con lei» suggerisce il ragazzo al mio fianco.
«Non mi va di parlare di Liz, adesso» glielo dico espressamente.
«D'accordo, intanto puoi stare qua, ho un materasso gonfiabile, per qualchegiorno credo possa andare bene. E se decidi di rimanere magari convinciamo ilrettore a far mettere un letto nella mia camera, non mi dispiacerebbe averticome compagno di stanza» scherza dandomi una spallata amichevole.
«Ti avverto, sono disordinato» rispondo con lo stesso tono giocoso «È unafortuna che Liz ancora non mi abbia ucciso» sorrido al ricordo «Pensa, unavolta le ho disfatto tutti i suoi abiti e glieli ho spostati mettendo mano siasul suo armadio che sulla sua cassettiera perché volevo fare spazio per le miecose, e c'era un casino incredibile. Credo di averla vista poche volte cosìisterica, voleva letteralmente strangolarmi» racconto «Infatti quando siamotornati dopo averle fatto vedere il mio ristorante mi ha costretto ad aiutarlaa risistemare tutto quanto e a dividere gli spazi in modo equo, ricordo che-».
«Logan» mi interrompe Phil.
«Dimmi».
«Stai parlando di Elizabeth» mi fa notare. Mi è uscito talmente spontaneo chenon mi sono reso conto di averlo fatto subito dopo aver affermato di non averintenzione di nominarla «Parli sempre di lei» mi fa notare sorridendo.
«Cazzo, davvero?» continuo portandomi le mani tra i capelli, e sbuffo quandoscoppia a ridere rispondendo con un movimento della testa che significa 'sì'.
«Ti ha proprio fottuto il cervello, Logan».
Diamine, Phil. Hai proprio ragione.
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Coinquilini - IN REVISIONE.
ChickLitDal primo capitolo: Nella mia stanza c'è un ragazzo. Un ragazzo che non conosco. Un ragazzo che non conosco è sdraiato sul mio letto e tiene un libro. No, non un libro. Un mio libro tra le mani, ventimila leghe sotto i mari. «Scusa?» chiedo rimanend...