24. Logan

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Un'infermiera sulla cinquantina mi informa che Elizabeth è stata ricoverata e che le rimuoveranno l'appendice. Subito faccio uno squillo sia a Nick che a Chuck dal cellulare di Liz, ma nessuno dei due risponde, saranno presi a praticare qualche stupido sport estremo.
Penso a chi altri chiamare, qualcuno deve avvisare la sua famiglia, ma non so chi dei suoi amici potrebbe conoscerla, Emma non di certo dato che la frequenta da appena poche settimane.
Mi faccio coraggio e scorro la rubrica fino a quando non leggo un 'Mammina' accompagnato da un cuore rosso.
Faccio un respiro profondo e premo il tasto di chiamata, non è certo questo il modo in cui avrei pensato di conoscere i genitori di Liz, non che io abbia fantasticato sul fare la loro conoscenza, ovviamente.
«Tesoro, quanto tempo!» una voce dolce risponde all'altro capo del telefono.
«Salve, signora. Sono Logan, un amico di Elizabeth»
«Ciao, Logan. Dov'è Betty, sta bene?» resto qualche secondo in silenzio, poi le spiego che sua figlia è ricoverata all'ospedale perché ha avuto un attacco di appendicite, le detto l'indirizzo di dove può trovarci e attacco la chiamata. Finalmente Chuck ha risposto al messaggio che gli ho inviato dopo la chiamata a cui non ha risposto e mi avvisa che in venti minuti saranno da noi. Noah non ho intenzione di chiamarlo, ma so che a Liz farà piacere vederlo quando si sarà svegliata dall'anestesia quindi chiederò a Chuck di farlo, e magari gli farò fare lo stesso per Jesse. Emma invece è già informata su tutto e mi scrive che cercherà il modo di liberarsi dal lavoro per raggiungerci.

Sono seduto vicino le macchinette a sorseggiare un caffè squallido quando Chuck e Nick mi vengono incontro salutandomi. Mi sono spostato al terzo piano nella sala d'attesa adesso, ma nessun medico vuole darmi notizie perché sono informazioni riservate ai parenti, spero che la madre si sbrighi.
Appena lo penso una donna sulla cinquantina fa il suo ingresso nella sala e percorre il corridoio velocemente non appena riconosce gli amici della figlia, che le assomiglia moltissimo. È accompagnata da una signora anziana e minuta e da un ragazzo che avrà la mia età, sicuramente suo fratello Tristan.
«Chuck!» esclama abbracciando il ragazzo, lui si alza in piedi e le posa un bacio sulle guance e lo stesso fa con la signora anziana, mentre riserva a Tristan una stretta di mano e una pacca sulla spalla.
«Vi hanno fatto sapere qualcosa?» chiede poggiando la borsa su una delle sedie libere.
«No, possono dare informazioni solo ai parenti» rispondo con lo sguardo basso, come se la domanda fosse stata fatta a me anche se così non è.
«Tu devi essere Logan, grazie mille per aver portato mia figlia in ospedale» sorprendentemente quando mi alzo per stringerle la mano, la donna mi abbraccia e quasi mi stritola «Sai, ho sentito tanto parlare di te» quindi Liz ha parlato a sua madre di me? Sorrido a questa informazione.
Mi chiedo dove sia il padre, nemmeno in rubrica ho trovato il suo numero e, adesso che ci penso, Liz non lo ha mai nominato. Non verrà a trovarla? Sapevo che i suoi sono separati, ma non credevo che lei non avesse legami con lui.
In questo momento esce fuori un medico, che ci informa che Elizabeth si è svegliata, ma che è un po' stordita. Spiega alla madre quali cure dovrà fare, gli antibiotici da prendere e la dieta da seguire. Mi appunto tutto a mente, Liz è una grande ingorda e sono sicuro che non vorrà adattarsi ad una dieta leggera. Ci dice che se vogliamo possiamo entrare e che rimarrà sotto osservazione per quarantotto ore massimo.
Adesso che so che sta bene mi rilasso e aspetto un paio di minuti dopo che sono tutti entrati. 

È il caso che stia lì in mezzo ad amici e famiglia? Forse no. È un momento intimo e io non c'entro niente.

Raggiungo il bar al piano terra dove è presente un reparto dedicato a regali di auguri di buona guarigione e via dicendo. Trovo un biglietto con sopra disegnato un hamburger che esclama "Ops, non puoi mangiarmi" e penso subito di comprarlo per Liz, la farà infuriare ma anche ridere, ne sono certo. Improvvisamente tutto mi sembra che possa piacerle, prendo un paio di riviste di cruciverba, due giochi da viaggio da tavola – indovina chi e cluedo – un orsacchiotto che tiene dei fiori in mano. Forse è troppo romantico? Sti cazzi, è ricoverata e voglio che si senta meglio.
Salgo nuovamente al piano in cui si trova la sua camera, busso e sono ancora tutti all'interno. Sta volta c'è anche Noah che ha con se dei fiori che sta posando sul davanzale della finestra.
«Logan» sorride la riccetta quando mi vede entrare.
«Ehi» mi guardo intorno e mi sento un po' in imbarazzo, sono uno sconosciuto in mezzo a tutte queste persone. Ed è assurdo perché io non mi sento mai a disagio con nessuno.
«Cos'hai lì?» tutti si voltano ad osservare la busta che nascondo dietro la schiena.
«Niente di che, stupidaggini. Le vedrai dopo con calma» cerco di farle capire che non voglio che le apra davanti a tutti altrimenti risulterei ridicolo ma non sembra voler afferrare il concetto.
«Io sono la malata e io decido, vieni qui e consegna il malloppo»
«Ah, adesso vuoi giocarti la carta della povera ragazza in convalescenza, Liz?» chiedo ridendo, il suo rivolgermi la parola mi fa stare più calmo e mi fa attraversare tutta la stanza per raggiungerla a letto.
«Liz? Credevo che nessuno potesse chiamarti così dopo Joe» questa volta è il fratello a parlare. Quindi è per quello che odia quando la chiamano così? Le ricorda troppo l'amico che ha perso con l'incidente. Allora perché a me permette di farlo? Ci guardiamo per qualche istante in silenzio, e la luce nei suoi occhi cerca di spiegarmi qualcosa che non afferro.
«Tristan» lo rimprovera la madre facendolo zittire.
Liz mi sfila di mano la busta e tira fuori le cose che le ho comprato una per volta. Mi ringrazia per le riviste perché a quanto pare ama i cruciverba, non avevo dubbi, e fa lo stesso per i due giochi da tavola in miniatura che le ho preso.
«Amo Cluedo!» esclama facendo vedere il gioco agli altri. Scoppia a ridere quando legge il biglietto con l'hamburger «Sempre molto premuroso, eh» ma so che scherza, io continuo a tenere lo sguardo su di lei, perché non so se riuscirei a sopportare quello delle persone che ci osservano.
«Logan» sussurra quasi commossa quando tira fuori l'oracchiotto «Ma è adorabile» alza lo sguardo per puntare gli occhi nei miei e un colpo di tosse dal fondo della stanza ci fa voltare verso la madre di Liz.
«Sei stato davvero carino, Logan» commenta, il suo tono sembra divertito, come se avesse capito qualcosa che io e Liz ancora non percepiamo. La nonna mi fissa sorridente, il che mi sorprende perché di solito ai parenti di amici e fidanzate faccio schifo.
Le due donne si presentano, prima non ne avevamo avuto occasione, la più giovane è Lucinda – ma vuole che la chiami Lucy – mentre la più anziana si chiama Julia. Alla fine anche il fratello si presenta e mi ringrazia per averla convinta ad andare in ospedale.
«In realtà mi ci ha trascinata» sbuffa Liz.
«Meglio, ora mi stai più simpatico» Tristan mi sorride e mi da una pacca sulla spalla.
Chuck e Nick hanno preso posto di fianco a Noah, che mi sorride in cagnesco.
«Oh, per fortuna stai bene!» una rossa piena di energie si precipita in stanza e corre ad abbracciare Elizabeth, sto per dirle di fare piano altrimenti le farà male, ma quando sorprendo la madre di Liz a fissarmi decido di rimanere in silenzio.
«Io adesso vado» dico avvicinando a Liz, tutti ascoltano quello che ho da dirle, come se non avessero mai visto due ragazzi di sesso opposto parlare tra loro «Ti porto spazzolino e accessori vari. Ti serve il pigiama, giusto? Poi non so, un cambio di vestiti? Appunti per studiare?» comincio a chiederle e la vedo annuire «Anzi no, gli appunti no così per una volta non fai la secchiona» sento le voci in sottofondo ridere. Tiro fuori dal suo zaino il tablet e glielo porgo. «Se vuoi tieni, così puoi leggere e se proprio vuoi studiare puoi farlo da qua. Lo zaino lo prendo io così ci metto dentro un po' di cose ok? E ti prendo qualcosa di decente da mangiare che il cibo dell'ospedale fa schifo. Cose che non contengano schifezze però, perché non puoi mangiarle, quindi mandami un elenco di cose sane che ti piacciono.»
«Sì, mamma» mi prende in giro, e in questo momento mi rendo conto di quanto devo sembrare patetico agli occhi dei presenti in sala. Ma mi ripeto che lo faccio solo perché condivido la camera con Liz e so dove tiene le sue cose, giusto? I tre ragazzi, stranamente, non si oppongono e non cercano di offrirsi di fare queste cose al posto mio, magari vorrebbero ma non vogliono fare brutte figure davanti la madre di Liz.
«Scusami se non ho potuto appendere i volantini» si sta seriamente scusando? Mica è colpa sua se ha avuto la appendicite.
«Ti farò contattare dal mio avvocato» la prendo in giro e dopo aver fatto un cenno del capo in direzione degli altri esco dalla stanza e mi dirigo all'appartamento.

«Ehi, Logan!» sto scendendo le scale pronto a tornare da Elizabeth, quando davanti il portone di ingresso del condominio trovo Margaret ad aspettarmi.
«Che ci fai qui?» chiedo posando un borsone e lo zaino nel cofano dell'auto di Liz, sono questi i momenti in cui mi pento di essermi comprato solo una moto e non anche una macchina.
«Stavo venendo a trovarti.»
«Scusa, Margareth ma adesso non ho tempo» voglio sbrigarmi a raggiungere Liz.
Salgo in fretta e furia in macchina e parto lasciandomi alle spalle la bionda che mi osserva indispettita, più tardi le spiegherò il motivo della mia fuga se mi andrà.
Quando salgo di nuovo al piano di chirurgia trovo solo i familiari di Elizabeth nella sala d'aspetto.
«Gli altri dove sono andati?»
«L'orario delle visite è terminato, gli ho detto di andare a riposarsi e di tornare più tardi» risponde la madre «Dovresti andare anche tu, non c'è bisogno che tu rimanga seduto qua, questi posti sono scomodi e ti intorpidiscono tutto il corpo» scherza. Rifiuto gentilmente l'offerta e mi riprometto di fermare il primo infermiere che passa. Liz ha la fortuna di essere in stanza da sola, non vedo perché non possiamo entrare quando ci pare, non daremmo fastidio ad altre persone.
«Quello è il pranzo per Elizabeth?» chiede indicando il piatto di insalata mista che mi ha chiesto Liz. Ho preso anche acqua, succhi di frutta e altre cose che so che le piacciono e che potrà mangiare.
«Questi invece sono per voi, spero vi piacciano» porgo ai tre panini con prosciutto e formaggio, ho deciso di prendere qualcosa anche per loro perché ero sicuro che a causa dell'operazione non avrebbero mangiato e poi entro velocemente in camera di Liz per posarle l'insalata e le borse con le sue cose, sta dormendo perciò le lascio il pranzo sul tavolino di fianco il letto, le accarezzo velocemente la nuca e le poso un bacio sulla fronte, e torno di nuovo in sala d'aspetto.
«Cosa c'è tra te e mia figlia?» mi chiede Lucy quando torno a sedermi al mio posto. Julia e Tristan nel frattempo sono andati via perché la signora aveva un appuntamento dal dentista.
«Niente, signora»
«Chiamami Lucy. Siete innamorati?» domanda ancora.
«Siamo solo compagni di stanza.»
«Per essere un semplice coinquilino vedo che ti preoccupi parecchio» impicciona come la figlia, c'è da dire «Nessuno dei ragazzi presenti ha fatto tutto quello che hai fatto tu e mi pare che ora, seduto qua, ci sia tu e non quel cretino di Noah» mi viene da ridere, quindi non sono l'unico a cui non piace quel coglione «Ma non far sapere ad Elizabeth che non mi piace il suo mezzo fidanzato».
«Stia tranquilla, Lucy, non piace nemmeno a me» è piacevole parlarle, capisco da chi Liz abbia preso il suo sapere mettere le persone a proprio agio.
«Non capisco perché non si decida a lasciarlo perdere, non sa quanti ragazzi migliori potrebbe incontrare, invece continua a focalizzarsi su di lui.»
«Noah ha fatto qualcosa che non avrebbe dovuto fare?» se è così andrò via dall'ospedale solo per cercarlo e spaccargli la faccia.
«No, il problema è proprio questo. Non fa niente per lei, e per amore si dovrebbero fare tante cose invece» anche io non credo di aver mai fatto pazzie per amore, con Margaret abbiamo subito preso un appartamento insieme, ma penso sia stato più un colpo di follia o un momento di annebbiamento mentale che un gesto d'amore.
«Chissà, forse tu le farai cambiare idea» mi sorride, ma non intendo rispondere a questa frase. Non capisco cosa Lucy veda tra me e sua figlia, ma più che amici non siamo. Altrimenti Liz avrebbe fatto più domande su di noi, sul bacio, su quello che sta succedendo. Capisco solo adesso che se non ha affrontato l'argomento è perché vuole fare finta che non sia successo niente tra di noi.
E se è così, allora d'accordo. Fingerò anche io e riprenderemo ad essere dei semplici amici.
Tiro fuori il telefono dalla tasca e faccio l'unica cosa che non pensavo avrei avuto voglia di fare.
Scrivo a Margareth.

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