Sono furioso. Quando ieri Liz ha accettato il passaggio di Noah ed è rientrata con Chuck all'una di notte perché 'avevano perso la cognizione del tempo', a detta sua, sono uscito fuori di casa e ho cercato la prima palestra notturna della zona, mi sono tesserato e ho iniziato a dare cazzotti al sacco per diverso tempo. Poi mi sono reso conto che la mia rabbia era infondata e che avrei fatto meglio ad andare in palestra più spesso o avrei sprecato quattrocento dollari.
Sono rientrato talmente tardi che mi sono direttamente preparato per raggiungere il campus.
E anche ora, che mi sto allenando con i compagni di squadra, so che questa mia incazzatura è stupida, ma proprio non riesco a farmela passare. Le avrà dato un passaggio in moto?
Parli del diavolo e spuntano le corna: Liz prende posto di fianco a Chuck sugli spalti, accompagnata da Emma, Nick e..che cazzo ci fa qui Noah? Circonda le spalle di Elizabeth con un braccio e sorride in mia direzione quando si accorge che li sto osservando.
Sbuffo dal naso e la rabbia mi porta a fare stragi in campo, segno punti su punti e atterro chiunque finisca nella mia traiettoria. Mike è mio avversario e questo mi da ancora più carica per distruggere l'altra squadra. Questo deve dargli fastidio perché finge di non vedermi e mi da per "errore" un calcio sullo stinco, mi accascio a terra e tiro un urlo di dolore. Vorrei potermi alzare e dargli tutti i cazzotti che gli ho risparmiato la scorsa settimana, ma non riesco per la fitta lancinante. Mi tolgo il casco e prendo a respirare pesantemente quando tutti si accalcano intorno a me per vedere cos'ho. Anche Chuck e compagnia scendono dagli spalti e corrono in mia direzione, mi sembra di non capirci più niente in questo momento, mi manca l'aria.
«State indietro e lasciatelo respirare!» esclama una voce, la sua «Logan, ehi, Logan. Come ti senti?» Liz si accovaccia su di me e mi da due leggeri colpetti alla faccia per assicurarsi che io sia cosciente.
«Non hai niente di rotto» sentenzia Phil quando prova a muovermi la gamba «Ma hai preso una bella contusione» mi passa la busta del ghiaccio e la posiziono all'altezza della tibia.
«Sullivan per questa bravata la prossima partita stai in panchina» esclama il coach rivolto a Mike, lui protesta ma il coach lo minaccia di prolungare la punizione se insiste «Ce la fai ad alzarti?» chiede adesso a me. Faccio sì con la testa e zoppicante raggiungo la panchina con Chuck e gli altri che mi seguono, non prima di aver informato Mike che me la pagherà cara. Liz mi si fa più vicina rispetto agli altri e mi sfiora il braccio con le mani.
«Che vuoi, Elizabeth?» chiedo brusco, la vedo trasalire, non mi ero mai rivolto a lei con questo tono così sgarbato, nemmeno quando i primi giorni bisticciavamo.
«Volevo solo sapere come stai non c'è bisogno di essere così stronzo».
«Mike è una testa di cazzo» è Nick a parlare adesso «Si meriterebbe una bella scarica di botte quel coglione» quello che dice non mi interessa, i miei occhi sono ancora puntati su Liz che evita di guardarmi.
«Niente che una buona birra non possa risolvere» Chuck mi sorride per cercare di tranquillizzarmi «Che ne dici Logan, sta sera usciamo noi tre e ci facciamo una bella bevuta» dice indicando me e Nick «Non ti dispiace, Betty, se ti lasciamo da sola e facciamo un'uscita tra ragazzi?» lei fa spallucce come se non le importasse «Fate come vi pare» risponde semplicemente.
«Potrei portarti a fare un giro in moto così non rimani da sola» le propone Noah.
«Lo sai che..»
«Quindi ora vai in moto anche con lui?» la interrompo, tutti si girano a guardarmi.
«Veramente non ho detto niente» scatta subito sulla difensiva.
«Beh, non è quello che dice lui».
«Lui mi ha semplicemente proposto di andare in moto, non ha dato per scontato che avrei accettato» alza il tono della voce e si volta completamente verso di me «Te l'ho detto anche l'altro giorno che non ero mai salita su una moto prima di te» cerca di parlare sottovoce, ma è impossibile per gli altri non sentirci.
«Scusa, vorresti dire che con lui ci sei salita?» la voce di Noah tuona alle nostre spalle. Elizabeth spalanca gli occhi e si morde le labbra, adesso capisco che non voleva che gli altri lo sapessero ma ormai è troppo tardi per rimangiarsi quello che le è sfuggito.
«Tu cosa?» chiede sorpreso anche Chuck.
«Oh, andiamo Chuck. Sai benissimo che sono dovuta salire sulla sua moto perché tu mi avevi fregato la macchina, ora non fare finta che non sapessi che mi aveva accompagnato a lavoro!» esclama scocciata.
«No, non me l'hai raccontato quindi pensavo fossi andata con l'autobus» non è arrabbiato con lei, lo è con me e lo capisco dallo sguardo che mi lancia, non so perché dovrebbe, anzi, dovrebbe essere felice che non ho permesso che la sua migliore amica prendesse un fetido bus.
«Fammi capire, io e te ci conosciamo da più di un anno, siamo stati insieme e continuiamo a frequentarci e mai, e sottolineo mai, sei voluta salire sulla mia moto perché il tuo amico ci è morto in un incidente – cosa? – e con lui che lo conosci da quanto, venti giorni nemmeno?, ci sali tranquillamente!» vorrei prendere Noah e attaccarlo al muro per aver detto una cosa così privata di Liz davanti a tutti, ecco perché era così agitata e spaventata, dovevo capirlo che c'entrava qualcosa del genere. Non appena dice queste parole e si rende conto della cazzata commessa Noah spalanca gli occhi e fa un passo in avanti verso di Elizabeth.
«Noah, vattene» esclama Liz con le lacrime agli occhi, ti prego non piangere. E invece le guance cominciano a rigarsi e io non so che fare, è tutta colpa mia che ho preso questo discorso.
«Beth, io..»
«No, lasciami stare» si tira indietro quando Noah allunga un braccio per accarezzarla e per la seconda volta nel giro di pochi giorni si scontra contro il mio petto ma non si allontana.
«Noah, ha detto di andartene» Chuck posa una sua mano sul petto del ragazzo e con la testa gli indica l'uscita del campo da football, lui tentenna un po' ma poi obbedisce e se ne va via.
«Tesoro, stai bene?» le chiede Emma avvicinandosi e quando scoppia a piangere, prima che possa avvicinarsi qualcun altro, la giro contro di me e la avvolgo tra le mie braccia, prendo ad accarezzarle i capelli sotto gli sguardi colpiti di tutti, fortunatamente Liz non si allontana. Chuck mi guarda storto ma non reagisce, si limita a posarle una mano sulla spalla e poi fa cenno agli altri di allontanarsi un attimo, sembra che abbiamo parlato solo con gli sguardi, io gli ho chiesto di lasciarci un attimo da soli e lui ha accettato la richiest promettendomi che di questo ne avremmo parlato in futuro.
«Scusa» sussurro tra i suoi capelli «Non avrei dovuto parlare della moto, sono stato un coglione» si scioglie dall'abbraccio e alza il viso per guardarmi.
«Dove sono andati gli altri?» chiede, ma non serve che le risponda perché li trova a qualche metro di distanza da noi.
Si siede un attimo sulla panchina e prende fiato.
«Si chiamava Joe, e avevo sedici anni quando è successo» tira su col naso «Lui ne aveva diciotto. Non era proprio mio amico, o meglio era il migliore amico di mio fratello» quindi Liz ha un fratello, le prendo la mano per farle forza, ormai si sente in dovere di parlarmene «Per me era come un fratello maggiore, ci sono cresciuta insieme. Quando si è comprato la moto era felicissimo perché finalmente lui e Tristan, mio fratello, sarebbero potuti andare insieme a correre e mi aveva promesso di portarmi a fare un giro perché Tristan non voleva mai farmi salire sulla sua moto» sorride a quel ricordo e riprende a parlare «Quel momento non è mai arrivato però, perché quello stesso giorno in cui stava venendo da me ha cominciato a piovere mentre era alla guida e non essendo ancora pratico nel guidarla non è riuscito a tenere ben salda la moto» le lacrime cominciano a scendere di nuovo e prontamente gliele asciugo «Ha perso il controllo ed è praticamente volato via» un brivido la percuote e vedo che fa fatica a continuare il racconto.
«Basta così» le blocco le gambe che continuano a fare su e giù in un tic nervoso e le tiro su il mento per guardarla dritta negli occhi «Ti ringrazio per avermene parlato, ma se ti fa stare troppo male fermati, ho capito cos'è successo» cerco di usare un tono dolce e credo di esserci riuscito perché si asciuga le lacrime e mi lascia un sorriso triste, misto a brutti ricordi.
«Noah è un coglione» lo dico nella speranza di farla sorridere ancora ma lei scuote la testa.
«No, è geloso» vorrei non chiederglielo, ma la curiosità ha la meglio e non posso fare a meno di domandarle perché lo è e di chi.
«Geloso di te, del fatto che mi stia affezionando a te, anche se forse non te ne sei ancora reso conto» la osservo sorpreso, si è resa conta di cosa ha appena detto? Credo di sì perché il suo viso è sereno e mi guarda dritto negli occhi senza imbarazzo o paura «Non racconto mai le mie cose a nessuno, così come non do confidenza facilmente, non a caso tutti credono che mi senta superiore agli altri perché non rido e scherzo con tutti, ma sono fatta così. Di solito le persone con cui sto bene sono veramente poche e sono solo quelle che mi piacciono subito a pelle o quelle che conosco da una vita» mi sta facendo così tante rivelazioni in pochissimi minuti che spero davvero di non scordare niente di ciò che mi sta dicendo «Chuck infatti lo conosco dal liceo e anche Nick, mentre Jessie e Noah mi sono piaciuti da subito appena li ho conosciuti. E adesso ci sei anche tu» mi sorride e anche io ricambio il sorriso «Solo che con te ci ho messo meno tempo che con gli altri e a differenza degli altri non ti sopportavo e ancora adesso faccio fatica, e ci ho messo poco soprattutto rispetto a Noah che anche se mi è sempre piaciuto da matti è quello con cui ci ho messo più tempo a sbottonarmi» si alza in piedi e vorrei tanto tirarla per la vita e posizionarla tra le mie gambe per averla ancora più vicina «Credo sia questo che non gli vada giù. Soprattutto perché sei insopportabile, un po' presuntuoso e spesse volte sgarbato. E di solito le persone così o le evito o sono Chuck» effettivamente io e il suo migliore amico siamo molto simili come carattere «E stupiva anche me il fatto che io ti abbia parlato e che mi sia trovata così bene con te questi ultimi giorni, dico davvero, ma è perché ho capito che sei uno stronzo simpatico, i tipi che evito io sono più stronzi come Mike che come te» ha reso bene l'idea di che tipo di persona intende «Ma Noah crede che tu sia più come quel coglione».
«Credo che tutti la pensino così, anche Chuck e Nick e lo so che lo pensano solo perché si preoccupano per te» finalmente riesco a dire qualcosa «Ma tu non lo credi».
«No, io no.»
«Perché?» le chiedo, e vorrei tanto capire perché è l'unica a fidarsi così tanto di me.
«Perché anche quando si tratta di me le persone giungono a conclusioni affrettate, di solito sono quella che si crede snob, superiore, egocentrica, per un periodo ho davvero creduto di essere sbagliata» in realtà chi si sbaglia davvero sono le persone che l'hanno giudicata così perché Liz è tutto il contrario di quello che le hanno detto «Poi ho capito che essere sinceri, dire quello che penso, evitare di fingere amicizie che non mi interessano non mi rendono stronza o snob. E credo che anche su di te gli altri si sbaglino. Sei un po' brusco? Sì, credo che saresti il tipo da causare una rissa. Sei fastidioso? Assolutamente. Ma non sei cattivo, o pericoloso, o inaffidabile» tutti questi complimenti mi fanno scoppiare il cuore nel petto, nessuno mi aveva mai detto niente di simile, anzi, credo che a Margaret piacessi proprio perché le sembrava di stare con un teppista da domare, ma forse è colpa mia che gliel'ho sempre fatto credere «Per lo meno con me non sei mai stato così. E io le persone le giudico in base a come si comportano con me e non in base a come agiscono con gli altri» cosa? Questa è la prima volta che sento dire una cosa simile.
«Quindi io potrei essere il peggior stronzo del mondo con tutte le persone che esistono sulla faccia della terra, ma se mi comporto bene con te tu non crederai che io sia stronzo?» domando per essere sicuro di aver capito bene.
«No, non dico questo. Dico che se fosse così io sarei consapevole che sei uno stronzo con gli altri ma non con me, e che quindi non avrei motivo di allontanarti o parlare male di te solo perché lo fanno gli altri» adesso vorrei prenderla e baciarla e farla mia.
Vorrei stringerla tra le mie braccia e non lasciarla andare mai più perché quello che mi sta dicendo.. Dio, non mi era mai importato di quello che gli altri pensavano di me perché sapevo che erano tutte cazzate. Ma Liz, mi ha capito più lei in questo poco tempo che chi mi conosce da sempre. E cazzo se mi importa cosa pensa lei, perché non lo ammetterò mai ma è quello che ho sperato di sentirmi dire da tutta una vita.
«Grazie Liz» mi alzo in piedi e mi avvicino fino a sfiorare il mio petto col suo.
«Sono solo stata sincera» fissa lo sguardo sul mio «E in un certo senso mi fa piacere sapere che ho avuto la fortuna di conoscere il vero te.»
«Davvero?» sussurro facendomi sempre più vicino a lei, annuisce e, quando mi accerto che non indietreggi, comincio ad avvicinarmi sempre di più alle sue labbra.
«I provini!» esclama Chuck rovinando il momento. Betty spalanca gli occhi e si batte una mano sulla testa.
«Cavolo è vero» urla «Scusa Logan ma adesso devo andare..ci vediamo..più tardi ok?» non faccio in tempo a risponderle che è già corsa via con Emma mentre Chuck e Nick aspettano che mi vada a cambiare.
Forse, in una parte nascosta del mio subconscio, Liz mi piace.
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Coinquilini - IN REVISIONE.
ChickLitDal primo capitolo: Nella mia stanza c'è un ragazzo. Un ragazzo che non conosco. Un ragazzo che non conosco è sdraiato sul mio letto e tiene un libro. No, non un libro. Un mio libro tra le mani, ventimila leghe sotto i mari. «Scusa?» chiedo rimanend...