Anche questa mattina, per l'ennesima volta da quando è arrivato il nuovo ospite, mi sono risvegliata sul divano del salotto e, ovviamente, ho dei dolori assurdi alla cervicale. So che nella mia camera c'è un bellissimo letto matrimoniale che non aspetta altro se non di essere provato da me, ma dopo gli sguardi di Logan durante il film dell'altra sera – che praticamente ha guardato me invece che lo schermo per tutto il tempo – mi sono sentita a disagio a sdraiarmi vicino a lui. Sembrava che volesse portarmi a letto e non ho intenzione di dormire con un ragazzo che proverebbe ad allungare le mani, anche perché poi sarei costretta a spezzargliele.
Faccio qualche carezza ad Athena che ha dormito di fianco a me, rendendo ancora più scomodo il mio riposo, guardo il display del cellulare e noto che sono appena le cinque del mattino.
Il mio primo giorno di lavoro comincerà tra quattro ore e non ho idea di cosa farò per tutto questo tempo, mi guardo intorno e cerco qualche soluzione ma non mi viene in mente niente: leggere di nuovo la fattoria degli animali non se ne parla, altrimenti comincerò ad odiare il mio libro preferito, fare colazione nemmeno perché è troppo presto. Non mi resta che prepararmi e magari fare una passeggiata così entro di soppiatto in quella che adesso è la camera mia e di Logan e cerco nel cassetto dei vestiti neri da indossare, come mi è stato indicato dalla ragazza del colloquio.
«Buongiorno» una voce roca alle mie spalle mi fa sobbalzare.
«Scusa, ti ho svegliato?» chiedo a bassa voce tirando fuori una t-shirt a maniche corte nera.
«Sono sveglio già da un po', tranquilla» mi rassicura «Tu piuttosto perché sei sveglia?»
«Non riuscivo a dormire sul divano e Athena col suo peso non concilia di certo il sonno» prendo anche un paio di jeans e la biancheria intima e sto per uscire dalla stanza quando sento Logan mettersi seduto e richiamarmi.
«Perché da quando sono arrivato non dormi mai nella tua camera?».
Perché mi metti a disagio. Perché l'altra sera al cinema sembrava tu mi stessi scopando con gli occhi. Perché non ti conosco abbastanza.
«Guarda che non ti mangio mica» continua notando il mio silenzio.
«Ora devo prepararmi» taglio corto, non ho voglia di dare delle spiegazioni sul perché non dorma nel mio letto, potrebbe anche offrirsi di smammare dalla camera e stare lui sul divano, ma so che non lo farebbe mai perché è uno sbruffone.
«Il lavoro comincia alle nove, non credo che ti servano quattro ore per prepararti» anche se è buio intorno a noi, dal suo tono di voce capisco che sta facendo il suo solito ghigno divertito.
Si ricorda anche a che ora comincia il mio turno in negozio, perché questo ragazzo sembra fregarsene di tutto eppure ricorda ogni cosa?
Accende l'abatjour sul comodino di fianco il lato su cui dorme lui e rimango sorpresa di quanto anche di prima mattina e con i capelli scompigliati sia estremamente bello, vorrei poter dire lo stesso di me se non fosse che i miei capelli al mattino sono un nido di rondine. Cerco di migliorarli come meglio posso altrimenti so già che mi prenderà in giro ma è inutile ogni tentativo.
«I capelli stanno bene così» sorride ironico e batte un palmo sul letto come a chiedermi di sedermi vicino a lui «Visto che siamo entrambi in piedi potremmo fare una chiacchierata, poi ti lascio preparare» sono sorpresa della sua richiesta e vorrei rifiutare, ma ha ragione. Manca ancora tanto tempo prima che si facciano le nove e forse parlando con lui il tempo passerà più svelto.
La luce fioca della lampada gli illumina metà viso, e intravedo gli addominali grazie al lenzuolo che gli ha scoperto il busto.
Mi metto a gambe incrociate di fronte a lui e comincio a giocare con un filo sfuggito dalla cucitura della trapunta per distogliere lo sguardo.
«Ti senti agitata?» intreccia le mani dietro la testa e si appoggia alle testiera del letto, lo osservo e gli occhi mi cadono sui tatuaggi, vorrei sapere cosa rappresentano, ma con questa luce bassa non riesco a vedere benissimo.
«In realtà sì, ma solo perché ho paura di incontrare colleghi insopportabili, non sono una che ha molta pazienza» confesso e lui sghignazza a questa mia affermazione.
«Sì, questo l'avevo notato anche io».
«E tu invece per il primo giorno nel nuovo college come ti senti?» decido di fargli anche io qualche domanda, non voglio dargli l'impressione che non me ne freghi niente della chiacchierata con lui perché in questi pochi giorni ho scoperto che Logan a volte sa essere davvero piacevole e di compagnia.
«Perché dovrei? So già come andrà, le ragazze mi sbaveranno dietro e i ragazzi mi invidieranno perché sapranno di non poter competere con me» ed ecco che torna ad essere il solito sgradevole narcisista.
«Non ne sarei così sicura, in giro per l'università ci sono davvero dei ragazzi niente male».
«Come il tuo Noah?» a sentire il suo nome abbasso lo sguardo, è da quando ci siamo incontrati fuori casa che non lo sento e non lo vedo, forse ho sbagliato a trattarlo così e forse dovrei scrivergli per sapere come va.
Ignoro la sua domanda e preferisco concentrarmi su di Athena che è appena salita sul letto e che si è sdraiata tra di noi. Logan comincia ad accarezzarla proprio come me e sto bene attenta dall'evitare di scontrarmi contro la sua mano o penserà che io stia cercando un qualche contatto con lui.
«Come mai l'hai chiamata Athena?» chiede curioso. Credo che sia la prima persona che mi fa una domanda simile.
«In realtà non le ho dato io questo nome» sorrido in direzione della mia bellissima cagnolona nera «Era stata abbandonata ed una volontaria l'ha trovata e si è presa cura di lei, era denutrita, aveva problemi allo stomaco e aveva perso tutto il pelo a causa delle infezioni. Quando l'ho vista su un post online mi sono innamorata dei suoi occhi e della sua storia e volevo che fosse la mia cucciola. E le è stato dato il nome Athena come la dea della guerra, perché lei ha affrontato una grande battaglia contro l'abbandono e la morte e l'ha vinta» i suoi occhi sono concentrati su di me e hanno una luce diversa dal solito, come se mi stesse veramente guardando per la prima volta.
Non so spiegare bene cosa lui stia provando o sentendo in questo momento ma questo suo osservarmi come se mi stesse leggendo l'anima mi fa arrossire.
«Quindi hai salvato un animale».
«Non l'ho salvato, io l'ho solo adottato» faccio spallucce.
«Sei meravigliosa» alzo lo sguardo di scatto e anche lui deve essersi reso conto di quello che ha detto perché spalanca gli occhi sorpreso almeno quanto me «Voglio dire.. quello che hai fatto è meraviglioso» si passa una mano tra i capelli e si strofina gli occhi.
Passiamo un altro po' di tempo così a chiacchiera su Athena, lui mi racconta che anche la sua ex Margaret ha un cane, anche se non è bello come la mia cucciola a suo dire. Poi mi chiede se nel nostro college è presente qualche sport in particolare oltre la pallanuoto che pratica Nick e gli elenco il football, che è la disciplina principale, l'atletica, il baseball, ma nessuno di questi sembra interessargli più di tanto ad eccezione del football, che da ciò che mi racconta, praticava anche nella vecchia scuola e a quanto dice Logan è imbattibile.
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Coinquilini - IN REVISIONE.
ChickLitDal primo capitolo: Nella mia stanza c'è un ragazzo. Un ragazzo che non conosco. Un ragazzo che non conosco è sdraiato sul mio letto e tiene un libro. No, non un libro. Un mio libro tra le mani, ventimila leghe sotto i mari. «Scusa?» chiedo rimanend...