La notte è stata piacevole, erano secoli che non dormivo senza svegliarmi di continuo.
Apro gli occhi per raggiungere il telefono e guardare l'ora ma qualcosa mi blocca, e solo ora mi rendo conto che si tratta del braccio di Logan, abbiamo davvero dormito abbracciati tutta la notte?
So di essere appena arrossita, ma è perché non credevo che sarei riuscita a dormire in questa posizione con un ragazzo che non fosse Noah. Provo a divincolarmi dalla sua presa senza fare troppo baccano, ma appena mi allontano la sua stretta si fa più forte e mi spinge contro il suo petto, il fiato mi si mozza in gola, è chiaro che stia dormendo altrimenti non credo che un tipo come lui si sarebbe davvero comportato così. Che poi in realtà io so davvero che tipo è? Perché fino a qualche ora fa avrei detto che è una persona superficiale, un po' come tutti gli altri ragazzi della nostra età, ma dopo come si è comportato ieri sera forse l'ho sottovalutato. Forse finge di fare il duro solo perché in fondo è un romanticone. O più semplicemente gli ho fatto pena e mi ha trattata così perché gli ho dato l'impressione di essere un cucciolo indifeso che ha bisogno di protezione.
La sveglia mi riscuote dai miei pensieri e tiro un sospiro di sollievo perché questo significa che non sono in ritardo per il lavoro; ieri prima di staccare dal mio turno la responsabile mi ha chiesto se questa mattina avrei potuto fare degli straordinari anche se sarebbe dovuto essere il mio giorno libero e ovviamente ho accettato, così come avevo accettato il turno pomeridiano il giorno della festa di Jesse nonostante dovessi attaccare alle nove. Spero che questa cosa venga notata così che non possano cacciarmi e poi non mi dispiace fare dei favori alle colleghe. E non mi dispiacciono nemmeno soldi in più a fine mese.
«Buongiorno» dice Logan alle mie spalle.
«'Giorno» rispondo sempre nella stessa posizione. Appena apre gli occhi e si rende conto che mi tiene incatenata a sé scatta indietro e si stacca dall'abbraccio.
«Scusa..io..» cerca di spiegarsi ma non c'è bisogno che lo faccia. So che non voleva abbracciarmi, ma non possiamo gestire quello che facciamo nel sonno. Chissà magari è uno di quelli che abbraccia il cuscino e ha pensato che lo fossi anche io, o magari ha sognato di abbracciare qualcuno e quindi ha riportato nella realtà gli stessi movimenti.
«Tranquillo, capita di fare cose che non si vogliono quando si dorme» gli sorrido ma lui non ricambia, anzi, sembra quasi seccato dalla mia affermazione. Evidentemente la sua insonnia non lo rende un tipo mattiniero.
Mi stiracchio leggermente e mi alzo per andare a cercare qualcosa di nero da indossare, non ho ancora abbastanza magliette con il logo del negozio per avere un cambio e l'unica maglia che ho è a lavare.
«Logan!» quasi urlo quando trovo uno dei miei cassetti occupati dalle sue cose «Dov'è la mia roba?» cavolo, devo prepararmi e le mie magliette nere erano in questo cassetto.
«Da qualche parte dentro l'armadio» si siede poggiandosi alla spalliera del letto e porta le mani dietro la testa, proprio come ha fatto qualche mattina fa, deve essere un'abitudine.
Apro l'armadio e trovo alcuni dei miei vestiti buttati nel ripiano più in basso e in disordine, e come se non bastasse alcune paia di jeans di Logan sono appese tra i miei abiti.
«Ti rendi conto del casino?» urlo indicando il disastro alle mie spalle «Questi vestiti mi servono, perché non mi hai chiesto dove mettere le tue cose?» tiro fuori una maglia nera tutta stropicciata e giuro che vorrei scaraventare tutti i suoi abiti fuori la finestra.
«Scusa ma il comò – che avevo ceduto a Natalie insieme a metà dell'armadio prima che se ne andasse – è occupato dai libri e dovevo scegliere se spostare quelli o alcuni dei tuoi vestiti» spiega tranquillo «E poi mi spieghi perché cavolo tieni dei libri in una cassettiera?»
«Forse perché in questa merda di libreria non c'è abbastanza spazio?» indico il mobile vicino la finestra, è occupato interamente da tomi universitari, appunti, quaderni, enciclopedie e alcuni libri.
«Ma quanti libri hai, poi?» continua con questa storia, e mi sto innervosendo.
«Senti, lascia stare. Quando torno da lavoro troviamo una soluzione e decidiamo come dividere l'armadio e i cassetti».
«Mi sembra un'ottima idea anche perché non vorrei sbagliare e prendere le tue mutande invece che i miei boxer».
Cosa? Corro all'ultimo cassetto del comò, quello dedicato alla biancheria, e trovo anche i suoi indumenti intimi sparpagliati tra i miei.
«Devo ammettere che alcune cose lì dentro sono davvero sexy».
«Logan stai zitto o giuro che ti strangolo!» passo le dita sopra le tempie per cercare di non farmi prendere dal mal di testa e mi affaccio alla finestra per capire che tempo fa fuori in modo da scegliere l'abbigliamento più adatto, siamo a marzo e comincia a fare più caldo, ma questi ultimi giorni è piovuto spesso e non si capisce mai se sarà brutto o bel tempo.
«Dove cazzo è adesso la mia macchina?» il parcheggio dove l'ho lasciata ieri sera è vuoto e mi precipito sul mio cellulare col vetro frantumato dove trovo un messaggio di Chuck che mi informa che ha preso la mia auto in prestito per andare al centro commerciale insieme a Nick.
«Non ci posso credere, ma che sfiga è questa!»
«Posso portarti e venirti a riprendere io, se vuoi» mi propone Logan.
«No, grazie. Prendo l'autobus» adesso sono seccata anche con lui, se non fosse per lui non dovrei indossare questa maglia sgualcita, a lavoro lo noteranno tutti precisini come sono.
«Dai, non fare l'acida Liz. È sabato mattina e attacchi tra meno di un'ora, pensi davvero di arrivare in tempo se ti metti ad aspettare l'autobus? Anche se chiamassi un taxi non arriverebbe in tempo» che palle, ha ragione. Sbuffo e accetto il suo favore, promettendo di restituirglielo, e corro a prepararmi. Fortunatamente ho il tempo di truccarmi e dopo aver sistemato i capelli in due trecce che partono dalla cima della testa corro in salotto da Logan.
«Ti stanno bene così i capelli» mi fa notare. Non ho tempo di ricevere complimenti perciò lo afferro per il braccio e lo trascino fuori l'appartamento.
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Coinquilini - IN REVISIONE.
ChickLitDal primo capitolo: Nella mia stanza c'è un ragazzo. Un ragazzo che non conosco. Un ragazzo che non conosco è sdraiato sul mio letto e tiene un libro. No, non un libro. Un mio libro tra le mani, ventimila leghe sotto i mari. «Scusa?» chiedo rimanend...