28. Logan

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Stiamo perdendo. È la prima partita con la squadra e sto facendo schifo.
Non sono per niente concentrato ed è perché sugli spalti non c'è Elizabeth. Assurdo, credevo sarebbe venuta a vedermi, ci sono tutti – persino Emma che fa gli occhi languidi a Nick – e lei no.
Ogni tanto mi volto per accertarmi che sia arrivata ma niente.
«Cazzo!» esclamo quando vengo atterrato per l'ennesima volta da due energumeni della squadra avversaria, mi sono distratto di nuovo e queste sono le conseguenze.
So di non essermi comportato bene con lei, e che sono giorni che mi evita, ma mi aveva promesso tempo fa che ci sarebbe stata. Margaret fa il tifo per me dalle prime scalinate, ha indosso una maglia col mio stesso numero e devo ammettere che questo gesto mi fa davvero piacere.
«Torres ma che ti prende?» chiede il coach venendomi incontro furibondo, ha dovuto chiedere il time out per parlarmi «Un'altra mossa sbagliata e te ne torni in panchina, ci siamo capiti?» urla a pochi centimetri dal mio viso.
Mike mi osserva divertito e borbotta qualcosa insieme al gruppo di suoi amici, vorrei andare lì e spaccargli la faccia ma Phil mi posa una mano sulla spalla e mi sorride amichevole.
«Non dargli la soddisfazione di prenderti per il culo» dice allontanandomi dal resto del gruppo «Facciamo come agli allenamenti, dimostriamogli che è un cazzone e che di te deve solo avere paura» le sue parole mi incoraggiano, adesso so che in squadra c'è qualcuno che mi spalleggia e gli lascio una pacca sulla spalla in segno di ringraziamento. Guardo un'ultima volta verso gli spalti prima di tornare in campo e, quando vedo che Liz non c'è, rimetto il casco e mi concentro solo su di una cosa: vincere.

Alla fine abbiamo vinto la partita per un punto dell'ultimo secondo, segnato da me grazie ad un ottimo passaggio di Phil che ha saputo difendermi dagli avversari.
«Che ne dici di fare un giro, Torres?» chiede Phil una volta che siamo fuori gli spogliatoi e stiamo andando verso il parcheggio del campus.
Accetto volentieri, dato che adesso le uniche persone che frequento sono i miei coinquilini e ci dirigiamo verso un pub per prendere qualcosa da mangiare, ormai si è fatta ora di cena.
Ordiniamo entrambi Hamburger e patatine, mentre da bere io prendo una birra e lui una pepsi.
«Non mi piace l'alcool» spiega alla mia faccia divertita. Parliamo un po' della partita, di come potremmo organizzarci per aiutarci a vicenda a segnare e far si che risultiamo per gli avversarsi inavvicinabili, mi spiega che a breve verranno degli osservatori da squadre importanti e che nelle prossime partite potrebbero notare qualcuno a cui fare un contratto, Phil spera di essere preso, così come anche io, e perciò c'è bisogno che ci impegniamo parecchio.
«Sai, oggi ti ho visto parecchio assente» dice prima di sorseggiare un po' della sua bibita.
«Sì, ero distratto» rispondo addentando il mio hamburger.
«Già, ti ho visto perennemente concentrato sugli spalti. È per la biondina che aveva il tuo numero sulla maglia?» faccio per rispondergli ma mi anticipa continuando a parlare «O per la riccetta che avresti voluto vedere a fare il tifo per te ma che non c'era?» abbasso lo sguardo per qualche secondo e resto in silenzio pensando a cosa dirgli, ma di per sé il mio silenzio è già una risposta.
«L'ho vista alcune volte agli allenamenti. State insieme?» domanda incuriosito. Non lo facevo un tipo chiacchierone, lo immaginavo più uno che preferisce bere davanti ad una partita e commentare le azioni dei giocatori.
«No, non so cosa siamo» confesso, finalmente posso parlarne con qualcuno. Non che io ami i salottini in cui si esprimono i sentimenti tra amici, ma magari avere qualcuno con cui parlarne potrebbe farmi chiarezza.
«E la biondina chi è invece?» sorride e ammicca divertito.
«La mia ex» gli racconto brevemente della mia storia con lei, della nostra convivenza e del mio cambio di campus, fino ad arrivare a Liz, al fatto che condividiamo la stanza e che c'è stato qualcosa tra noi.
«Bella merda» commenta finendo le sue patatine «Per me non è mai stato così complicato, sto con la stessa ragazza dal primo anno del liceo, quindi non so cosa significhi essere nella tua situazione» Phil frequenta l'ultimo anno proprio come Liz, quindi ha ventun'anni come lei. Perciò facendo due conti, sta con questa ragazza da almeno sette anni.
«E non ti stufi di stare con la stessa ragazza da così tanto tempo? Nel senso, non ti viene mai voglia di fare nuove esperienze? Siamo ancora ragazzi, alla fine» domando, non so se riuscirei a stare per tanto tempo con una ragazza alla nostra età, o meglio, non so se riuscirei a portare avanti una storia così a lungo.
«Perché dovrei? Faccio esattamente tutte le esperienze di un qualsiasi universitario, solo che le faccio in compagnia di una persona di cui sono innamorato».
«Dio, ma allora sei un sentimentalista!» esclamo prendendolo in giro.
«Sono innamorato e non mi vergogno ad ammetterlo. Vado alle feste, mi ubriaco, viaggio, faccio sesso..tutto con la stessa persona. È bello condividere qualcosa con qualcuno a cui tieni» non so se il suo sia un consiglio implicito, come a dirmi di non tirarmi indietro solo perché ho paura di non divertirmi più. Non ho mai vissuto niente di tutto ciò, con Margaret mi sentivo in gabbia, forse perché avevamo due modi diversi di divertirci e in ogni caso non ho mai pensato che potesse essere divertente fare le stesse cose che si fanno da single con una fidanzata al fianco.
Alla fine parliamo un po' del più e del meno, lasciando perdere le ragazze e concentrandosi su ricordi di infanzia, bravate fatte negli anni del liceo e altre cose più leggere.

Coinquilini - IN REVISIONE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora