«Dove cazzo sta andando?» chiede Noah voltandosi verso di noi.
Ho ancora lo sguardo puntato nella direzione in cui Liz si è fatta spazio tra la folla, credo di essere l'unico ad averla vista dirigersi alla porta d'ingresso.
«Dai ragazzi, cerchiamola» propone Chuck, lui e Nick la cercheranno qui al piano di sotto mentre Emma e Noah proveranno nei bagni al piano di sopra.
Dio, ma sono veramente convinti che dopo come si sono comportate quelle stronze Liz sia davvero rimasta alla festa?
Mi faccio largo a spallate in mezzo a questi idioti che ballano, nessuno di loro è riuscito ad intervenire e ad evitare che Natalie buttasse a terra Elizabeth. Quella cretina deve ringraziare che in quel momento ero appena uscito in giardino a fumare una sigaretta altrimenti non le avrei permesso di alzare nemmeno un dito contro di lei. Vorrei prendere a pugni anche quel coglione di Jesse, Liz mi aveva parlato della sua fidanza gelosa, ma non mi aveva detto che lui è un cretino che non sa tenere a bada la sua ragazza psicopatica e che le permette di trattare di merda una sua amica.
La macchina di Liz non è più parcheggiata nel vialetto di fronte la villa così corro verso la mia Ducati monster e sfreccio verso il nostro appartamento.
Corro così veloce e svio tra una macchina e l'altra che in dieci minuti sono già sotto casa.
Salgo di corsa le scale e apro la porta, mi guardo intorno e vedo subito Athena corrermi incontro e farmi le feste, adesso però non ho tempo perciò la coccolerò dopo.
«Liz!» la chiamo ma non risponde. In camera non c'è e nemmeno in terrazza.
Mi avvicino alla porta del bagno ma non sento niente, tranne ad un certo punto quando qualcosa viene scaraventato contro il muro.
«'Fanculo!» urla una voce dall'interno.
«Liz!» spalanco la porta e ad Elizabeth dallo spavento cade il mini asciugamano che la copriva.
«Cazzo, Logan, ma cosa fai?» domanda abbassandosi in fretta per raccogliere il telo. Prima che lo faccia però ho già ispezionato ogni parte del suo corpo nudo e non riesco più a distogliere lo sguardo, se prima pensavo a quanto sarebbe bello farmela ma riuscivo a resistere, ora che vedo questo spettacolo non credo che potrò più ignorare questi pensieri.
«S-scusa, io pensavo..che ti fosse successo qual-qualcosa» merda, sto addirittura balbettando. Ma che mi prende?
«Vuoi uscire da questo bagno?» la sua faccia infuriata mi risveglia dai miei pensieri e riesco a distogliere l'attenzione dal suo seno.
«Tranquilla, non sei la prima ragazza che vedo nuda» finalmente prendo possesso di me e le faccio questa battutina scadente che però almeno la distrae dal fatto che la stessi letteralmente mangiando con gli occhi.
Dovrei uscire, ma non voglio farlo. È furiosa e ha appena lanciato il telefono contro il muro, il vetro dello schermo è in frantumi e non vorrei che lanciasse anche qualcos'altro.
Balle, in realtà c'è qualcosa che mi spinge a non volerla lasciare da sola ma non voglio ammetterlo.
Mi guardo intorno e noto il mio accappatoio appeso sulla porta, non ricordavo di averlo lasciato lì. Glielo passo così che possa vestirsi e mi giro di spalle.
«Non esci?» chiede, questa volta con più calma.
«Non voglio che tu faccia altre stupidaggini» rispondo indicando il telefono a terra.
La sento sbuffare ma non insiste oltre, e comunque non ho intenzione di girarmi a guardarla, altrimenti potrei essere io quello che sbatte qualcuno al muro.
«Puoi girarti» dice dopo un paio di minuti, indossa il completo di una tuta e i capelli sono fradici e scompigliati, probabilmente a causa di come Natalie l'ha scossa.
«Stai bene?» le chiedo avvicinandomi. Mi da le spalle e osserva il suo volto allo specchio del mobiletto che si trova sopra il lavandino.
«Sono furiosa» la sua sincerità mi sorprende, credevo avrebbe risposto con il solito 'bene' di cortesia, quello che si usa con le persone a cui non vuoi raccontare i fatti tuoi, invece vedo che ha bisogno di parlare e io ho voglia di ascoltarla, cosa rara per me «Vorrei staccare uno ad uno i capelli di quella cretina e quelli delle sue amiche» apre il mobile rabbiosa e tira fuori una spazzola.
«E poi cazzo, eravamo praticamente quattro contro uno. Ok, quelle stronze non mi hanno alzato le mani contro ma spalleggiavano l'amica. Dico io, nessuno aveva la forza per fermare tre ragazze? Che cavolo, tutti intorno a fare il tifo nemmeno fosse un combattimento clandestino tra galli» non posso fare a meno di sorridere a questa battuta «E Jesse. Dio, Jesse! Lo strangolerei. Non ha fatto niente ti rendi conto? Le ha detto un paio di volte basta! Basta? Ma io fossi stato il suo ragazzo l'avrei presa di forza e portata via, ma stiamo scherzando!» parla velocissima e tenta di pettinarsi i capelli ma non riesce, è troppo nervosa. Quando sta per sbattere la spazzola contro il lavandino faccio in tempo a bloccarle il polso.
«Dai a me» dico con tono sommesso. Punta i suoi occhi verdi nei miei attraverso lo specchio sopra il lavandino e rimaniamo a fissarci per qualche secondo prima che lasci che io prenda la spazzola.
Mi posiziono dietro di lei e comincio a pettinarle i capelli, questa situazione mi mette a disagio. Non ho mai pettinato i capelli di nessuna ragazza, nemmeno quelli di Margaret quando convivevo con lei e mi sento stupido a fare una cosa del genere. Mi chiedo perché lo stia facendo, mi ripeto che non dovrei farlo eppure mi piace questo momento, per quanto inusuale sia. Anche Elizabeth comincia a rilassare i muscoli sotto il mio tocco e smette di essere rigida come un tronco.
«Sono stati tutti dei coglioni» dico per interrompere questo silenzio imbarazzante «E adesso capisco quando mi hai detto che Natalie è una psicopatica» sorride della mia frase e continua ad osservarmi attraverso lo specchio «Avrei voluto vedere lo schiaffo che le hai dato» confesso.
«Probabilmente lo troverai sulla pagina Instagram dell'università. È gestita da alcuni imbecilli del campus e pubblicano le news riguardanti gli studenti» mi riprometto di fare una visita alla pagina di questi cretini e appena scopro da chi viene gestita li intimerò di cancellare il video. Questi idioti che pubblicano online risse e litigi incitando alla violenza invece che dividere e difendere le persone coinvolte proprio non li sopporto «Almeno tutti vedranno come mi hanno umiliata» abbassa lo sguardo ma io le tiro leggermente i capelli per farle rialzare il viso.
Ok, ho cambiato idea, li minaccerò di spaccargli il naso se non rimuovono il filmato, così capiranno come ci si sente.
Vorrei risponderle, ma credo che adesso non uscirebbe un filo di voce dalle mie labbra.
«Sai sei la prima persona che mi pettina i capelli e che riesce a districare i nodi senza farmi male» sorride togliendomi la spazzola dalla mano così da acconciarsi i capelli come piace a lei.
«Sì?» bisbiglio.
«Sì, sei stranamente delicato» si volta verso di me, mai come ora mi rendo conto di quanto sia bassa rispetto a me e i nostri corpi sono talmente vicini che riesco a sentire il suo respiro agitato che va' via via calmandosi.
«Io ho scoperto che mi piace pettinare i tuoi capelli» tutta questa gentilezza non so da dove venga fuori, ma adesso mi sembra la cosa più giusta da dire.
I nostri visi sono sempre più vicini, le sue mani vanno al mio petto, mentre le mie si posizionano sulla sua vita.
«Betty!» due voci, quelle di Nick e Chuck, urlano dal soggiorno. Liz sbuffa e apre la porta del bagno.
«Ehi, Betty come...e voi che facevate lì?» chiede Nick quando vede uscire anche me dalla stanza.
«Chiacchieravamo» la freddezza con cui risponde Elizabeth è palpabile.
«Come stai, cucciola?» Chuck si avvicina per accarezzarle i capelli, ma Liz indietreggia fino a scontrare la schiena contro il mio petto.
«Che hai?» gli chiede il suo migliore amico.
«Niente, voglio andare a letto» fa' spallucce, è ancora appoggiata contro di me, credo che in questo momento si senta più a suo agio con me che con loro.
«Beth mi dispiace per quello che è successo sta sera» comincia Nick.
«Ah si? Ti dispiace?» lo interrompe «Non mi pare che vi siate scapicollati per difendermi!» si passa le mani tra i capelli nervosa e istintivamente le blocco i polsi per tranquillizzarla, velocemente ritraggo le braccia ma il gesto non è sfuggito agli altri due ragazzi.
«Ma che cazzo dici Elizabeth?» Chuck si avvicina «Siamo stati lì tutto il tempo a cercare di allontanare quelle vipere ma non c'era verso di mandarle via» alza il tono della voce.
«Sì, infatti. Era così difficile che Logan ci è riuscito da solo a togliere di mezzo Natalie, a farla stare zitta e a mandare tutte a fanculo» non avrei mai creduto che Liz potesse dire una cosa così nei miei confronti, che potesse paragonare quello che ho fatto io a quello che – non – hanno fatto i suoi amici.
«Spero tu stia scherzando, Liz, non farmi incazzare» il tono di voce che sta utilizzando Chuck non mi piace per niente, e gli conviene darsi una calmata se non vuole che sia io ad incazzarmi.
«Incazzati quanto vuoi Chuck, è così. Voi le avete lasciate fare, non so per quale motivo e non mi interessa. Avete provato a fermarle? Non lo metto in dubbio. Non ci avete provato abbastanza? Sicuramente» si ferma un attimo per riprendere fiato e accarezza Athena che fino a quel momento è rimasta seduta vicino a noi due «E non chiamarmi Liz».
«Certo, invece sto coglione può chiamartici vero?» faccio un passo avanti superando Elizabeth, sono pronto a sovrastarlo e a chiedergli di ripetere che ha detto ma Liz mi mette una mano sul petto e mi fa tornare al mio posto.
«Sinceramente in questo momento può chiamarmi come vuole e non sono cose che ti riguardano. E dargli del coglione solo perché si è comportato meglio di te e stai rosicando non mi sembra il caso» Liz sta prendendo le mie difese, fuori sembro indifferente, ma dentro di me urlo di gioia. Tutto questo è nuovo per me, io che pettino i capelli di una ragazza, io che la difendo e che sono felice se prende le mie difese senza aspettare la scazzottata che le fa fare da crocerossina della situazione. Questa ragazza mi farà diventare matto.
«Hai ragione» ammette Chuck calmandosi «Scusa Logan, ti ringrazio per averla difesa» gli faccio un cenno col capo, non mi interessa delle sue scuse, ma a Liz sicuramente sì, perciò le accetto.
«E scusami Betty. Anzi, scusaci. Non so, forse è stato l'alcool o forse è stato perché erano ragazze e non volevamo sporgerci troppo. Comunque sia non è giusto che ti abbiamo lasciato da sola contro quel gruppetto» si avvicina ancora e questa volta Liz si allontana da me per andare incontro al suo amico. Chuck la avvolge in un abbraccio possessivo e bisognoso di perdono ed Elizabeth affonda la testa sul suo petto. Distolgo lo sguardo perché questo loro abbraccio mi mette a disagio, cazzo. Anche io vorrei poterla abbracciare così e la cosa più brutta è che sto davvero pensando questa minchiata.
«Adesso però voglio andare a dormire» la voce di Liz mi da l'impressione che voglia piangere e dallo sguardo preoccupato di Chuck capisco che è davvero così.
«Betty, dai, stiamo un po' insieme, parliamo. Ti distrai e ti diverti» cerca di convincerla.
«No, davvero. È tutto ok. Voglio solo mettermi a letto» Chuck annuisce leggermente e la libera dalle sue braccia. Liz lancia una veloce occhiata sia a lui che a Nick e si affretta a raggiungere la sua camera.
Io e Chuck rimaniamo ad osservarci per qualche istante e dal suo sguardo capisco che mi ringrazia per ciò che ho fatto ma di stare lontano dalla sua amica o me la dovrò vedere con lui, del resto è la prima cosa che mi ha detto quando mi ha proposto di vivere con loro finché non si libererà una camera nei dormitori del college.
«Logan tu non vieni?» Liz si affaccia dalla porta della stanza e mi sorride. Mi sta davvero chiedendo di stare con lei? Non è possibile, fino ad oggi si sentiva a disagio a stare nello stesso letto, e ora mi chiede se la raggiungo in camera, ovvio che non stavo per farlo dato che prima di adesso mi avrebbe ucciso se solo l'avessi pensato.
«Certo che vengo» le faccio l'occhiolino lasciando trapelare il doppio senso della mia frase e questo mi costa un'occhiataccia da parte di Chuck.
«Idiota» Liz sorride alla mia frase, l'unica che riesce a ridere di queste battute invece che incazzarsi o imbarazzarsi, ritorna in stanza e io la seguo.
«Wow, quindi dormirai senza pantaloni?» le chiedo chiudendo la porta. Ricordo quando Chuck qualche giorno fa davanti a me le aveva detto che era una fortuna che dormisse senza pantaloni dato che quelli rosa confetto che indossava erano imbarazzanti, ma lei aveva chiaramente fatto capire che a letto con me non li avrebbe tolti perché ero – o sono, non lo so – uno sconosciuto.
«Mi hai vista nuda, e hai tenuto a precisare che non sono l'unica, quindi ora ti stupisci se rimango in maglietta e mutande?» mi sbeffeggia. La maglia che indossa è di molte taglie più grandi e ridacchio quando noto una band che mi è molto familiare stampata sopra.
«Hai osato rubare una delle mie maglie?» domando serio, ma in realtà penso che stia meglio addosso a lei.
«Mi serviva qualcosa per coprire il culo e c'era questa sul letto» la naturalezza con cui risponde mi spiazza la maggior parte delle volte, adesso so cosa significa parlare con una ragazza che ha un cervello pensante e che se ne frega di essere una precisina del cazzo.
«Dovrei togliertela come punizione per non avermi chiesto il permesso, ragazzina» sorrido avvicinandomi a lei e prendendo i lembi della maglia tirandola su di qualche centimetro.
«Potresti, ma non voglio che tu lo faccia» mi sposta le braccia lontane da lei e va a mettersi velocemente sotto le coperte.
La raggiungo anche io stando bene attento a non avvicinami troppo, non vorrei rovinare questo momento di pace e intimità tra di noi, mi volto a guardarla e lei fa lo stesso.
Siamo entrambi sdraiati di fianco uno di fronte all'altra e mi sento in pace con me stesso, non ho pensieri per la testa se non quanto Liz sia bella.
«Buonanotte, Liz» sussurro, e per la prima volta non fa smorfie se la chiamo così.
«'Notte, Logan» mi da le spalle e io sorrido come un coglione.
E, per la prima volta, io e Liz dormiamo insieme.
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Coinquilini - IN REVISIONE.
ChickLitDal primo capitolo: Nella mia stanza c'è un ragazzo. Un ragazzo che non conosco. Un ragazzo che non conosco è sdraiato sul mio letto e tiene un libro. No, non un libro. Un mio libro tra le mani, ventimila leghe sotto i mari. «Scusa?» chiedo rimanend...