Capitolo 3

183 11 0
                                    

Avevamo fatto diverse compere con grugniti e borbottii di Oliver. Ma avevo comprato un sacco di vestiti, delle scarpe nuove di zecca, nuovi prodotti per i capelli e il famoso orologio da parete. Oliver si era preso un orologio da polso rolex, Greg mi aveva avvisato che non comprava mai niente in sua presenza, quell'orologio gli doveva piacere abbastanza. É una persona riservata oppure non gli piace mettere in mostra i propri gusti. Oliver era una persona vuota o almeno é cosí che si presente e man mano devi riempire gli spazi: ama leggere, é serio, ha un sarcasmo sottile, fuma, borbotta... Ma niente che me lo faccia identificare come una persona che ho giá incontrato in precedenza o conosciuto. Greg era un libro aperto invece: amorovole, gentile, generoso, felice, entusiasta di qualsiasi cosa, di cuore e molto empatico. Diciamo che era sempliciotto, l'altro é fin troppo enigmatico. Mentre Greg prendeva il caffé, Oliver stava osservando assorto dei libri in libreria, nella sezione filosofia, ma prima lo avevo visto, si era suffermato sui romanzi. Greg ci recuperó e decisimo di tornare a casa dopo aver pranzato e aver preso un gelato. Oliver guidava in completo silenzio e guardava la strada come se stesse guardando oltre un orizzonte impercettibile. Greg stava al cellulare e scorsi che stava messaggiando compulsivamente con qualcuno. Greg mi sembrava il tipo che avesse vita sociale, Oliver mi sembra invece il tipo che ha e ha avuto soltanto Greg da qualche anno a questa parte. Qualche foto sul suo computer lo mostrava in un gruppo di persone, non con un faccia chissá quanto entusiasta per farne parte, ma comunque ci stavano amici. Non volevo categorizzarlo in quel modo ma a me sembrava un uomo molto triste, che preferisce vivere nei suoi libri che altro, ancora mi sfugge il suo lavoro, non gliel'ho chiesto. Quando arrivammo a casa andai a sistemare i vestiti e tutti i prodotti. Quando ritornai in camera trovai Oliver sistemare l'orologio alla parete, ci stava un martello sul letto. Dopo averlo montato mi guardó e andó a prendere il martello con passo lento.

«Cosa leggi di solito?» chiesi ricevendo un'occhiata curiosa.

«Libri» rispose piatto guardandomi.

«Eh, si... Ma che genere?» risposi sedendomi sui piedi del letto in una muta di richiesta di farlo sedere affianco a me.

Sembra che lui afferró la muta richiesta perché si sedette affianco a me, non troppo vicino, in una certa distanza, come se potessi essere pericolosa.

«Di solito studio, non leggo ma... a me piacciono i romanzi psicologici, e solitamente leggo quelli prima di andare a dormire mentre durante la giornata studio» rispose appoggiandosi con un braccio al letto inclinandosi appena.

«Perché studi?» chiesi

«Perché il mio lavoro comprende un qualcosa che non finisce mai di essere studiato» rispose passandosi una mano sui capelli assorto.

«Che lavoro fai, Oliver?» chiesi avvicinandomi.

«Lo psichiatra, ma al momento faccio lo psicoterapeuta, in attesa che qualcuno mi prenda di nuovo in qualche opsedlae o centro» disse con un tono amaro

«Fai lo psicologo, ma che figata!» affermai stupita

Ne avevo incontrati di psicologi ma mai uno figo come Oliver e non parlo di aspetto (anche) ma di portamento. Lui aveva il portamento di una persona seria che non ti guarda con occhi delusi o compassionevoli. Mi sembra piú serio ma forse perché credo sia di qualche spanna superiore agli psicologi che pagano gli istituti. E poi é veramente giovane, psichiatria si fa con medicina, e ha 26 anni e giá é laureato, é qualche mostro di quoziente intellettivo?

«Di solito i ragazzi dicono il contrario» rispose piatto.

«Ma é fighissimo! Quindi tutti quei libri sono di psicologia? Me ne consigli qualcuno?» dissi sbattendo le mani sul materasso.

Come se fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora