Capitolo 15 (Gregory's POV)

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Quella sera me la ricordo, ormai era da un po' di tempo che avevo adocchiato Oliver Dixon. Ci eravamo conosciuti in un pub a causa di un gruppo di amici. Era molto intelligente mi ammaliava con le sue parole, forse spaventava con le sue idee sulla societá e il mondo. Faceva la Joyce High School, quindi era una di quelle persone con le "tasche piene" come avrebbe detto mio padre. Lo trovavo sempre con la sorella, raramente era solo. Da poco gli avevo anche rivelato della mia omosessualitá a causa di un disastro capitatomi a scuola e a quanto pare anche lui lo era. Venivo preso in giro a scuola nella maggior parte del tempo per questo dettaglio ma io non ci avevo mai fatto particolare caso, avevo passato la fase del "sono diverso dagli altri" e avevo l'approvazione dei miei e di mia sorella, mi bastava. Invidiavo Oliver che era cosí attaccato alla sorella, io e Jessica eravamo lontani dalla convivenza pacifica, era sempre nervosa per gli studi e andava e tornava da Londra e ció non ci faceva allacciare molto bene. I gemelli Dixon erano interessanti, vedevo che si volevano molto bene. In quel piccolo periodo quando avevo 17 anni stavo passando alcuni problemi con me stesso, incapace di trovare qualcuno mi trovavo in quella particolare fase dove vuoi farlo a tutti i costi, succedeva spesso anche prima e mi ricordo che eravamo sia io che Oliver in situazioni particolari. Lui si era appena lasciato con quel tipo lí Edgar ed io non avevo una relazione da tempo, ci siamo trovati nel momento giusto e al posto giusto. Eravamo a casa sua e... eravamo entrambi nudi sotto le coperte nel suo letto. Guardavamo entrambi il soffitto ma sembrava lui quello piú in imbarazzo, picchiettava il dito sul materasso nervoso e lo guardai con la coda dell'occhio un po' turbato. Era finita l'adrenalina della passione, non avevo mai visto Oliver particolarmente spinto in quel modo in qualcosa. Si portó le mani in viso nascondendolo.

«Ehi, Oliver...» cercai di dire

«Non parlare» rispose brusco lui senza togliere le mani.

Ero abituato all'after sex tenero, non a quello imbarazzato quindi non sapevo proprio come comportarmi ed Oliver non pensavo fosse un tipo timido fino ad adesso. Mi grattai la nuca e mi misi ad osservare i particolari della camera... Non c'era nulla che ti faceva pensare che fosse una camera di un adolescente, sembrava uno studio spoglio di qualche dottore o di qualche comemrcialista, non c'era niente in quella camera.

«É tipo la camera dei tuoi?» chiesi spostandomi su un fianco guardandolo.

Lui storse la bocca ancora con la faccia nascosta nelle mani.

«É camera mia...» mormoró lui.

«Ah..»

«Non giudicarmi!» si difese lui.

«Chi ti giudica?» biascicai «Togli quelle mani per favore? Mi stanno mettendo a disagio» chiesi.

Lui le spostó ma non mi guardava, era una persona cosí complicata, prima si fa avanti a me con tanta spavalderia, preciso, forte e deciso come sempre é stato ed adesso fa il timido? Mi grattai la testa confuso, non capivo bene.

«Stai pensando al secondo round, perché non me la sento» disse lui.

«Ma quale secondo Round» commentai ridendo apertamente

«Sono stato cosí orribile e scadente?» disse preoccupato e girandosi verso di me.

«No, ma cosa dici» risposi ancora ridendo «É che sei diventata una scolaretta al primo appuntamento, che ti succede?»

«Nessuno mi ha mai dato della scolaretta, McReary.» disse lui spostando di nuovo lo sguardo sul soffitto. «É che... Non volevo costringerti a... farlo con me» continuó provocandomi uno sguardo confuso.

«Ma sei serio?» commentai

«Per quale motivo dovrei scherzare...»

«Se non volevo, non ci venivo a letto con te, é stata una situazione dove ci siamo venuti incontro entrambi.» dissi ridendo «É stato divertimento... Niente di piú» continuai.

Come se fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora