Capitolo 6

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Trovai stupido studiare stupidi che stupidamente hanno perso la loro stupida vita con uno stupido onore. Le morti ad effetto funzionano solo nei film, nella vita reale é tutt'altra storia. Se stupidamente ti togli la vita non di certo verrai visto di buon occhio da me ma infondo sono solo un granello di polvere nel completo cosmo quindi chissene importa, continuate a morire con "onore" cosí in futuro dovró pure studiarvi, dilettanti. Non amavo la storia, non mi intrigava, si dovrebbe studiare il presente o il futuro, ci sono un sacco di situazione degne di essere analizzate e studiate. So che la storia si ripete ma il tempo che impiegamo a non ascoltare storia ci ritroviamo in una delle parti dove "la storia si ripete". Riflessioni di storia a parte, beh, é ricreazione e le due ore mi hanno provocato un emicrania non indifferente.

«Sono io o le lezioni sembrano essere piú lunghe oggi» disse Arthur sedendosi al mio tavolo affiancato da April.

«A me sembrano durare sempre una eternitá» mormoró April incominciando a mangiare.

«A me sembrano tutte uguali, la mia cognizione del tempo piuttosto razionale. Stupido Bergson non mi avrai mai!» risposi ridendo.

«Bergson, chi é?» chiese accigliato Arthur.

Prima che mi districassi in una spiegazione di chi fosse Comte arrivó Aaron con tutta la sua spavalderia e abiti firmati a sedersi affianco a me e a prender parola.

«É un filosofo, parlava del tempo e della durata ma dubito che tu ne capisca qualcosa, testa vuota» rispose al posto mio picchiettandogli la testa.

«Vai a quel paese, Aaron, che fai il saccente mentre prendi i compiti e le risposte degli esami dagli altri» commentó Arthur guardandolo storto.

«Se posso non faticare perché non dovrei farlo, no?» replicó Aaron con faccia soddisfatta.

«Basta, uomini! Sempre a litigare a chi ha meno cervello, idioti!» Bofonchió April sbattendo i pugni sul tavolo.

La filosofia di Aaron non sembrava male, sopratutto per una cosa come la scuola, o questa scuola.

«Pommy ci dará i compiti di chimica completati per domani. Passo da lui oggi pomeriggio, se volete ve li porto a casa» disse sorridendo e ammiccando verso di me.

«Guarda, preferisco venire da te da questo Pommy e prendere i compiti di chimica.» risposi sorridendo

Lui fece schioccare la lingua e chioccó le dita come per dire "beh, ci ho comunque provato". Arthur lo guardó con sguardo perplesso ed April sorrideva come una scema, non era brava a chimica probabilmente.

«Come sei riuscito ad estorcergli i compiti? Non li fa mai a nessuno» chiese perplesso Arthur.

«Sono triste, non ti fidi dei miei metodi di estorsione» disse con un tono fintamente deluso.

«É proprio perché li conosco che mi preoccupo.» rispose Arthur sbuffando.

«Fidati di me» disse Aaron abbassandosi con le spalle. «Allora, oggi andiamo a casa di quell'idiota?» chiese a tutti noi.

Sia April che Arthur annuirono con noia come se non avessero mai nulla da fare e guardarono me. Okay, stavano chiedendo anche a me di andare a casa di Pommy anche se scherzavo, ma infondo nemmeno io avevo molto da fare e forse potevo far stare tranquillo Oliver se uscivo con degli "amici". Non sono ancora molto sicura di questa amicizia, non so a cosa potrebbe portare ma su queste cose non ci penso, vivo l'attimo, senza pensare alle conseguenze.

«Va bene ma dovrei avvisare Ol... papá» dissi sorridendo.

«Ah, tu li avvisi? Sono a casa, quindi sono presenti?» chiese Arthur con faccia affranta.

Come se fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora